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Libri per parlare di violenza contro le donne

Libri per parlare di violenza contro le donne

Cosa si celebra il 25 novembre?

Ogni 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, una giornata che ci ricorda la necessità di sensibilizzare, denunciare e combattere la violenza di genere, ovvero la violenza perpetrata contro le donne semplicemente per il fatto di essere donne. Questa ricorrenza è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1999 per onorare la memoria delle sorelle Mirabal, assassinate nella Repubblica Dominicana nel 1960, e per sottolineare che porre fine alla violenza contro le donne è una priorità globale.

Violenza di genere in Italia


In Italia, la situazione continua ad essere allarmante: nel 2024, 116 donne sono state assassinate dai loro partner o ex partner, secondo i dati dell'Osservatorio Femminicidi di Non Una Di Meno. Si tratta di oltre due donne uccise ogni settimana, una cifra spaventosa che evidenzia l'enorme lavoro che resta ancora da fare.

Inoltre, i cosiddetti 'reati sentinella' della violenza di genere, tra cui stalking, maltrattamenti e violenza sessuale, sono cresciuti di oltre il 25% rispetto al 2023, con violenze sessuali e maltrattamenti contro familiari e conviventi aumentati addirittura del 355% (fonte: Servizio analisi criminale della Polizia).

Questi dati dimostrano che, nonostante i passi avanti, la violenza maschilista rimane una realtà strutturale in Italia, che colpisce donne di ogni età, provenienza e situazione. Pertanto, è essenziale riflettere, informarsi e agire.

Per prepararci a questa data cruciale e mantenere viva la discussione durante tutto l'anno, abbiamo selezionato una lista di audiolibri – saggi e romanzi – che affrontano la violenza contro le donne da diverse prospettive.

Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: libri consigliati

Libri per prepararsi alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: saggistica

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Questo saggio affronta uno dei nodi più dolorosi e persistenti del femminicidio: il linguaggio con cui, ancora oggi, raccontiamo la violenza degli uomini sulle donne. Espressioni come delitto passionale, raptus, gelosia, tragedia familiare continuano a popolare le cronache, trasformando l’omicida in un uomo “accecato dall’amore” e la vittima in un’ombra, una comparsa, una donna implicitamente colpevole di essere stata “troppo” o “troppo poco”: troppo indipendente, troppo presente sui social, troppo distante, troppo impegnata, troppo silenziosa.

Il libro smonta uno a uno questi falsi miti narrativi, mostrando come il modo in cui si raccontano i femminicidi influenzi la percezione pubblica, alimenti l’assoluzione culturale degli assassini e, di fatto, contribuisca alla perpetuazione della violenza. La tesi è chiara e urgente: «bisogna imparare a parlare di femminicidio», scegliere le parole giuste, rifiutare la retorica che romanticizza la violenza e che la dipinge come un incidente emotivo anziché come un atto di potere. Dobbiamo iniziare, tutti, ad assumerci la responsabilità di raccontare la verità.

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Una delle scrittrici italiane che, più di altre, in questi giorni di intenso dibattito sul femminicidio è intervistata e seguita in tv e sui social è Carlotta Vagnoli. Scrittrice, giornalista e influencer, la Vagnoli ha dato alle stampe l'anno scorso un saggio sul femminicidio e la violenza di genere che si intitola Poverine. Il libro parte dall'assunto che, una volta consumato un femminicidio, la vittima è anche vittima di un modello di narrazione dominante patriarcale e sembra dunque, paradossalmente, essere tagliata fuori dal dibattito. L'autrice riporta, invece, l'attenzione alla donna: in Poverine si parla di violenza di genere e femminicidio smascherando l'architrave di una certa parte di narrazione giornalistica che tende, spesso, a sminuire la gravità dei fatti.

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“Là dove prolifera la menzogna, prospera la tirannia.”

Queste parole dello scrittore Albert Camus citate dall'autrice all'inizio del libro, ben introducono l'argomento di Manifesto per la verità, un saggio della nota giornalista e scrittrice italiana Giuliana Sgrena. Anche in Manifesto per la verità, come nel libro di Carlotta Vagnoli, al centro della riflessione vi è il modo in cui i media tendono a narrare il femminicidio certo, ma anche le morti in mare dei migranti e altre distorsioni di fatti “ad hoc”. Si parla, in sostanza, di “pornografia mediatica” e di quella parte di giornalismo che segue il tornaconto dei governi seminando fake news e mietendo vittime (tante) dell'informazione.

Manifesto per la verità è un interessante libro per celebrare la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne scritto da una delle giornaliste in prima linea più ascoltate degli ultimi anni.

