Germinale
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Letto da:
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Riccardo Bocci
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Di:
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Émile Zola
A proposito di questo titolo
Le miniere di Montsou, nel nord della Francia, 1870 circa. Étienne, arrivato da Lille in cerca di lavoro, è accolto nella squadra della famiglia Maheu, e con terrore scende per la prima volta nella terra. Il lavoro in miniera è tuttavia durissimo, scopre Étienne, e la paga non basta neppure a soddisfare la fame. Étienne organizza allora una cassa di previdenza a sostegno delle lotte (è l’amico Pluchard di Lille, un membro dell’Internazionale dei lavoratori, a suggerirglielo) e, vincendo la sfiducia e la paura di molti, uno sciopero. Nessun minatore scende in miniera per giorni e giorni. E tuttavia la direzione non cede. Quale lotta può funzionare dunque? Per Suvarin, un esule russo nichilista, solo distruggere tutto.
©2013 Giangiacomo Feltrinelli Editore. Per la traduzione Stefano Valenti (P)2025 tracce s.r.l.sieri come oggi...
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Capolavoro
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lettura strepitosa
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A partire dal linguaggio, sfacciato e persino volgare nel voler rappresentare realisticamente la condizione di vita dei minatori. Abituato a leggere classici contemporanei a questo, ma scritti con tecniche canoniche e stile ormai noto, la rottura applicata da Zola mi sconvolge e appassiona; posso solo immaginare quanto possa essere stata dirompente e innovativa, coraggiosa e scioccante all’epoca.
All’aspetto stilistico straordinario, si aggiunge la capacità di creare un intreccio intrigante e coinvolgente, così che il romanzo si può leggere non solo a livello sociale, ma anche come storia appassionante.
L’autore non teme la possibilità di maltrattare i suoi protagonisti, al fine di rappresentare - attraverso essi - il senso politico e sociale che vuole proporre; ecco che si arriva quindi all’aspetto più importante e centrale del romanzo: il discorso sociale.
Questo meriterebbe grandissimi approfondimenti, perché l’autore è capace di cogliere le contraddizioni della lotta civica alla base delle rivendicazioni dei lavoratori proletari.
Zola è percepibilmente dalla parte dei deboli, ma capisce e mette in evidenza le strumentalizzazioni e le contraddizioni della lotta.
Riesce a evidenziare i soprusi che emergono sia dal lato del potere capitalistico, che dalla cattiva organizzazione e ambizione, di cui sono preda i partiti e le organizzazioni di opposizione.
La critica diventa poi spietata e sarcastica, quando si sposta verso la borghesia e i potenti, ed è così arguta e profonda che mi lascia di sasso per la sorprendente e quasi divinatoria attualità.
Un’opera di straordinaria importanza per ragionare sulle dinamiche del lavoro e della nostra vita preda del capitale.
Capolavoro, letto benissimo
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Capolavoro, lettura MAGISTRALE!
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