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Panni sporchi per Martinengo

Un nuovo caso per l'investigatore privato delle Langhe

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Panni sporchi per Martinengo

Di: Fabrizio Borgio
Letto da: Edoardo Lomazzi
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A proposito di questo titolo

Giorgio Martinengo riesce a trovarsi lavoro anche durante un pranzo di Natale con i parenti. Tutta la famiglia, che di rado si riunisce al completo. La famiglia di Giorgio non si ama come tante altre al mondo e quando la magna Luisa, sua zia, gli propone un'indagine patrimoniale su suo marito, quell'idea in Giorgio si rafforza. Livio Baudino, lo zio mandrogno, il parente acquisito un po' spaccone, ha messo Betesio, lo zio matto, in una costosa e prestigiosa casa di cura a San Costantino Belbo, piccolo comune della Langa. La retta è alta ma Livio Baudino non si fa il minimo scrupolo e oltre ad accollarsi quella spesa riesce a condurre uno stile di vita sontuoso. E senza toccare le finanze di famiglia. Questo inquieta magna Luisa e incuriosisce Giorgio che accetta. Poco tempo dopo, è contattato da una ditta di Alba, l'Eno Drink, specializzata in bevande isotoniche e bibite a base di mosto non fermentato, una derivazione dell'indotto dall'inflazionato mercato vinicolo. Giacosa, il titolare, sospetta che il suo braccio destro, il giovane e ambizioso Derek Bosso, conduca il doppio gioco con una ditta concorrente.

Un ingaggio classico per Martinengo che grazie alla sua esperienza non trova particolarmente difficile da eseguire. Le cose cominciano a prendere una piega amara quando sembra che il contatto di Derek Bosso con la concorrenza sia l'affascinante Melissa Pozzo, moglie di Alessandro Baudino, il fratello minore di Livio Baudino, il quale grazie anche al suo supporto, ha appena avviato una società che si occupa delle stesse bevande della Eno Drink. Come se non bastasse, è proprio Alessandro Baudino a cercare Giorgio e ingaggiarlo per indagare sulla presunta infedeltà della moglie e il tutto mentre le indagini su Livio portano a società sospette e a una cooperativa di Canelli in odor di caporalato. Intanto, durante un torrido settembre, si preparano le vendemmie. Indagini multiple, grane di famiglia, mafie dall'est e l'aiuto di un outsider dai modi spicci e le mani pesanti attendono Martinengo e sarà tutto più difficile.

Fabrizio Borgio nasce prematuramente nella città di Asti il 18 giugno 1968. Appassionato di cinema e letteratura, affina le sue passioni nell'adolescenza iniziando a scrivere racconti. Trascorre diversi anni nell'Esercito. Lasciata l'uniforme, bazzica gli ambienti artistici astigiani, segue stage di sceneggiatura con personalità del nostro cinema, tra cui Mario Monicelli, Giorgio Arlorio e Suso Cecchi d'Amico. Collabora proprio come sceneggiatore e soggettista assieme al regista astigiano Giuseppe Varlotta. La fantascienza, l'horror, il mistero, il fantastico "tout court", gialli e noir sono i generi che maggiormente lo coinvolgono e interessano ma non si pone paletti di sorta nella sua scrittura. Nel 2014 esce Vino rosso sangue, il primo noir che vede protagonista l'investigatore privato Giorgio Martinengo cui seguono Asti ceneri sepolte, Morte ad Asti (Menzione d'onore al festival Giallo Garda 2018), La Ballata del Re di Pietra (2019) e Panni sporchi per Martinengo (2020).

©2022 Fratelli Frilli Editori (P)2022 SAGA Egmont
Narrativa di crimini Noir Poliziesco Thriller di crimini Thriller e suspense

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Più rilevanti
I personaggi sono poco delineati a livello psicologico,
sembra più un racconto di cronaca piatto e senza suspense.
ho fatto fatica a finirlo.
buona la lettura.

noioso

Si è verificato un problema. Riprova tra qualche minuto.

Una bella storia dì investigazioni senza serial killer o omicidii ma tanta atmosfera nella provincia piemontese. La cena di Natale che dà il via alla vicenda è la parte più godibile e vale il resto del libro. Qualche lapsus come il rover che ricompare più volte dopo essere stato sostituito dal discover non disturba più di tanto. I pochi dialoghi in piemontese, per lo meno alle orecchie di un lombardo, non suonano male.

Ritratto di famiglia

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il libro scorre, bello ritrovarsi in luoghi conosciuti purtroppo la voce narrante sbaglia sovente accenti, aperture e chiusure delle vocali. quando si affronta un testo dove sono presenti molte frasi in dialetto bisognerebbe "studiare" come si farebbe per una lingua straniera o un dialetto più conosciuto. questo toglie molti punti al libro.

libro scorrevole ma dizione non sempre accettabile

Si è verificato un problema. Riprova tra qualche minuto.

L’investigatore privato si trova a investigare la sua famiglia, ma questo lo si capiva già. Un mix già visto tra spionaggio industriale, traffico d’armi et similia inaffiato al barolo tra le Langhe.
Mi chiedo chi abbia revisionato il testo perché il nostro picio cambia macchina, passa da un rover a un discovery (con i soldi materni) però - mesi dopo - esce col discovery, e ritorna col rover… cioè attenzione ai refusi a 1000, mah….

Una storia familiare

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Il lettore non è adeguato alle parti in dialetto piemontese. Da sostituire nel modo più assoluto.

Fatelo leggere a un piemontese

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