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Sulla scena di Roma - Cittadini e barbari. Roma multietnica
- Lezioni di Storia
- Letto da: Alessandro Barbero
- Serie: Lezioni di Storia, Titolo 26
- Durata: 50 min
- Versione originale Audiolibro
- Categorie: Storia, Europa
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È la mattina di Natale dell'anno 800: Carlo Magno entra nella basilica di San Pietro e china la testa davanti al pontefice Leone III per ricevere dalle sue mani la corona imperiale. È un evento senza precedenti: è l'atto di nascita di uno spazio geopolitico occidentale che, al di là delle vicissitudini della corona imperiale, costituisce ancora oggi l'orizzonte predominante della storia europea.
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Fino all'inizio del XIV secolo il Medioevo europeo registra una crescita demografica e urbana, del commercio e della tecnica. Ma l'aumento della popolazione provoca una domanda alimentare superiore all'offerta e si avvertono i segni della crisi. Poi, a metà del secolo, un terribile flagello si abbatte sul Vecchio Continente: nel giro di pochi anni la peste riduce di un terzo circa la popolazione. È l’apice di una crisi profonda che trasforma radicalmente il paesaggio e l'economia e provoca aspri conflitti tra Stati.
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Era il sultano, ma anche il califfo, protettore della Mecca; usava il titolo ancestrale di khan, che sapeva di steppa e orde nomadi, ma era anche l'erede di Roma e Bisanzio e ostentava il titolo di "Cesare dei Cesari". Era il Gran Turco. Solimano il Magnifico, e il suo regno, rappresentava per gli europei, di volta in volta, uno specchio distorto, un incubo e una speranza, la fertile terra dei paradossi.
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Storia
Sabato 11 giugno 1289. Nella piana che porta a Poppi, in località Campaldino, si affrontano l'armata aretina dei Ghibellini e quella fiorentina dei Guelfi. Tra le sue file, un giovane cavaliere, Dante Alighieri, combatte come guelfo bianco. Forse l'immagine del Sommo Poeta a cavallo, con la cotta di maglia, la testa chiusa nell'elmo di ferro e la spada in pugno non appartiene al più diffuso immaginario dantesco, certo però è che se molti hanno sentito nominare quella battaglia, il merito va alla Divina Commedia.
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Quando il giovane ed energico Federico Barbarossa viene incoronato re d'Italia a Monza nel 1155, non immagina certo quello che il futuro gli riserva. Sa che per l'inerzia dei suoi predecessori le città della Lombardia, nome con il quale s'intende l'intera pianura padana, si sono abituate a governarsi da sole, a farsi la guerra per promuovere gli interessi commerciali dei loro mercanti, e persino a battere moneta; ma d'ora in poi le cose cambieranno.
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Nella Grande Guerra l'Italia compie uno sforzo organizzativo, industriale e umano sbalorditivo per un Paese così debole. Nel mondo, però, di quegli anni tutti ricordano un unico episodio, un episodio il cui nome ha assunto un valore etimologico strettamente collegato all'umiliazione: Caporetto. Ma di questo non possiamo incolpare gli altri; in quell'occasione è emersa l'altra faccia dell'Italia, un Paese sospeso fra modernità e arretratezza. Inefficienza, retorica, irresponsabilità della classe dirigente: retaggi da cui forse non siamo mai riusciti a liberarci.
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Sabato 11 giugno 1289. Nella piana che porta a Poppi, in località Campaldino, si affrontano l'armata aretina dei Ghibellini e quella fiorentina dei Guelfi. Tra le sue file, un giovane cavaliere, Dante Alighieri, combatte come guelfo bianco. Forse l'immagine del Sommo Poeta a cavallo, con la cotta di maglia, la testa chiusa nell'elmo di ferro e la spada in pugno non appartiene al più diffuso immaginario dantesco, certo però è che se molti hanno sentito nominare quella battaglia, il merito va alla Divina Commedia.
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Quando il giovane ed energico Federico Barbarossa viene incoronato re d'Italia a Monza nel 1155, non immagina certo quello che il futuro gli riserva. Sa che per l'inerzia dei suoi predecessori le città della Lombardia, nome con il quale s'intende l'intera pianura padana, si sono abituate a governarsi da sole, a farsi la guerra per promuovere gli interessi commerciali dei loro mercanti, e persino a battere moneta; ma d'ora in poi le cose cambieranno.
