Meno di zero
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Alessandro Pili
A proposito di questo titolo
"Cos'è giusto? Se si vuole una cosa è giusto prendersela. Se si vuole fare una cosa è giusto farla". Sesso facile, cocaina, feste sempre più trasgressive, auto di lusso, rock a tutto volume: a Los Angeles i giovanissimi che frequentano l'ambiente patinato degli studios cinematografici hanno tutto e non desiderano più niente. In un mondo illuminato dai bagliori spettrali dei videoclip e svuotato di ogni sentimento, Clay, Blair, Daniel e Julian, biondi e abbronzati, esplorano le pieghe infernali del "paradiso" californiano in un crescendo di immoralità e devastazione interiore che presto sconfina nell'orrore.
Meno di zero è il ritratto disincantato dell'ultima "generazione perduta", il romanzo che ha catapultato Ellis sulla scena letteraria americana, diventando il libro culto della Mtv generation.
©2017 Giulio Einaudi editore (P)2024 Giulio Einaudi editoreCrudo
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sempre interessante Ellis
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Nulla di nuovo
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Gradevole
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È un’immersione in un’America anestetizzata, dove i corpi esistono ma le anime sembrano svanite.
Ellis scrive con una freddezza lucida, chirurgica. E fa male.
Perché ogni pagina ti ricorda che non tutto ciò che brilla è vita, e non tutto ciò che respira è davvero presente.
I personaggi non evolvono. Scivolano.
Julian, Clay, Blair… non li ami. Ma non puoi smettere di guardarli. Perché in quel vuoto patinato qualcosa ti somiglia, o almeno somiglia a un’epoca che hai sfiorato.
“La gente ha paura di essere sola, anche quando è già sola da tempo.”
È un libro che disturba e resta.
Cosa mi è piaciuto:
La crudezza narrativa, l’assenza di filtri. Mi ha dato fastidio, e proprio per questo mi ha colpito.
A chi lo consiglio:
A chi ama i romanzi generazionali, ma senza illusioni. A chi cerca qualcosa che non consola, ma scava.
Perché questa valutazione:
Perché riesce, senza pietà, a raccontare ciò che nessuno vuole vedere: quando l’anestesia non basta più.
— Luke
Bellissimo come la realtà , disturbante ma necessario .
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