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L'Italia in guerra - Prospettive. Caporetto per chi perde, Caporetto per chi vince
- Lezioni di Storia
- Letto da: Alessandro Barbero
- Serie: Lezioni di Storia, Titolo 98
- Durata: 1 ora e 4 min
- Versione originale Audiolibro
- Categorie: Storia, Militare
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Nella Grande Guerra l'Italia compie uno sforzo organizzativo, industriale e umano sbalorditivo per un Paese così debole. Nel mondo, però, di quegli anni tutti ricordano un unico episodio, un episodio il cui nome ha assunto un valore etimologico strettamente collegato all'umiliazione: Caporetto. Ma di questo non possiamo incolpare gli altri; in quell'occasione è emersa l'altra faccia dell'Italia, un Paese sospeso fra modernità e arretratezza. Inefficienza, retorica, irresponsabilità della classe dirigente: retaggi da cui forse non siamo mai riusciti a liberarci.
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È la mattina di Natale dell'anno 800: Carlo Magno entra nella basilica di San Pietro e china la testa davanti al pontefice Leone III per ricevere dalle sue mani la corona imperiale. È un evento senza precedenti: è l'atto di nascita di uno spazio geopolitico occidentale che, al di là delle vicissitudini della corona imperiale, costituisce ancora oggi l'orizzonte predominante della storia europea.
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Quando il giovane ed energico Federico Barbarossa viene incoronato re d'Italia a Monza nel 1155, non immagina certo quello che il futuro gli riserva. Sa che per l'inerzia dei suoi predecessori le città della Lombardia, nome con il quale s'intende l'intera pianura padana, si sono abituate a governarsi da sole, a farsi la guerra per promuovere gli interessi commerciali dei loro mercanti, e persino a battere moneta; ma d'ora in poi le cose cambieranno.
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Sabato 11 giugno 1289. Nella piana che porta a Poppi, in località Campaldino, si affrontano l'armata aretina dei Ghibellini e quella fiorentina dei Guelfi. Tra le sue file, un giovane cavaliere, Dante Alighieri, combatte come guelfo bianco. Forse l'immagine del Sommo Poeta a cavallo, con la cotta di maglia, la testa chiusa nell'elmo di ferro e la spada in pugno non appartiene al più diffuso immaginario dantesco, certo però è che se molti hanno sentito nominare quella battaglia, il merito va alla Divina Commedia.
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Era il sultano, ma anche il califfo, protettore della Mecca; usava il titolo ancestrale di khan, che sapeva di steppa e orde nomadi, ma era anche l'erede di Roma e Bisanzio e ostentava il titolo di "Cesare dei Cesari". Era il Gran Turco. Solimano il Magnifico, e il suo regno, rappresentava per gli europei, di volta in volta, uno specchio distorto, un incubo e una speranza, la fertile terra dei paradossi.
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Fino all'inizio del XIV secolo il Medioevo europeo registra una crescita demografica e urbana, del commercio e della tecnica. Ma l'aumento della popolazione provoca una domanda alimentare superiore all'offerta e si avvertono i segni della crisi. Poi, a metà del secolo, un terribile flagello si abbatte sul Vecchio Continente: nel giro di pochi anni la peste riduce di un terzo circa la popolazione. È l’apice di una crisi profonda che trasforma radicalmente il paesaggio e l'economia e provoca aspri conflitti tra Stati.
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Nella Grande Guerra l'Italia compie uno sforzo organizzativo, industriale e umano sbalorditivo per un Paese così debole. Nel mondo, però, di quegli anni tutti ricordano un unico episodio, un episodio il cui nome ha assunto un valore etimologico strettamente collegato all'umiliazione: Caporetto. Ma di questo non possiamo incolpare gli altri; in quell'occasione è emersa l'altra faccia dell'Italia, un Paese sospeso fra modernità e arretratezza. Inefficienza, retorica, irresponsabilità della classe dirigente: retaggi da cui forse non siamo mai riusciti a liberarci.
