L'ora di greco
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Letto da:
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Valentina Bellè
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Di:
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Han Kang
A proposito di questo titolo
In una Seoul rovente e febbrile, una donna cerca di recuperare la parola che ha perso in seguito a una serie di traumi. Le era già successo una prima volta, da adolescente, e allora era stato l'insolito suono di una parola francese a scardinare il silenzio. Ora, di fronte al riaffiorare di quel mutismo, si aggrappa al greco di Platone nella speranza di riappropriarsi della sua voce. Nell'aula semideserta di un'accademia privata incontra lo sguardo dell'insegnante di greco, che sta perdendo la vista. Tra di loro nasce un'intimità intessuta di penombra e di perdita, grazie alla quale la donna riuscirà forse a ritornare in contatto con il mondo.
©2025, 2011, 2023 HAN KANG, Lia Iovenitti, Adelphi Edizioni S.p.A. (P)2025 Emons Audiolibri, Emons Italia S.r.l.Tra le altre, mi sono chiesto quale sia il processo di scrittura di un’opera così densa di livelli, così originale nelle immagini, profonda eppure scritta in maniera accessibile. Si tratta di uno straordinario talento per la scrittura, di una realizzazione di getto? Oppureil risultato di una meticolosa pulizia e rielaborazione a posteriori?
E in questo caso, mi sono chiesto ancora quale straordinaria visione debba avere l’autrice per capire dove portare la sua narrazione, con quali parole, per ottenere questo livello di approfondimento e minuziosità nell’analisi dei sentimenti.
La storia di due solitudini che si incontrano si intreccia meravigliosamente, con connessioni delicate e argute fra il passato e il presente.
Come tema scatenante e conduttore c’è quello della parola, del logos; e poi le lezioni di greco, che - con la sua struttura lessicale e grammaticale diversa - fa riflettere sulla formazione delle frasi e sul loro significato, diventando pretesto perfetto.
La nostra vita, le nostre percezioni e ricordi, i nostri sentimenti e - in conclusione - noi stessi e il mondo, sono definiti dalle parole che utilizziamo? In ultima analisi, addirittura non esistono se non vengono nominati, o se li nominiamo in un certo modo?
Come cambia il nostro mondo, se smettiamo di parlare o se ci trasferiamo in un’altra nazione, con un’altra lingua e altre tradizioni?
Non solo c’è molta originalità in questa storia apparentemente sottile, in cui sembra succedere poco… Ma in realtà l’autrice va scandagliare sensi profondissimi del vivere universale e attuale, suggerendo e non rendendo mai il messaggio troppo lampante.
Questa straordinaria profondità non si nasconde, però dietro virtuosismi culturali o letterari, lasciandomi a bocca aperta e ammirato.
Non ultimo, l’atmosfera sognante e rarefatta, un po’ onirica e piovigginosa, crea una sensazione di lettura intima, ovattata, che ho adorato e mi mancherà.
Intimo e stratificato
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Che profondità
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affascinante ma noiosetto
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Dubbiosa
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Inaspettato
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Libro poetico sul significato profondo del linguaggio e della comunicazione, ma riuscito solo a metà.
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Non avevo mai letto nulla e temevo fosse impervio affrontarla.
Invece è una lunga poesia in prosa .Ogni frase ogni descrizione ti affascina e ti commuove.Due monadi che si incontrano e si amano e si comprendono
Un Nobel strameritato
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