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Spatriati
- Letto da: Paolo Russo
- Durata: 7 ore e 21 min
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Sintesi dell'editore
Claudia è solitaria ma sicura di sé, stravagante, si veste da uomo. Francesco è acceso e frenato da una fede dogmatica e al tempo stesso incerta. Lei lo provoca: lo sai che tua madre e mio padre sono amanti? Ma negli occhi di quel ragazzo remissivo intravede una scintilla in cui si riconosce. Da quel momento non si lasciano più. A Claudia però la provincia sta stretta, fugge appena può, prima Londra, poi Milano e infine Berlino, la capitale europea della trasgressione; Francesco resta fermo e scava dentro di sé. Diventano adulti insieme, in un gioco simbiotico di allontanamento e rincorsa, in cui finiscono sempre per ritrovarsi.
Mario Desiati mette in scena le mille complessità di una generazione irregolare, fluida, sradicata: la sua. Quella di chi oggi ha quarant'anni e non ha avuto paura di cercare lontano da casa il proprio posto nel mondo, di chi si è sentito davvero un cittadino d'Europa.
Con una scrittura poetica ma urticante, capace di grande tenerezza, dopo Candore torna a raccontare le mille forme che può assumere il desiderio quando viene lasciato libero di manifestarsi. Senza timore di toccare le corde del romanticismo, senza pudore nell'indagare i dettagli più ruvidi dell'istinto e dei corpi, interroga il sesso e lo rivela per quello che è: una delle tante posture inventate dagli esseri umani per cercare di essere felici. "A volte si leggono romanzi solo per sapere che qualcuno ci è già passato".
Claudia entra nella vita di Francesco in una mattina di sole, nell'atrio della scuola: è una folgorazione, la nascita di un desiderio tutto nuovo, che è soprattutto desiderio di vita. Cresceranno insieme, bisticciando come l'acqua e il fuoco, divergenti e inquieti. Lei spavalda, capelli rossi e cravatta, sempre in fuga, lui schivo ma bruciato dalla curiosità erotica. Sono due spatriati, irregolari, o semplicemente giovani. Un romanzo sull'appartenenza e l'accettazione di sé, sulle amicizie tenaci, su una generazione che ha guardato lontano per trovarsi.
Cosa pensano gli ascoltatori di Spatriati
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Storia

- Lucia Basile
- 28/05/2023
Bellissimo libro e bellissima storia!
La storia è bellissima: comincia come tante storie di ragazzi, ma poi prende consistenza e si fa sempre più intrigata e diversificata negli eventi che si sviluppano. Paesaggi pugliesi mozzafiato! Descrizione di eventi e situazioni molto precisa e curata. È anche letto molto bene, l’unico neo che “disturba” (ma l’ho colto in quanto pugliese) è la cadenza salentina del lettore che purtroppo cozza con Francesco, il protagonista che racconta la storia, che è martinese: il martinese è una lingua decisamente più vicina al barese che al brindisino/leccese…se proprio doveva avere un accento, questa lettura.
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1 persona l'ha trovata utile
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Generale
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Storia

- Patrizia Baghetti
- 18/09/2023
Spatriati
Lettura veloce che non perde tempo , come i protagonisti di questo bel libro .
Ragazze e ragazzi giovani alla prova con la vita . Mi è piaciuto molto!
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Storia

- Cliente Amazon
- 11/09/2023
Tedesco orrendo
Se si produce un audiolibro di cui si conosce la parziale ambientazione in Germania è indispensabile che lo speaker sia in grado di pronunciare il tedesco
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Storia

- Alessandro P.
- 31/08/2023
una storia come tante
storia non banale, ma poco avvincente. da un premio Strega mi aspettavo di più.
Lettore bravo, ma con un accento romano piuttosto marcato che rende ridicoli molti dei riferimenti dialettali (pugliesi) presenti nel testo e il racconto in prima persona del protagonista, anch'egli pugliese.
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Storia

- Utente anonimo
- 24/08/2023
Spatriato: senza arte né parte
Un libro senza arte né parte. La storia non è particolarmente originale né avvincente, e la lettura non è coinvolgente. Un romanzo contemporaneo simile a molti dello stesso genere di narrativa italiana, ma meno interessante. inoltre. la trama non è sviluppata bene: la parte ambientale a Berlino avrebbe potuto essere raccontata ed approfondita molto meglio,
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Storia

- Chiary
- 22/08/2023
Il VELENO della FORTUNA
Il contenuto del romanzo è una fotografia della mia generazione e mette in evidenza ciò che più non mi piace di essa: la mancanza di "spina dorsale". Il protagonista, Francesco VELENO vive attraverso la vita di Claudia FORTUNA, incapace di prendere decisioni autonome, ma solo filtrate da quelle di Claudia, attendista e temporeggiatore. Finalmente diamo un nome a questa tipologia di persone, SPATRIATA, appunto.
Ciò che invece mi è piaciuto molto sono stati gli incipit delle varie parti del libro, dove, didatticamente, viene data una definizione di una parola dialettale o straniera (inglese o tedesca) in base al luogo in cui la parte stessa della storia è ambientata. Queste parole in italiano si possono tradurre solo con perifrasi: indicativo di quanto profondo sia il tema della non appartenenza e non patriottismo.
Il lettore poco coinvolgente
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Storia

- luigi
- 22/08/2023
Interessante & Consigliato
meritato premio strega 2023, il libro risulta gradevole con punti di forza l'epilogo e la narrazione dei due protagonisti. Ambientazioni a tratti confusionarie e la storia non particolarmente avvincente ma nella sostanza un bel libro
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Storia

- Claudio
- 21/08/2023
Incuriosisce
Mi è persino piaciuta la parte in cui sono esposte le note al testo. Mi ha incuriosito la trama e il modo in cui è stata srotolata nei capitoli. Un libro che non avrei cercato che mi ha trovato...
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Storia

- Marco Focchi
- 05/08/2023
Appannato
La storia non ha nessuna originalità, e non è particolarmente avvincente. Sarebbe tuttavia ascoltabile se il libro non fosse penalizzato da una lettura piatta, dall’emotività appannata, che slitta spesso nell’ intonazione retorica. Bisognerebbe mettere un po’ di attenzione anche agli accenti: non è Natàlia Ginsburg, ma Natalìa, non è Luciano di Samosàta, ma di Samòsata.
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Storia

- Anna G.
- 01/08/2023
FediGRAFO
ogni volta legge fedigrafo invece che fedifrago... che sia il lettore a sbagliare la pronuncia o lo scrittore a sbagliare a scrivere, non si può sentire.
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Storia

- Utente anonimo
- 01/04/2023
peccato
Libro interessante, che parla ai millennials. Peccato per le terribili pronunce delle parole straniere.
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