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Nella Grande Guerra l'Italia compie uno sforzo organizzativo, industriale e umano sbalorditivo per un Paese così debole. Nel mondo, però, di quegli anni tutti ricordano un unico episodio, un episodio il cui nome ha assunto un valore etimologico strettamente collegato all'umiliazione: Caporetto. Ma di questo non possiamo incolpare gli altri; in quell'occasione è emersa l'altra faccia dell'Italia, un Paese sospeso fra modernità e arretratezza. Inefficienza, retorica, irresponsabilità della classe dirigente: retaggi da cui forse non siamo mai riusciti a liberarci.
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- Letto da: Alessandro Barbero
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Generale
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Lettura
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Storia
A Caporetto vincono i tedeschi e non gli austriaci, in una battaglia per loro del tutto secondaria e su un fronte privo di qualunque importanza strategica. Analizzare come e perché l'offensiva venne decisa, progettata e realizzata consente di gettare uno sguardo in profondità sui fallimenti dell'esercito italiano; consente altresì di considerare l'organizzazione di un'istituzione, l'esercito tedesco, che sarà di lì a poco nuovamente tragica protagonista della nostra storia.
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Le età di Roma - L'età dei Tarquini. Il mistero di Servio Tullio
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Generale
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Storia
Al racconto della leggenda dei re fondatori (Romolo, Tito Tazio e Numa) ecco succedere la saga dei Tarquini, densa di misteri ambientati in una seconda Roma, dopo quella romulea, ma tuttavia la prima a poter essere definita grande. Tra la fine del VII sec. e la fine del VI sec. a.C. hanno regnato a Roma due re: uno di origine greca, Tarquinio Prisco, l'altro di origine etrusca, Tarquinio il Superbo. Tra questi due ha regnato Servio Tullio, di origine probabilmente latina, rifondatore della città e della costituzione originaria: un nuovo Romolo.
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- Letto da: Luciano Canfora
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Storia
Puntare sulla capitale scortato da un esercito vincitore ma rimasto improvvisamente senza capi; farsi attribuire, a diciannove anni, la massima magistratura imponendo come collega un parente che avrebbe fatto uccidere poche settimane dopo; atterrire, armi in pugno, il Senato e imporgli di avallare una procedura sfacciatamente eversiva; avviare le più feroci proscrizioni che la Repubblica avesse mai visto, creando una inedita magistratura straordinaria - il "triumvirato".
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Sulla scena di Roma - Roma va in guerra
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Storia
Armamento, addestramento, disciplina. È questa miscela il segreto che rende invincibile l'esercito romano, tra i più efficienti di ogni epoca? Dove sono altrimenti le radici della sua superiorità? Forse nel numero degli effettivi disponibili o nei vantaggi offerti dal progresso di una superiore tecnologia. Neanche. Non è il numero, perché le forze, dall'inizio almeno dell'impero, sono assai ridotte rispetto all'immane compito loro proposto. Non è tecnologia, seppure certamente efficiente, funzionale, adattabile. La potenza dell’apparato bellico romano viene da altro.
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Brizzi dovrebbe fare piu’ podcast
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Un giovane di 19 anni irrompe sulla scena politica romana alla vigilia di una tremenda guerra civile e ne diventa il protagonista. In pochi anni tutti i suoi rivali sono uccisi, sconfitti, messi a tacere. Gli altri invocheranno la sua clemenza. Si chiama Gaio Ottavio Cesare, che presto farà suo lo splendido soprannome di Augusto. Nessuno, quando nel 27 il senato gli conferisce quel nome, osa porre una domanda molto semplice: quando e perché la repubblica è passata sotto la sua potestà.
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Una casta tendenzialmente omicida che non esitò ad eliminare con le proprie mani i leader politici che considerava pericolosi: da Romolo a Tiberio Gracco, a Cesare; una aristocrazia fondata sulla cooptazione, capace però di governare un impero, ben più che la città-Stato; una classe sociale che coincideva con un "ordine", cioè con una articolazione portante dello Stato; un ceto che identificò se stesso con la Repubblica e che però seppe anche condividere per secoli il potere con il princeps, limitandolo e, se del caso, abbattendolo...
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21 aprile 753 a.C.: il giorno e l'anno di nascita di Roma sono la data di una fantasia, di un mito fondativo, la vicenda suggestiva di un gemello, sfuggito miracolosamente alla morte per annegamento? O invece rimandano a un fatto realmente accaduto, ovvero a quel solco che Romolo avrebbe tracciato intorno al Palatino per definire il perimetro dell'abitato più antico di Roma?
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"Il 6 maggio abbiamo preso d'assalto Roma, ucciso seimila persone, saccheggiato le case, preso quello che abbiamo trovato nelle chiese e alla fine incendiato buona parte della città". Così un lanzichenecco descrive il saccheggio che le truppe imperiali infliggono a Roma. Le truppe a difesa della città sono deboli, le mura e l'artiglieria non bastano a fermare gli assedianti. Clemente VII riesce a riparare a Castel Sant'Angelo solo grazie al sacrificio dell'intera Guardia svizzera.