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Tre emeriti professori di Storia medievale hanno unito il loro sapere e le loro conoscenze per dare vita a un riuscitissimo libro che parla di violenza sulle donne da una prospettiva medievale. Un fenomeno molto antico, dunque, quello della violenza sulle donne, la cui comprensione può senz'altro essere utile per scegliere la direzione nella quale stare e quella verso la quale andare. Conoscere le innumerevoli forme di violenza subìte dalle donne nel basso medioevo italiano, è indispensabile non solo perché, stando alla famosa locuzione latina: “la Storia è maestra di vita”, ma anche per immaginare un presente e auspicare un futuro liberi dalla violenza sulle donne.

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Scrittrice e attivista per i diritti di genere, Valeria Fonte, autrice di Ne uccide più la lingua è una delle voci più interpellate negli ultimi mesi, in Italia, a seguito dell'omicidio della giovane Giulia Cecchettin. Una tragedia, questa, che stando alle dichiarazioni di Valeria Fonte, porterà ad una vera e propria “sveglia sociale”: ce lo auguriamo.

Ne uccide più la lingua è un libro fondamentale per prepararsi alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ma non solo. Vi è infatti in questo saggio una formula che inchioda letteralmente il lettore: l'odio di genere, che passa attraverso le parole, deve essere smontato punto per punto e l'autrice, con questo libro sulla discriminazione di genere ci aiuta a farlo.

“Le parole ammazzano ma possono anche salvare se impariamo a usarle.”

Leggi anche l'articolo sui romanzi che raccontano storie di donne e guerra.

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Una delle attiviste e avvocatesse più popolari in materia di diritto antidiscriminatorio è Cathy La Torre, autrice dell'audiolibro che parla di diritti delle persone LGBTQIA+.

“L'escamotage di far supporre che esista una bilancia su cui pesare l'importanza delle battaglie è diventato una pratica comune.”

Il libro di Cathy La Torre è una testimonianza diretta che invita a porre in primo piano il dibattito sui diritti delle minoranze come i diritti della comunità LGBTQIA+ certo, ma anche quelli delle donne vittima di violenza, delle donne che vogliono praticare l'interruzione volontaria di gravidanza, dei disabili, dei migranti. Parafrasando il titolo dunque, non ci sono cose più importanti di cui parlare: bisogna parlarne ora.

Leggi anche l'articolo sui 12 audiolibri di scrittrici straordinarie.

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Per capire dove stiamo andando, è necessario volgere lo sguardo verso il passato: ecco perché ti consigliamo di ascoltare l'audiolibro di una donna che, veramente, ha contribuito a fare la Storia, quella con la S maiuscola. Stiamo parlando di Anna Kuliscioff, giornalista, dottoressa e rivoluzionaria che, insieme ad Andrea Costa, Turati e altri esponenti italiani, si batté per i diritti delle donne.

Il monopolio dell'uomo è il testo della conferenza che la Kuliscioff tenne al Circolo filologico milanese nell'aprile del 1890. Un libro fondamentale per riflettere sulla condizione femminile del passato, esorcizzando un suo (eterno) ritorno.

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La giornalista e scrittrice Rula Jebreal, che si occupa di parità di genere per il G7, analizza nel suo saggio Il cambiamento che meritiamo la situazione femminile in Italia e nel resto del mondo, facendosi aiutare da dati e testimonianze e rivelando l’urgenza di fare fronte a tutte quelle situazioni che impediscono che il mondo sia a misura di donna. Femminicidi, violenza domestica, disparità economiche, occupazione femminile, stupri di guerra, violenze verbali, povertà femminile e peso delle cure che ricade tutto sulle donne… un quadro poco incoraggiante che però non deve spingere a gettare la spugna. La Jebreal racconta infatti anche le storie di chi sta lottando per una società più giusta per le donne; persone che ci ispirano ad impegnarci per conquistare “il cambiamento che meritiamo”.

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Con Ferite a morte, Serena Dandini sceglie di dare voce a tutte le donne che in vita non hanno avuto la possibilità di parlare, che sono state punite per non essere state obbedienti, zitte e buone come le voleva la società. L’autrice racconta le vittime di femminicidio, quelle che in tutto il mondo soffrono violenza fisica e psicologica e vedono calpestati i loro diritti e la loro dignità. Storie terribili, dall’Italia al Messico, dal Giappone ai paesi mediorientali, che indignano e intristiscono, ma che servono per svegliarci, per spingerci all’azione.
Raccontare le vittime, concentrare l’attenzione su di loro (invece che sui carnefici, come spesso viene fatto dai media), è già un primo passo importantissimo per combattere la violenza contro le donne e per dare forza a chi sta cercando di uscire da una situazione difficile.

