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La felicità del lupo

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La felicità del lupo

Di: Paolo Cognetti
Letto da: Paolo Cognetti
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A proposito di questo titolo

"Silvia rise. E di cosa sa gennaio? Di cosa sapeva gennaio? Fumo di stufa. Prati secchi e gelati in attesa della neve. Il corpo nudo di una ragazza dopo una lunga solitudine. Sapeva di miracolo". Fausto si è rifugiato in montagna perché voleva scomparire, Silvia sta cercando qualcosa di sé per poi ripartire verso chissà dove.

Lui ha quarant'anni, lei ventisette: provano a toccarsi, una notte, mentre Fontana Fredda si prepara per l'inverno. Intorno a loro ci sono Babette e il suo ristorante, e poi un rifugio a più di tremila metri, Santorso che sa tutto della valle, distese di nevi e d'erba che allargano il respiro. Persino il lupo, che mancava da un secolo, sembra aver fatto ritorno. Anche lui in cerca della sua felicità. Arrivato alla fine di una lunga relazione, Fausto cerca rifugio tra i sentieri dove camminava da bambino. A Fontana Fredda incontra Babette, anche lei fuggita da Milano molto tempo prima, che gli propone di fare il cuoco nel suo ristorante, tra gli sciatori della piccola pista e gli operai della seggiovia.

Silvia è lì che serve ai tavoli, e non sa ancora se la montagna è il nascondiglio di un inverno o un desiderio duraturo, se prima o poi riuscirà a trovare il suo passo e se è pronta ad accordarlo a quello di Fausto. E poi c'è Santorso, che vede lungo e beve troppo, e scopre di essersi affezionato a quel forestiero dai modi spicci, capace di camminare in silenzio come un montanaro. Mentre cucina per i gattisti che d'inverno battono la pista e per i boscaioli che d'estate profumano il bosco impilando cataste di tronchi, Fausto ritrova il gusto per le cose e per la cura degli altri, assapora il desiderio del corpo e l'abbandono. Che esista o no, il luogo della felicità, lui sente di essere esattamente dove deve stare.

©2021 Einaudi (P)2022 Einaudi
Narrativa di genere Narrativa letteraria

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Più rilevanti
le sensazioni trasmesse da questo libro mi risuonano dentro come mie...negli anni ho capito quanto la montagna mi attragga così come possa invece causarmi ostilità e paura nei suoi confronti...
Cognetti ha messo in luce questi aspetti di umanità, nei quali mi ritrovo tantissimo!!

pensieri

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Meraviglioso nella sua semplicità, oggettività e positività. Tutto l’ottimismo lirico di Cognetti anche bravo lettore

Un balsamo per l’anima

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Amo leggere Cognetti perché la sua prosa semplice e asciutta racconta di un mondo fuori dal mondo stesso, una montagna che è fascino, pericolo e anima. I suoi personaggi mi trasmettono serenità e speranza perché mostrano che a ogni età ci può essere felicità al di fuori della carriera, dei soldi e della stabilità e quanto possa essere appagante una vita semplice che si nutre di relazioni oneste e di paesaggi mozzafiato.

La felicità...del lettore

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libro bello, descrizioni che fanno respirare ma la lettura non è godibile, la voce usata male, i toni poco vari, insomma meglio fare fare queste cose ai professionisti specifici

libro bello ma la lettura non è godibile

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Ma che meraviglia questo piccolo prezioso libro!! L'ho scoperto dopo aver letto il bellissimo Le otto montagne ed aver ascoltato ed apprezzato tantissimo l'ultimo Giù nella valle!!!
La lettura da parte di Cognetti secondo me da ancora più magia al racconto, grazie mille!

una felice scoperta

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