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Il soldato perduto
- Letto da: Oliviero Cappellini
- Durata: 5 ore e 14 min
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Sintesi dell'editore
1925, Parigi. Quando l’uomo entra nel ristorante, il maître col monocolo fissa con sospetto la sua camicia mal stirata, la giacca con le toppe ai gomiti da cui spunta una mano sola, le scarpe lucidate ma col fango sotto la suola. Chi ha combattuto si porta la guerra addosso, sotto la pelle, per sempre. Ed è stata una guerra feroce, tremendissima, quella che a lui ha strappato una mano, alle famiglie ha strappato padri, fratelli, figli. C’è una donna che lo attende seduta al tavolo con una questione urgente da sottoporgli: suo figlio non è mai tornato dal fronte e, sebbene siano trascorsi nove anni dalla battaglia di Verdun, Madame Joplain è graniticamente certa che Émile sia ancora vivo. L’uomo riconosce il lampo di folle speranza negli occhi di chi ha perso qualcuno ma non ha una tomba su cui piangere; ha cercato le tracce di tanti soldati spazzati dal conflitto, anche se finora non ne ha mai trovato uno in vita: che la triste signora non si faccia illusioni di sorta.
Sono passati oltre dieci anni da quando lui stesso ha dovuto lasciare il combattimento attivo per colpa di quella mutilazione e da allora non ha mai smesso di occuparsi delle tragedie che la guerra ha lasciato dietro di sé, cercando un modo per fare ammenda, per perdonare a sé stesso di essere ancora tra i vivi. Per questo accetterà l’incarico, si metterà in cerca di Émile su campi di battaglia ormai freddi, fra ex soldati e testimoni che cercano solo di dimenticare; avvierà un’indagine disperata che si tramuterà in annosa ossessione e porterà alla luce mille storie di dolore e sangue ma anche di amore e speranza.
Tra queste, una spicca per intensità e poesia, la storia della Figlia della Luna, quella donna bellissima che attraversava, notte dopo notte, la terra di nessuno tra i due schieramenti in cerca dell’amato perduto, indenne dal fuoco perché invisibile al nemico, come una creatura soprannaturale. E quando sulla Francia, sull’Europa intera, cominciano a soffiare nuovi venti di guerra con il loro carico di orrore e caos, è a quella storia dolce che il protagonista si aggrappa, unica luce in un mondo che affonda nelle tenebre.
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Generale
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Lettura
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Storia
- Elisa
- 26/01/2024
Meraviglioso
Mi capita spesso di leggere libri che vanno per la maggiore, molto osannati, ma che non mi lasciano nulla.
Poi a volte mi imbatto in queste piccole perle che esistono anche lontano dal clamore mediatico dei social. E questo mi fa molto piacere.
Questo romanzo, a mio parere, è semplicemente BELLISSIMO e scritto benissimo. Vale davvero la pena di leggerlo.
Viene raccontata la storia di una ricerca: la ricerca di un soldato disperso della prima guerra mondiale, portata avanti da un altro reduce che è stato assunto dalla madre del disperso.
In primo luogo devo dire che la scrittura è magnifica!
Si alternano momenti di sapienti descrizioni di ambienti e personaggi a momenti di pura poesia. Le frasi si rincorrono in un raccontare non prolisso, ma che viene subito al sodo, donando al lettore chiare immagini di quanto possa essere dura, orribile, disturbante, infine, inutile la guerra.
Una guerra che si porta via anni di giovani vite, amori, arti, le vite stesse. Una guerra che si crede essere l' ultima e che i vincitori ritengono comunque essere stata risolutiva e definitiva, ma alla fine, alle porte del 1940 devono amaramente accorgersi che il loro sacrificio è stato davvero inutile perchè no, la guerra non ha lasciato la martoriata Europa e si ripresenta con il suo carico di morte.
En passant vengono toccate tante tematiche. Potrebbe sembrare un un libro incentrato sulla ricerca di un disperso, sulla storia di un grande amore, ma invece semplicemente si sente forte una voce di denucia. Denuncia per l'inutilità della guerra, la crudeltà della guerra, la devastazione fisica e morale che ne deriva. Vengono snocciolati i numeri dei morti e dei dispersi, vengono ricordati i malati di mente lasciati a morire negli ospedali, i reduci mutilati nell'anima e nel fisico. Si ricorda che la guerra non finisce quando viene siglato l'accordo di pace, ma per chi l'ha vissuta continua a presentarsi ogni giorno lasciando i reduci privi di speranza.
E di sfuggita si riflette anche sul fatto che le persone ch abitano in un territorio conteso ( in questo caso l'Alsazia) non sono nè di una nazione, nè dell'altra e che non troveranno mai un posto definitivo dove sentirsi a casa.
Tutto questo fa da sfondo ad una particolarissima storia d'amore che vale la pena di essere letta.
Il lettore è bravissimo
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