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Le parole sono importanti, e scegliere con cura quali usare è un’azione necessaria per costruire la parità di genere, che passa anche dal linguaggio. Nella nostra vita quotidiana infatti, capita spessissimo di lasciar correre, o giustificare, certe espressioni rivolte alle donne, perché le abbiamo sempre sentite usare o perché vogliamo evitare problemi con l’interlocutore.

Il libro di Michela Murgia, Stai zitta, ha l’obiettivo di farci capire quanto sia forte il legame tra le ingiustizie che subiamo e le parole che sentiamo; per questo l’autrice espone 10 frasi mortificanti nei confronti delle donne che, spera, in futuro non dovremo sentire più. Michela Murgia si augura che, al termine della lettura, nessuno di noi faccia più finta di niente davanti a termini che sminuiscono le donne e cercano di zittirle, ma che sia finalmente in grado di comprendere e dare un nome alle situazioni di discriminazione e mancanza di rispetto.

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Un passo importante da fare per prevenire la violenza sulle donne è istruirle a riconoscere in tempo un partner pericoloso e fornire loro le risorse per uscire da una situazione potenzialmente rischiosa. "Questo è lo scopo del libro che avete tra le mani: aprirvi gli occhi sul mondo dentro e fuori di voi", dice appunto l’autrice, la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone, riferendosi a Io non ci sto più. Nell’audiolibro si spiegano in modo chiaro e esaustivo le caratteristiche delle possibili tipologie di narcisisti e il funzionamento dei rapporti tossici che tendono ad instaurare con le loro vittime. Una volta inquadrate le diverse personalità, l’autrice si concentra sulle strategie di fuga e smaschera le scuse che una donna potrebbe dire a se stessa per non uscire dal rapporto di dipendenza. Un ascolto molto istruttivo e illuminante non solo per le persone in difficoltà relazionale ma per tutti, perché la prevenzione è la migliore arma.

Libri per prepararsi alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: romanzi

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Tutta la vita che resta, splendido esordio narrativo di Roberta Recchia, affronta la violenza sulle donne attraverso la storia di una famiglia spezzata e, negli anni, lentamente ricomposta. Ambientato nella Roma degli anni Cinquanta, segue Marisa e Stelvio Ansaldo, una coppia nata quasi per caso nella bottega del padre di lei, e trasforma la loro vita “da film in bianco e nero” in un dramma che lascia cicatrici indelebili: l’omicidio della figlia sedicenne Betta, vittima di una violenza brutale sul litorale laziale.

Accanto a Betta c’era Miriam, la cugina più timida e introversa, anche lei sopravvissuta a un’aggressione indicibile. Il trauma che porta dentro, aggravato da un’indagine lenta, piena di omissioni e di pregiudizi verso un’adolescente giudicata più che ascoltata, diventa per lei un macigno impossibile da reggere. Recchia esplora con finezza i meccanismi del lutto, della vergogna e del silenzio, mostrando come il maschilismo strutturale dell’epoca — non così lontano da quello di oggi — contribuisca a isolare e zittire le ragazze che subiscono violenza.

Una storia corale che parla di ciò che rimane dopo la violenza: i legami, nuovi o antichi, che possono ricucire ciò che sembrava irrimediabilmente strappato. Un libro che commuove, che invita a guardare in faccia la brutalità della cultura patriarcale e che, proprio per questo, merita di essere letto — e ascoltato — nel contesto del 25 novembre.

Cosa, cosa ne è, di noi, senza la speranza?

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Génie la matta, di Inès Cagnati, è un'opera profondamente toccante e significativa su cui riflettere nel contesto del 25 novembre, la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. L'opera racconta la storia di Génie, una donna emarginata e discriminata dalla sua comunità, mostrando con chiarezza come l'esclusione e l'isolamento possano diventare forme di violenza invisibile. Attraverso una narrazione delicata ma incalzante, Cagnati dà voce a coloro che sono stati messi a tacere, rivelando l'importanza di combattere non solo la violenza fisica, ma anche le forme strutturali e sociali di oppressione. La sua lettura ci invita a riflettere sull'urgenza di costruire una società più giusta per le donne e per tutti.

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“Sin da piccola ho avuto bisogno di sentirmi bella. Cioè. Non proprio bella, ma sexy. Cioè. Non proprio sexy, ma capace di sedurre, ecco sì, seducente. Cioè.”

Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa è un libro ibrido che predilige una formula a metà tra fiction e reportage per parlare di quanto sia importante il modo in cui un fatto è narrato, delle parole che i media utilizzano per raccontare un abuso, tutti gli abusi. La protagonista, Anna, è una giornalista che lavora in radio e insegna in un master di giornalismo: una donna realizzata che però è costretta a fare costantemente i conti con il suo passato di vittima di abusi, compiacenze e consensi obbligati.