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È la mattina di Natale dell'anno 800: Carlo Magno entra nella basilica di San Pietro e china la testa davanti al pontefice Leone III per ricevere dalle sue mani la corona imperiale. È un evento senza precedenti: è l'atto di nascita di uno spazio geopolitico occidentale che, al di là delle vicissitudini della corona imperiale, costituisce ancora oggi l'orizzonte predominante della storia europea.
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Quando il giovane ed energico Federico Barbarossa viene incoronato re d'Italia a Monza nel 1155, non immagina certo quello che il futuro gli riserva. Sa che per l'inerzia dei suoi predecessori le città della Lombardia, nome con il quale s'intende l'intera pianura padana, si sono abituate a governarsi da sole, a farsi la guerra per promuovere gli interessi commerciali dei loro mercanti, e persino a battere moneta; ma d'ora in poi le cose cambieranno.
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Sabato 11 giugno 1289. Nella piana che porta a Poppi, in località Campaldino, si affrontano l'armata aretina dei Ghibellini e quella fiorentina dei Guelfi. Tra le sue file, un giovane cavaliere, Dante Alighieri, combatte come guelfo bianco. Forse l'immagine del Sommo Poeta a cavallo, con la cotta di maglia, la testa chiusa nell'elmo di ferro e la spada in pugno non appartiene al più diffuso immaginario dantesco, certo però è che se molti hanno sentito nominare quella battaglia, il merito va alla Divina Commedia.
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Era il sultano, ma anche il califfo, protettore della Mecca; usava il titolo ancestrale di khan, che sapeva di steppa e orde nomadi, ma era anche l'erede di Roma e Bisanzio e ostentava il titolo di "Cesare dei Cesari". Era il Gran Turco. Solimano il Magnifico, e il suo regno, rappresentava per gli europei, di volta in volta, uno specchio distorto, un incubo e una speranza, la fertile terra dei paradossi.
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Fino all'inizio del XIV secolo il Medioevo europeo registra una crescita demografica e urbana, del commercio e della tecnica. Ma l'aumento della popolazione provoca una domanda alimentare superiore all'offerta e si avvertono i segni della crisi. Poi, a metà del secolo, un terribile flagello si abbatte sul Vecchio Continente: nel giro di pochi anni la peste riduce di un terzo circa la popolazione. È l’apice di una crisi profonda che trasforma radicalmente il paesaggio e l'economia e provoca aspri conflitti tra Stati.
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Storia
Dominatori, potenti, privilegiati: hanno vita facile i cittadini, nell'impero romano. Mentre gli indigeni delle province conquistate vivono in uno stato di subalternità politica e giuridica, chi può vantare la cittadinanza dispone di immunità e privilegi molto concreti. Come san Paolo, quando viene arrestato. Gli basta dire al centurione di essere cittadino romano, e per di più di esserlo dalla nascita, che subito viene rimesso in libertà con tante scuse, e all'ufficiale non resta che commentare tra i denti quanti soldi la cittadinanza era invece costata a lui.
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Storia
"Internazionalismo", "classe", "nazione"... E poi ancora "irredentismo", "Risorgimento", "patria"... I miti - forse mai come in questo periodo - giungono al capolinea per poi subitaneamente ripartire in direzione opposta. Un'apocalisse in cui l'intransigenza si oppone ad improvvisi cedimenti, il clericalismo più rigido lascia spazio alla più intransigente laicità. Una congerie di sentimenti e di ragioni che disegna una nuova geografia del pensiero.
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Caporetto
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Storia
Alle due del mattino del 24 ottobre 1917, i cannoni austro-tedeschi cominciarono a colpire le linee italiane. All'alba le Sturmtruppen, protette dalla nebbia, andarono all'assalto. In poche ore, le difese vennero travolte e la sconfitta si trasformò in tragedia nazionale. Oggi sappiamo che quel giorno i nostri soldati hanno combattuto, eccome, finché hanno potuto. Ma perché l'esercito italiano si è rivelato così fragile, fino al punto di crollare?
