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Hotel silence copertina

Hotel silence

Di: Auður Ava Ólafsdóttir
Letto da: William Angiuli
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Sintesi dell'editore

Jónas ha quarantanove anni e un talento speciale per riparare le cose. La sua vita, però, non è facile da sistemare: ha appena divorziato, la sua ex moglie gli ha rivelato che la loro amatissima figlia in realtà non è sua, e sua madre è smarrita nelle nebbie della demenza.Tutti i suoi punti di riferimento sono svaniti all'improvviso e Jónas non sa più chi è. Nemmeno il ritrovamento dei suoi diari di gioventù, pieni di appunti su formazioni nuvolose, corpi celesti e corpi di ragazze, lo aiuta: quel giovane che era oggi gli appare come un estraneo, tutta la sua esistenza una menzogna.

Comincia a pensare al suicidio, studiando attentamente tutti i possibili sistemi e tutte le variabili, da uomo pratico qual è. Non vuole però che sia sua figlia a trovare il suo corpo, e decide di andare a morire all'estero. La scelta ricade su un paese appena uscito da una terribile guerra civile e ancora disseminato di edifici distrutti e mine antiuomo. 

Jónas prende una stanza nel remoto Hotel Silence, dove sbarca con un solo cambio di vestiti e la sua irrinunciabile cassetta degli attrezzi. Ma l'incontro con le persone del posto e le loro ferite, in particolare con i due giovanissimi gestori dell'albergo, un fratello e una sorella sopravvissuti alla distruzione, e con il silenzioso bambino di lei, fa slittare il suo progetto giorno dopo giorno...

>> Questo audiobook in edizione integrale vi è offerto in esclusiva per Audible ed è disponibile solamente in formato audio digitale.

©2018 Einaudi (P)2018 Einaudi

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Generale
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Lettura
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Storia
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Immagine del profilo di Laura B.
  • Laura B.
  • 25/11/2018

Il male di vivere

In questo romanzo ho trovato interessanti le decisioni e le riflessioni del protagonista che aspira al suicidio, un suicidio ben organizzato,discreto, tale da creare il minor trauma possibile in chi rimane . Quest'ultima forma di amore\cortesia\protezione verso le persone amate che saranno obbligate a subire la sua scelta è molto civile e denota grande sensibilità, ma mi chiedo se non sia possibile attuarla solo per le forme di depressione meno gravi e quindi anche in un certo modo reversibili e curabili.
Il protagonista decide che si toglierà la vita in una nazione diversa dalla sua e quindi parte e approda in una nazione che ora si trova in un periodo di tregua, ma che porta tutti i segni della guerra recente: case semidistrutte, polvere e mine ancora ovunque, penuria o assenza di cibo e materiali per la ricostruzione. Anche le persone portano i segni della guerra: esteriormente con mutilazioni e menomazioni e anche interiormente per i traumi del vissuto. Ognuno convive con il proprio doloroso passato e si fa forza di ricominciare nonostante tutto. Durante il soggiorno in questa nazione (ma che nazione sarà mai? col mare e gli antichi mosaici azzurri? In tregua da una guerra? Voi l'avete scoperto?) il protagonista è costretto a paragonare il suo male di vivere con quello degli abitanti e a riflettere. Grazie alle sue abilità di Aggiustatutto viene presto accettato e conteso dalla variegata comunità. Detto così sembra banale, e forse un pochino lo è, ma penso che se abbiamo ancora le forze per ricalibrare un pochino la portata delle nostre sciagure ciò non può che migliorarci e per quanto è possibile, renderci un poco di serenità.
Scrittura algida e introspettiva, interpretazione ottima.

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  • Marco CAMPIGLIO
  • 07/01/2019

storia interessante ma...

...rovinata da una infelice lettura: monotona, senza sentimento e partecipazione. senza soluzione di continuità fra il contenuto ed il titolo del successivo capitolo al punto da confondere l'ascoltatore. Troppo veloce per un testo che spesso necessita del ritmo giusto per essere compreso ed amato. Peccato perché, letta in modo diverso, la storia avrebbe assunto una luce completamente differente.

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2 persone l'hanno trovata utile

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  • Elisabetta
  • 15/04/2019

Il silenzio è cosa viva

Un viaggio attraverso le parole fatte di un silenzio che fa germogliare di nuovo la vita, sia nel protagonista che nel luogo dove Lui pensava, secondo i suoi piani, di trovare la morte. Un libro che ci porta nelle profondità della nostra anima e che ci fa riflettere.

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  • RIPA
  • 04/02/2019

Molto scontato

L’unica cosa interessante sono alcune citazioni...
l’autore trattando un argomento troppo delicato, finisce per far sembrare banale sia il protagonista che l’intera storia.
Interpretazione del lettore buona.

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  • Alessandro Pratelli
  • 09/02/2024

Il senso della vita

E’ un racconto denso, emotivamente incalzante. Molto interessante il contrasto tra i due mondi: l’Islanda e il paese in guerra…
La storia si presta a varie riflessioni sulla vita in generale, sui rapporti umani, sulla famiglia.
Da leggere e, forse, rileggere.
Grande autrice 👏👏👏

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  • GiusyS
  • 21/05/2023

Il libro che tutti dovremmo leggere

Finalmente l'ho letto, anzi ascoltato, il lettore però non mi ha entusiasmato.
Di Hotel Silence mi piaceva innanzitutto il titolo, semplice, essenziale, promettente; il nome della scrittrice, con tutto il fascino che la cultura nordica ha sempre esercitato su di me; la copertina un po' meno: quello spazio aperto e solitario innanzi mi spaventa, come mi spaventa la solitudine e il silenzio; la trama anche mi spaventava, più o meno per gli stessi motivi e per quella necessità che mi si era palesata, imprescindibile, una volta iniziata la lettura, di dover affrontare un passaggio obbligato che mi riguarda personalmente.
Hotel Silence è un libro che ci dovremmo concedere tutti.
È la messa in pratica della filosofia di vita derivante dall'arte giapponese del Kintsugi: riparare e sottolineare il valore dopo una rottura, una spaccatura, un dolore .
Durante la lettura echeggiava nella mia mente la dolcissima voce di Pau Donés "da che punto guardi il mondo tutto dipende" ...
Jonas si è"rotto", si allontana cercando il luogo che sarà la "discarica" di se stesso e pensa che il paese disastrato dalla guerra possa essere quello giusto, quanto si sbaglia!
Inizierà a riparare, nel suo piccolo GRANDE, i danni della guerra, finché non sarà quest'ultima, o meglio le sue conseguenze, a "riparare" Jonas.

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  • simona
  • 03/02/2023

molto bello

Mi è piaciuto, molto bello intenso e attuale. Lo consiglio. Direi adeguata anche la voce e la lettura con le sue modulazioni e ritmi.

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  • Patatone
  • 16/10/2022

essenziale

una storia intensa raccontata in modo essenziale e senza fronzoli. completa. letta in modo semplice. mi è piaciuta

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  • silvia santoni
  • 12/09/2022

è un libro che merita premi letterari.

devo scrivere 15 parole per questa recensione ma non aggiungo niente . È da ascoltare o leggere.

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  • Anna
  • 30/04/2022

Silenzio, parla il cuore

Si, mi è proprio piaciuto. Nei momenti di maggior sconforto aiutare gli altri è la migliore arma per sconfiggere la solitudine. Non servono parole. In silenzio.

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