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I più sono ancora convinti che Atene democratica e Pericle siano sinonimi. Eppure il più grande storico di Atene, oltre che contemporaneo e ammiratore di Pericle, scrisse che il suo regime era stato in realtà una "democrazia solo a parole, di fatto un regime personale". Di fronte al caso Pericle, non si tratta solo di capire come funziona la circolarità tra élite e masse, o, come si esprimeva Tucidide, tra "guidare" ed "essere guidati".
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Dominatori, potenti, privilegiati: hanno vita facile i cittadini, nell'impero romano. Mentre gli indigeni delle province conquistate vivono in uno stato di subalternità politica e giuridica, chi può vantare la cittadinanza dispone di immunità e privilegi molto concreti. Come san Paolo, quando viene arrestato. Gli basta dire al centurione di essere cittadino romano, e per di più di esserlo dalla nascita, che subito viene rimesso in libertà con tante scuse, e all'ufficiale non resta che commentare tra i denti quanti soldi la cittadinanza era invece costata a lui. Perché cives lo si è per diritto di sangue, ma lo si può anche diventare: Roma ha capito in fretta che le conviene cooptare nell'impero le élites locali del potere, senza stare a distinguere tra prìncipi mauri dalla pelle nera o ricchi ebrei dell'Asia Minore. Senza dimenticare che chiunque si arruola nei reparti ausiliari dell'esercito, che sia un provinciale o addirittura un barbaro, riceve la cittadinanza per premio.
È la politica della mescolanza, che trasforma l'impero in un immenso melting-pot: gente di tutte le lingue e i colori si amalgama in un unico corpo politico e un'unica cultura. La differenza, tra romani e non, diventa così anacronista che, nel 212 d.C., Caracalla concede la cittadinanza a tutti. È la prima sanatoria della storia. Non aveva tenuto in conto, non poteva saperlo, cosa sarebbe accaduto dopo.
Cosa pensano gli ascoltatori di Sulla scena di Roma - Cittadini e barbari. Roma multietnica
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Generale
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Storia
- OrsoVispo
- 18/08/2019
Ottimo Barbero
Molto di quello che so di storia, lo devo alle lezioni di Barbero che ho ascoltato su youtube. Pur conoscendole tutte, anche risentirle è interessante. Spero di trovare sempre più audiolibri di Barbero, uno dei professori più bravi che conosco.
3 persone l'hanno trovata utile
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Generale
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Storia
- Utente anonimo
- 08/01/2020
Lezione bellissima!
Alessandro Barbero è come sempre una garanzia, riesce ad appassionati ad ogni argomento. Da ascoltare assolutamente.
1 persona l'ha trovata utile
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Generale
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Storia
- Elisabetta Passagrilli
- 16/06/2019
Lezione interessante
Interessante lezione di storia, condotta con precisione e approfondimento. Anche la lettura è molto piacevole
1 persona l'ha trovata utile
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Generale
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Storia
- Cliente Amazon
- 29/04/2022
Ottimo divulgatore
Sempre chiaro e facile da seguire. Poco tecnico e quindi molto comprensibile con pochi sforzi
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Generale
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Storia
- MIRCO
- 31/10/2021
Roma multietnica.
Il prof. Barbero è fantastico. Ti fa innamorare della storia anche quando la storia stessa non lo fa.
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Generale
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Storia
- Federico Silvio
- 26/08/2021
Ottimo per approfondire
ottima conferenza, dizione perfetta.
argomenti interessanti anche per conoscere meglio il mondo di oggi.
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Generale
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Storia
- gin
- 22/08/2021
Peccato per l’audio
Alessandro Barbero è un grande come al solito, peccato per la qualita’ scarsa dell’audio, un po’ faticoso da ascoltare.
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Generale
- Cliente Amazon
- 03/07/2021
Sulla scena di Roma
Barbero sa rendere odierno qualsiasi periodo...e questo fa molto bene per capire, che non si é mai realmente moderni, come troppo spesso si crede.
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Generale
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Storia
- Roby
- 11/06/2021
grande insegnante
molto interessante, Prof.Barbero si tivela un bravo divulgatore. con insegnanti del duo calbro tutti amerebbero la Storia.
molto piacevole e di facile ascolto
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Generale
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Lettura
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Storia
- Simona
- 10/06/2021
rilettura interessante
Sto ascoltando tutte le.sue lezioni. Le Sue Riletture sono sempre interessanti e mai scontate. la storia non è mai stata per me cosi divertente.