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La figlia unica copertina

La figlia unica

Di: Abraham B. Yehoshua
Letto da: Giada Bonanomi
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Sintesi dell'editore

Siamo in una città del Nord Italia, durante le feste di fine anno a cavallo del millennio. Rachele Luzzatto è la figlia unica di una facoltosa famiglia ebraica. Curiosa e irrequieta, spiazzante osservatrice capace con i suoi commenti di ribaltare i luoghi comuni degli adulti, Rachele è però piuttosto confusa riguardo alla propria identità. Da un lato, per prepararsi alla cerimonia del suo Bat Mitzvah, deve impegnarsi nello studio della lingua ebraica, delle preghiere e dei precetti. Dall'altro, i suoi insegnanti la reputano adatta a interpretare il ruolo della Vergine Maria nella recita di Natale. A Rachele piacerebbe partecipare con i suoi compagni di scuola alla rappresentazione, peccato che il padre la pensi diversamente.

Convinto della sua fede e dei suoi principî, il padre di Rachele non può accettare che la ragazzina impersoni proprio "la madre di Dio". Ma le ferme idee del padre non sono le uniche ad affollare (e disorientare) i pensieri di Rachele negli anni cruciali per la sua formazione. Ci sono i racconti, avventurosi e terribili insieme, del nonno paterno, spacciatosi per prete in un paesino di mare, per sopravvivere alle persecuzioni durante la seconda guerra mondiale; le convinzioni della nonna materna, atea dichiarata, o la fervente fede di suo marito, cattolico devoto. Quando poi, in quegli stessi giorni di festa e confusione, viene diagnosticata al padre una grave malattia, le inquietudini e le domande di Rachele diventano gli universali interrogativi di ogni essere umano di fronte al mistero.

Con La figlia unica Yehoshua ci conduce con brio e freschezza a una protagonista e a un luogo insoliti per la sua produzione letteraria. È la prima volta che il grande scrittore israeliano ambienta una storia in Italia, un paese con cui ha una relazione speciale, e di cui si sente quasi "cittadino onorario". E come sempre, le sue parole sono le chiavi giuste per spalancare le gabbie dell'identità e dell'appartenenza.

©2021 Einaudi (P)2023 Einaudi

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  • Tina
  • 09/05/2023

Deludente

Abituata a spessori diversi con questo magnifico autore, sia per contenuti che per scrittura, sono rimasta delusa. Non si coglie il senso del romanzo.
Come narrativa per l'infanzia può andar bene. Magari era proprio quello l'obiettivo!

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  • MT
  • 19/04/2023

Ma perche'?

Dopo aver letto "l'Amante" primo libro dello stesso autore (per me uno dei piu' belli mai letti) ho avuto qualche perplessita' con "il Tunnel", poi questo racconto, l'ultimo dell'autore, mi ha deluso.

Che sia una questione di senilità' dello scrittore (con rispetto parlando)? La scrittura e la trama sono veramente piatte, fatico a penetrare molto nella storia se non il rapporto tra Cattolicesimo e Ebraismo (un po' alla Oz) ma molto involuto.

La lettrice ha della stoffa ma deve imparare ancora molto (e' giovane). La lettura convincente non e' "letta" come una favola ma recitata.

Non consigliato.