La pioggia gialla
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Letto da:
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Stefano Thermes
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Di:
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Julio Llamazares
A proposito di questo titolo
"Uno strano brusio mi fece svegliare di soprassalto. Era una notte fredda e la pioggia gialla oscurava la finestra. All'inizio pensai che fosse il vento. Ma mi stavo sbagliando. Proveniva da un punto imprecisato della casa. Era un mormorio di voci, di parole vicine."
Non è rimasto nessuno ad Ainielle. Se ne sono andati gli uomini e le donne, i pastori e i contadini, i giovani, i vecchi, gli animali. Rimangono i serpenti, nascosti sotto le rovine delle case. E rimane Andrés.
Erano lui e sua moglie, prima, poi Sabina si è impiccata nel mulino abbandonato e ora, a fargli compagnia, non rimane che una cagna macilenta. Anche i villaggi vicini si stanno svuotando, dissanguati dalla guerra e da un progresso senza nome e senza pietà.
Ma Andrés non ha intenzione di andarsene, nemmeno quando la pioggia gialla del tempo comincia a cadere e i fantasmi dei suoi morti tornano a visitarlo.
Romanzo più per convenzione editoriale che per essenza, perché la sua natura è più vicina all'elegia e alla trenodia, di cui riprende l'ossessione per le anafore e le ripetizioni, La pioggia gialla è - nelle parole di Andrea Gentile, dalla postfazione che chiude il libro - romanzo della pura morte, poiché tutto, nella vicenda di Andrés, è fine, ma anche romanzo della pura vita, perché è il suo respiro, costante, affannato, a imprimere alle pagine il ritmo slavinante di un postremo testamento che è, insieme, un inno all'umana resistenza.
©2019 Il Saggiatore S.r.l. (P)2021 Audible Studiosun canto di morte
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