L'amante
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Letto da:
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Giusy Frallonardo
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Paolo Mazzarelli
A proposito di questo titolo
Sullo sfondo di una Haifa scossa dalla guerra del 1973, si dipana lo scenario de L'amante, il più sinceramente israeliano dei romanzi di Yehoshua. L'autore si affida alle voci dei suoi personaggi, ai loro sogni, ai ricordi, ai desideri, alle aspettative: sono le parole di Adam, agiato proprietario di una grande officina meccanica; le riflessioni della figlia Dafi, quindicenne insonne e ribelle; i sogni della moglie Asya, intellettuale precocemente ingrigita; gli stupori di Na'im, giovane operaio arabo; i vaneggiamenti della novantenne Vaduccia; e infine il resoconto stupefatto di Gabriel, l'amante scomparso. Mondi lontani, a dispetto dell'amore; voci tanto vicine quanto diverse siglano l'impossibilità di conoscere veramente chi ci vive accanto.
©2015 Einaudi (P)2021 EinaudiL’amante, un’opera complessa il cui messaggio va ben al di là della semplice trama. La scelta di una narrazione polifonica ha certamente contribuito ad offrire al lettore la possibilità di valutare con maggiore obiettività una realtà che muta con il mutare del punto di vista del narratore. Non è tanto dunque la storia in sé che ci interessa, non la ricerca continua da parte di Adam di quell’amante perduto, l’unico che abbia restituito a Asya, sua moglie, una certa gioia di vivere e quell’entusiasmo spentosi nel corso degli anni, durante una vita non priva di affanni e dolori, quanto piuttosto interessa l’ambiente in cui ha luogo la vicenda, i personaggi eterogenei che la animano e che sono portatori di culture e valori diversi.
U’esperienza.
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Punti di vista
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La lettura a due voci poi e' superlativa, quella apparentemente distaccata di Mazzarelli e quella giovane, viva, dirompente della Frallonardo si mescolano in un cocktail meraviglioso. Praticamente teatro (ma perche' questo libro e' stato cosi' poco portato a teatro?).
Perche' mi ha preso tanto? Non sono Adam, non ho mai condiviso vita con donne come Asya, mi sono tenuto alla larga da finire come Gabriel. Forse la mia comunanza e' con Dafi anche se sono maschio con 40 anni da sommare. La mia anima mi accomuna a quella ribelle di Dafi.
Perche' e' un incrocio di solitudini, incomunicabilità, amori, morte che si avvolge attorno alla storia di qualcosa di inanimato (un'auto) che e' in realta' cosa viva. E' come se il racconto fosse visto con gli occhi dell'auto. Il tutto condito con un leggero umorismo come quello che inevitabilmente pervade tutto il teatro della vita.
Assolutamente fantastico e da leggere.
Eccezionale
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superbo
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Il romanzo all’inizio è un po’ lento, ma poi prende forma e non si riesce a smettere di ascoltare. Mi è piaciuto.
Interessante, diverso dal solito
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