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Capire il cuore altrui

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Capire il cuore altrui

Di: Antonella Lattanzi
Letto da: Anita Zagaria
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A proposito di questo titolo

Emma, Flaubert e altre ossessioni.

Viziata, egoista, capricciosa, indolente, arrivista. Oppure: paladina del Desiderio, la pulsione fondamentale che muove ogni essere umano, che in lei è totalizzante al punto da guidare ogni sua azione, dalle relazioni amorose al suicidio finale. Di tutte le eroine della letteratura poche sono in grado di dividere il parere dei lettori quanto Emma Bovary.

Antonella Lattanzi, una delle più grandi scrittrici italiane contemporanee, si è innamorata di Emma. Più di una volta, a ogni rilettura del capolavoro di Flaubert, in periodi diversi, e sempre cruciali, della sua vita. Madame Bovary è il libro del suo cuore, ed Emma per lei quasi un’ossessione. Lo stesso desiderio inestinguibile che muove Emma, Lattanzi lo sente come proprio, tanto da farle pensare se non "Madame Bovary sono io" almeno "Emma è mia sorella".

Seguendo il filo di questa affinità elettiva, Lattanzi, con il suo stile appassionato ed elegante, ci conduce in un viaggio nella psiche dell’eroina flaubertiana, un viaggio in cui la sua vita e quella immaginaria del personaggio si intrecciano, mostrandoci come l’opera e l’ossessiva cura di Flaubert per la scrittura illuminino un percorso che riguarda altri libri, film, canzoni, da Anna Karenina al documentario Deep Water, da Sotto il vulcano di Malcolm Lowry a Beppe Fenoglio. Capire il cuore altrui rivela ancora una volta il talento di Lattanzi, la sua scrittura ipnotica, emozionante ed esatta, capace di indagare come solo la grande letteratura sa fare gli abissi e le vette dell’animo umano.

©2024 HarperCollins Italia S.p.A (P)2024 Audible GmbH
Storia e critica della letteratura

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Ho ascoltato questo libro con molto interesse d’inizio alla fine e mi ha fatto pensare molto molto bello

Belllo…interessante.

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Ho ascoltato il saggio di Antonella Lattanzi perché ho un ricordo bellissimo della lettura del suo precedente romanzo, "Cose che non si raccontano" edito da Einaudi.
Quest'opera, però, l'ho trovata estremamente confusionaria nella trattazione alla rinfusa degli argomenti esposti da Gustave Flaubert in "Madame Bovary" e dei ricordi e delle sensazioni che l'autrice associa alla lettura, nonché alle numerose riletture del romanzo francese.
Poiché la Lattanzi ha una vera e propria ossessione per Emma Bovary, non ha saputo o voluto imprimere alla scrittura dei suoi capitoli dare uno stile ordinato e maggiormente godibile.
Forse il non aver letto prima "Madame Bovary" non mi ha consentito di apprezzare a pieno l'ascolto di questo saggio, che ho comunque trovato interessante e ha destato la curiosità nei confronti del classico francese.
La voce della lettrice risulta un pochino piatta, priva di emozioni.

Un saggio un po' confusionario

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Libro inutile! Pensavo fosse un saggio ma neanche! Non c’è niente di più noioso come questo libro

Brutto

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non mi è in verità molto piaciuto perché nel racconto manca di originalità di contenuto.

contaminatio

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