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Oggi faccio azzurro

Di: Daria Bignardi
Letto da: Daria Bignardi
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A proposito di questo titolo

"Mi chiamo Gabriele, come l'arcangelo" aveva detto, "ma qui in Germania è un nome da donna. Il tuo invece che razza di nome è?" Galla si chiama così in onore dell'imperatrice Galla Placidia: "Darmi quel nome è stato uno dei pochi gesti coraggiosi di mia madre". Da quando è stata lasciata dal marito, improvvisamente e senza spiegazioni, passa le giornate sul divano a fissare la magnolia grandiflora del cortile, fantasticando di buttarsi dal balcone per sfuggire a un dolore insopportabile di cui si attribuisce ogni colpa.

Esce di casa solo per vedere la psicanalista Anna Del Fante o per andare in carcere. "Da quando Doug mi ha lasciata sto bene solo dentro. Canto con altre dieci volontarie in un coro di detenuti tossicodipendenti. Anche io devo disintossicarmi." Durante il primo viaggio da sola, a Monaco di Baviera, entra per caso in un museo dove è allestita la mostra della pittrice tedesca Gabriele Münter. Galla, che da ragazza studiava arte, ricorda solo che la Münter era nel gruppo del Cavaliere Azzurro con Vasilij Kandinskij. Ma quel giorno le sue opere "così piene di colore e prive di gioia" la ipnotizzano.

Da quel momento la voce di Gabriele entra nella vita di Galla: la tormenta, la prende in giro e intanto le racconta la sua lunga storia d'amore con Kandinskij, così simile a quella di Galla con Doug. Mentre il dialogo tra le due si fa sempre più animato, la strada di Galla incrocia quella di altri due pazienti di Anna Del Fante: Bianca, un'adolescente che non riesce più ad andare a scuola, e Nicola, seduttore compulsivo e vittima di attacchi di panico.

Le imprevedibili conseguenze di questo incontro potrebbero cambiare le vite di tutti e tre. Una storia irresistibile - a tratti comica e a tratti struggente - che mescola leggerezza e profondità, grazia e tenerezza, esplorando il nostro rapporto con il dolore, che è poi il nostro rapporto con noi stessi.

©2020 Mondadori (P)2021 Mondadori
Narrativa femminile

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mi è piaciuto, l'ho ascoltato come si beve una buona bibita, rinfrescante. narrazione fluida con grande capacità di calarsi in personaggi diversi per età ricordi o emozioni. ne consiglio la lettura

molteplicita'

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daria Bignardi è una ottima scrittrice ed una lettrice calma e paziente. mi chiedo sempre quanto di autobiografico ci sia nei suoi romanzi. mi piace sempre e comunque. mi fa riflettere e sentire meno sola nelle mie debolezze

piacevole e scorrevole

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Storia carina, ben letta!!!!
È finito troppo presto, proprio mentre mi stavo affezionando a Galla e alla “voce” di Gabriele, proprio mentre iniziavano ad intrecciarsi le storie con Bianca e Nicola.
È il terzo libro che ascolto della Bignardi e anche questo è stato scorrevole e piacevole ...... un po’ troppo corto!!!

Troppo corto

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Amo molto la narrativa di Daria Bignardi ma questo libro l’ho dovuto lasciare alla fine del secondo capitolo. Fatico a seguirlo e non mi prende come tutti i suoi letti in precedenza.
Bella l’idea della voce interiore, compagna di Kandinsky, anche se non ho colto il nesso con la protagonista e non mi è piaciuta la spersonalizzazione dei genitori e parenti identificati come madre, padre, ecc. Peccato. Nulla da eccepire.

Non mi ha preso 😕

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Daria Bignardi ha una voce bellissima ma spesso la lettura e' monotono, come se non mettesse passione nel raccontare. Purtroppo la storia non mi ha appassionato, non mi ha lasciato nulla ... peccato !

lettura poco travolgente

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