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L'autrice dell'audiolibro Il consenso è un'editrice, scrittrice e regista francese al suo esordio letterario con questo libro testimonianza di abusi. Di cosa parla, dunque, Il consenso? Racconta della storia personale dell'autrice Vanessa Springora che, all'età di 14 anni ebbe una relazione con lo scrittore francese di origini russe Gabriel Matzneff. Il libro, appena uscì nel 2022, vendette subito più di ventimila copie facendo tornare alla ribalta nella stampa internazionale uno degli argomenti centrali del movimento #MeToo: quanto è possibile parlare di “consenso” per una relazione tra una ragazzina di 14 anni e un uomo di 50?

“Dopo tanti anni mi sento come un animale in gabbia, i miei sogni sono abitati da omicidio e vendetta. Poi un giorno finalmente mi appare chiara la soluzione, ma certo, ce l'ho sotto gli occhi: far cadere il cacciatore nella sua stessa trappola, rinchiuderlo in un libro.”

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Siamo negli anni 60 in un paesino della Sicilia; la protagonista Oliva ha 15 anni e vive con la sua umile famiglia: il fratello gemello Cosimino, la sorella maggiore Fortunata, mamma Amelia e papà Salvo, contadino. La vita al paese per Oliva è segnata dal suo sesso biologico, che porta con sé continui divieti (da parte della madre) e giudizi (di tutto il paese). Ma Oliva non ha nessuna intenzione di piegarsi al ruolo che la società ha stabilito per lei in quanto donna e decide di lottare opponendosi al matrimonio riparatore e influenzando con la sua scelta tutta la sua famiglia, i parenti e il paese.
Il personaggio di Oliva Denaro, costruito in modo molto convincente da Viola Ardone, rappresenta tutte le donne del nostro passato che hanno lottato per un cambio e non si sono lasciate zittire nemmeno dalla violenza.

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Noi italiani tendiamo a pensare ai paesi nordici come grandi esempi di civiltà, libertà e democrazia; l’autrice svedese Camilla Läckberg sembra però voler lanciare un messaggio con questo romanzo: non è tutto oro quel che luccica, e anche qui nel pacifico nord le donne vengono picchiate e violentate nell’omertà generale. Le storie al centro della trama sono quelle di tre donne maltrattate, tre sconosciute accomunate dal desiderio di riscatto per tutti gli abusi subiti, che le spinge a mettere a punto un piano per vendicarsi dei mariti.
Un thriller breve e avvincente che affronta un tema tristemente attuale.

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Tre podcast che parlano di violenza sulle donne

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L’ombra delle donne è un podcast che vuole affrontare temi tradizionalmente considerati tabù del mondo delle donne, le cosiddette “ombre”: violenza domestica, chirurgia plastica, tradimenti, fecondazione assistita, maternità a rischio, segreti, deviazioni, malattia, onore. Temi scomodi che è meglio nascondere perché fanno paura, sono causa di vergogna o potrebbero indignare l’interlocutore. Grazia De Sensi sceglie invece di farli raccontare apertamente dalla viva voce delle protagoniste, 12 donne che parlano dei loro momenti di oscurità e così facendo aiutano tutte noi a sentirci più unite e più forti, protette dal grande ombrello della sorellanza. Nell’episodio numero 6, Eva racconta la sua storia di violenza domestica; Eva è un’insegnante di filosofia che vive in Basilicata, una mamma premurosa che ha difeso per anni i suoi figli dallo stalking dell’ex marito, un uomo che Eva ha conosciuto appena adolescente e con il quale è rimasta per 18 anni, accettandone mancanze, tradimenti, violenza e machismo. In questo podcast si racconta e racconta il suo processo verso la consapevolezza di donna maltrattata, la sua vita giocata sempre in difesa e illuminata solo dall’amore dei figli, un amore che è stato fondamentale per salvarsi.

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Se ti è piaciuto il podcast L'ombra delle donne, allora ti consigliamo di ascoltare anche L'ombra delle donne 2. Anche in questo podcast troverai 12 episodi nei quali 12 donne raccontano le loro storie di abusi, mobbing, ricatti, estorsioni e dolori. Sono testimonianze dirette che lasciano affiorare alla nostra mente, ancora e ancora, la volontà di fare rete, di es sere solidali tra noi donne, certo, ma non solo. L'ombra delle donne 2 in Esclusiva per Audible è il podcast consigliato per prepararti alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

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Un ultimo ascolto per prepararsi alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, è un podcast creato appositamente per celebrare al meglio questa importante ricorrenza annuale. In Donne moderne contro la violenza, tre giornaliste italiane hanno raccolto le storie di tre donne vittime di violenza, abusi e soprusi restituendo loro dignità e una storia da condividere e...tutta da ascoltare.

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