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La guerra mise fine alla prima globalizzazione: fu davvero una belle époque? Nessuno aveva previsto una guerra tanto lunga e costosa. Quanto costosa? In che modo fu finanziata e con quali effetti nel Dopoguerra? Chi pagò davvero per la guerra? La guerra economica non ebbe vincitori ma solo vinti, perché? Domande alle quali è utile cercare una risposta per capire perché fu necessario attendere il 1951 per avere una vera pace in Europa.
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È un'Europa senza sonno, per dirla con Stefan Zweig, un'Europa che non ha dormito per cinque anni quella che si risveglia all'alba del 12 novembre 1918. L'armistizio firmato il giorno prima a Compiègne restituisce un mondo ignoto e in questo mondo i territori, con i loro mutati confini, giocano un ruolo fondamentale: popoli che erano di qua ora sono di là e viceversa, in un rimescolamento di lingue, di etnie, e quindi di abitudini e costumi, che non ha precedenti.
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In quell'afosa giornata del 2 luglio, a Trieste la darsena accoglie le salme dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo e della moglie Sofia. Poi la messa funebre e il lungo corteo fino alla stazione della Ferrovia meridionale.
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Io racconto la Storia, non la insegno
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Guerra 1914-1918 - Società. Il fronte interno
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Generale
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Storia
Gli effetti devastanti della guerra non riguardano solo il fronte militare, ma anche il "fronte interno", il Paese tutto. La vita dei civili viene sconvolta, sotto il profilo materiale come sotto quello affettivo, per la lontananza o - peggio - per la perdita dei familiari. Protagoniste inaspettate di questa "guerra del quotidiano" le donne: suppliscono in campagna all'assenza degli uomini, entrano nelle nuove fabbriche, sono coinvolte nell'opera di assistenza.
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Purtroppo non è coinvolgente né interessante
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Novecento italiano - 1900. Inizia il secolo
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- Di: Emilio Gentile
- Letto da: Emilio Gentile
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Generale
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Storia
Il secolo appena trascorso si è chiuso nel caos e l'inizio del nuovo si annuncia drammatico. La pistola di Gaetano Bresci spezza la vita di Umberto I, colpevole di aver decorato con la gran croce quel Bava Beccaris che aveva sparato sulla folla di Milano. Potrebbe essere l'inizio di una catastrofe politica e sociale, invece è l'avvio di un nuovo corso di politica liberale. Intanto in Europa impazza la Belle Époque.
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molto interessante
- Di Francesco Ingenito il 11/06/2019
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L'Italia in guerra - Dopo. Vittoria senza pace
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- Letto da: Raoul Pupo
- Durata: 54 min
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Generale
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Storia
4 novembre 1918: l'Italia è in tripudio. Rispetto al 1915 il contesto internazionale è però cambiato: gli interessi italiani si scontrano con quelli di alleati mai amici e il peso reale del nostro Paese non è assolutamente pari alle iniziali ambizioni. Prenderne atto è doloroso per la pubblica opinione e devastante per le istituzioni. La pace, alla fine, arriverà ed anche a buone condizioni; ma oramai lo stato liberale è entrato in agonia.
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Ottima
- Di Utente anonimo il 25/12/2020
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L'Italia in guerra - Confini. Italiano dalla parte del nemico
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- Di: Gustavo Corni
- Letto da: Gustavo Corni
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Generale
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Storia
Infidi o lealisti? Austriacanti o patrioti? Quale è stato il destino delle centinaia di migliaia di cittadini dell'impero asburgico che erano e si consideravano italiani per lingua e per cultura? Strattonati da un lato dalla propaganda irredentista e dall'altro influenzati dalla tradizionale cultura dell'obbedienza alle regole, nell'estate del 1914 hanno risposto in larga parte al richiamo della mobilitazione. Inghiottiti dal vortice delle prime sconfitte dell'esercito austro-ungarico, la loro identità nazionale sarà poi messa a dura prova.
