Sognai talmente forte
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Letto da:
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Giorgio Ginex
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Di:
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Massimo Bubola
A proposito di questo titolo
Il vecchio Callimaco, giunto alla fine di una vita vissuta nel canto e nella musica, trascorre il suo ultimo giorno circondato dalle tante persone che lo hanno amato, e con loro ripercorre i momenti cruciali della sua vita, tra ricordi, sogni e visioni. Racconta così di quando, bambino, era il piccolo "servo pastore", amato e temuto dalla comunità, per il suo indomito spirito di eretica libertà; dialoga, in sogno, con la figlia Teresa dagli occhi secchi, che per amore dal mare di Rimini finisce a morire nell'Argentina delle torture e della dittatura; si diverte a ricordare la filastrocca di Volta la carta, e si commuove nel ricordo degli amici nativi americani che gli raccontarono la strage del Fiume Sand Creek... E poi ancora, Callimaco rievoca Il cielo d'Irlanda, l'Hotel Supramonte e tanti altri luoghi e immagini che – attraverso le canzoni – sono entrati nell'immaginario collettivo degli italiani.
Quella di Bubola è una grande operazione letteraria, destinata a lasciare un segno profondo nella storia della cultura contemporanea: le sue canzoni tornano qui in un'altra forma, quella della prosa d'arte, e rivivono, arricchite di nuove suggestioni, nuove sfaccettature, nuova luce.
©2022 Mondadori (P)2022 MondadoriCosa pensano gli ascoltatori di Sognai talmente forte
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Generale
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Lettura
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Storia
- Anita Giannasio Mirisola
- 02/12/2022
Ma davvero è piaciuto a qualcuno?
Un grande no, per me.
L'ho trovato pomposo e autocelebrativo fino alla noia, anzi, mi ha proprio fatta innervosire.
Da amante di De André, la premessa mi aveva catturata già dal titolo: un uomo anziano e in fin di vita, circondato dai suoi cari, ripercorre le tappe della sua esistenza attraverso le canzoni da lui composte. Ci vengono quindi narrate (per la prima volta in prosa anziché in musica) le storie di Teresa di "Rimini", Angelina e Madama Dorè di "Volta la carta", i nativi americani di "Fiume Sand Creek".
Sembrava un'opera promettente, ma, ahimé, il contenuto altamente filosofico si è perso nella forma arrovellata e nello stile inutilmente alto. Prima che mi si dia dell'insensibile, ignorante, incapace di comprendere la poesia di un artista come Bubola, cito le parole di un altro scrittore assai noto:
"A mio parere non si dovrebbe scrivere in modo oscuro, perché uno scritto ha tanto più valore, e tanta più speranza di diffusione e di perennità, quanto meglio viene compreso e quanto meno si presta ad interpretazioni equivoche. [...] La scrittura serve a comunicare, a trasmettere informazioni o sentimenti da mente a mente, da luogo a luogo e da tempo a tempo, e chi non viene capito da nessuno non trasmette nulla, grida nel deserto. [...] Sta allo scrittore farsi capire da chi desidera capirlo: è il suo mestiere, scrivere è un servizio pubblico, e il lettore volenteroso non deve andare deluso."
- Primo Levi, "L'altrui mestiere"
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Generale
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Lettura
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Storia
- stefano
- 06/10/2022
Ennesima grande prova letteraria di Bubola
Bubola ,dopo i due stupendi romanzi degli scorsi anni , si conferma grande narratore scrivendo un’opera di altissimo spessore letterario intrisa di riferimenti poetici e storici , dove , alcuni dei suoi capolavori musicali assumono forma scritta .Un vero gioiello
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