Stella Maris
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Letto da:
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Raffaella Castelli
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Di:
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Cormac McCarthy
A proposito di questo titolo
Quando bussa alla porta della clinica psichiatrica Stella Maris, con quarantamila dollari in contanti in una busta e poca carne addosso, Alicia Western ha vent'anni e altri due ricoveri alle spalle. Il compito che attende il dottor Cohen, che la prende in cura, è di quelli che possono far vacillare la fiducia di un medico nella propria professione. Con diagnosi plurime di sociopatia deviante, anoressia, probabile autismo, tendenze suicide e schizofrenia paranoide, Alicia è accompagnata fin dalla pubertà da uno stuolo di personaggi allucinatori capeggiati dall'individuo pinnuto e astruso che lei chiama Talidomide Kid.
Ma accanto alle sue molte patologie psichiatriche, la giovane Western è anche una matematica di genio con un QI non testabile, nonché una virtuosa del violino troppo assorbita dalla teoria dei topoi per raggiungere nella musica un'eccellenza a lei accettabile. Ardua missione, per un terapeuta, cercare di strappare i brandelli di un'anima lacerata alle spire di una mente tanto vorace: nella danza di parole che i due ingaggiano, a ogni passo del medico corrisponde un nuovo imprendibile exploit della paziente, intriso di beckettiana ironia e puntellato di autorevoli teorie. Grothendieck e Gödel, Maxwell e Feynman. Kant, Schopenhauer e Wittgenstein. Bach. Il sapere moderno distillato in un lasciapassare per il nichilismo.
Nel parterre di riferimenti di Alicia un solo nome compare con sospetta parsimonia, ed è quello di suo fratello Bobby, lasciato in coma in Italia dopo un incidente automobilistico, e dato per morto. Di Bobby Alicia non vuole parlare. Ed è proprio in quell'eloquente silenzio che lo psichiatra incunea il suo grimaldello. Perché ora sa che solo di Bobby, solo a Bobby, Alicia vorrebbe parlare. Seduta dopo seduta, il tempo a disposizione si fa sempre piú breve. E nel ticchettio ora sommesso ora impetuoso di quell'orologio che lei sa leggere anche al contrario, Alicia si prepara a dimostrare l'estrema verità che ha appreso su questa esistenza: che «il mondo non ha creato un solo essere vivente che non intenda distruggere».
©2023 Einaudi (P)2023 MondadoriRecensioni della critica
McCarthy è uscito di scena con un fremito poderoso. [Nel Passeggero e in Stella Maris] riecheggiano non solo i suoi piú grandi successi, ma un intero pantheon della letteratura americana: il linguaggio barocco e il giro di frase di Faulkner; il dialogo conciso e laconico di Hemingway; la paranoia poetica di DeLillo...
-- The Boston Globe
Ma questo è McCarthy e ti ci devi affidare a un gigante assoluto così. Il fatto che ti sembra irrisolto è solo un dettaglio. Del resto non è così la vita?
Genialmente complicato
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Nel dialogo con l’analista, personaggio quest’ultimo molto sbagliato ed è l’unico grande limite del libro , il dramma personale viene analizzato e sminuzzato fino alla particella più piccola, e quello che appariva nichilismo si specifica più avanti come una infruttuosa ricerca del senso. Quindi la lettura, con la vocina che squittisce con tono canzonatorio, non solo è sbagliata: è assurda, inconcepibile; il regista dovrebbe cambiare mestiere
Ennesima cattiva lettura
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Bello
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piú bello del precedente
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non puoi lasciarlo
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