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L'Italia in guerra - Frammentazioni. Finis Austriae
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Generale
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Storia
La guerra è finita. L'Impero ha perso un milione di uomini, Vienna è divenuta la capitale di un territorio dieci volte più piccolo e una monarchia quasi millenaria ha cessato per sempre di esistere. Le clausole imposte dai vincitori, tuttavia, lungi dallo stabilire una pace equa e duratura, contribuiranno ad alimentare un'instabilità politica ed economica destinata a travolgere rovinosamente l'Europa nel breve arco di due decenni.
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L'Italia in guerra - Montagne. La guerra bianca
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Generale
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Storia
Trincee, gallerie, camminamenti e vie ferrate. La Grande Guerra pone fine alla tradizionale battaglia in campo aperto che per millenni aveva caratterizzato la strategia militare. In un simile contesto la montagna diventa protagonista assoluta: nel suo ventre è disegnata la frontiera, nel suo ventre bisogna innanzitutto pensare a sopravvivere; su pareti a picco e con inverni a trenta gradi sotto zero, l'alba del nuovo giorno è già una vittoria.
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molto interessante, ma audio pessimo
- Di Rufo il 01/11/2021
Sintesi dell'editore
A Caporetto vincono i tedeschi e non gli austriaci, in una battaglia per loro del tutto secondaria e su un fronte privo di qualunque importanza strategica.
Analizzare come e perché l'offensiva venne decisa, progettata e realizzata consente di gettare uno sguardo in profondità sui fallimenti dell'esercito italiano; consente altresì di considerare l'organizzazione di un'istituzione, l'esercito tedesco, che sarà di lì a poco nuovamente tragica protagonista della nostra storia.
Cosa pensano gli ascoltatori di L'Italia in guerra - Prospettive. Caporetto per chi perde, Caporetto per chi vince
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Generale
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Storia
- Rtotin
- 17/09/2020
Superbo
Una lezione superba che artiglia l'attenzione e fa strage dei soliti luoghi comuni. Da ascoltare++++
1 persona l'ha trovata utile
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Generale
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Storia
- Jo Falco
- 02/06/2020
Sesta stella
Magna cum Laude! Eccellente presentazione. Per alcuni autori servirebbe una “stella” extra e Barbero la merita
1 persona l'ha trovata utile
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Generale
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Storia
- pin
- 10/05/2020
Su A. Barbero
Lezione straordinaria. Non si smetterebbe mai di ascoltare...e imparare da questo preparatissimo storico ,divulgatore di grande efficacia.
1 persona l'ha trovata utile
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Generale
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Storia
- Cliente Amazon
- 01/02/2020
Ottimo come sempre il Prof. Barbero
audio un po' rimbombante e un po' gridato. molto consigliato . m c m c
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Generale
- mario ferrara
- 18/09/2019
Barbero è un maestro insuperabile
Meravigliosa ricostruzione, minuziosa, lucida, e fatica. Interessantissime le considerazioni finali, che svelano molte cose dell'italianitá
1 persona l'ha trovata utile
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Generale
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Storia
- Pesca
- 08/09/2019
Leggere il libro
Questa lezione (come anche un'altra), sono molto utili per poter ascoltare lo splendido libro (purtroppo, per ora solo il primo su Audible ) su Caporetto del Professor Barbero. Invito tutti ad ascoltare prima le lezioni e poi il libro.
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Generale
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Storia
- OrsoVispo
- 27/08/2019
Caporetto raccontato da Barbero
Altra bellissima lezione di Alessandro Barbero sulla disfatta di Caporetto. Molto diversa da quello che è scritto sui libri di storia che si leggono a scuola.
1 persona l'ha trovata utile
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Generale
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Storia
- Simonetta
- 23/12/2020
La sconfortante storia italiana
Molto interessante, appassionata.
Ascoltando queste conferenze si rimane sconfortati dalla costatazione della pochezza della classe dirigente italiana, la cui inadeguatezza odierna trae radici nella storia.
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Generale
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Storia
- Silviap
- 13/12/2020
Molto illuminante narrato benissimo
Un racconto trascinante, coinvolgente, denso di contenuti. Assolutamente da non perdere.
Alessandro Barbero si conferma uno storico, un narratore e divulgatore di altissimo livello.