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Il sogno di una cosa
- Letto da: Lino Guanciale
- Durata: 5 ore e 2 min
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Sintesi dell'editore
Tre ragazzi friulani alla soglia dei vent'anni vivono la loro breve giovinezza e affrontano il mondo: la miseria delle origini, la fuga in Jugoslavia, le lotte contadine, l'emigrazione, ma anche l'amicizia, l'amore, la solidarietà. Si comincia con l'ebbrezza di una festa, si finisce con la tristezza di una morte: "la meglio gioventù" è già conclusa.
Concepito e scritto nel 1948 e 1949, cioè prima di Ragazzi di vita e di Una vita violenta, Il sogno di una cosa viene pubblicato solo nel 1962, trovandosi perciò a essere al tempo stesso il romanzo d'esordio e di conclusione della stagione narrativa di Pier Paolo Pasolini.
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Generale
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Lettura
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Storia
- Patricia Kwiat
- 06/12/2021
Bello commovente vero
Bellissimo, commovente, vero! La voce "narrante" dentro la storia mi ha accompagnata dal principio alla fine facendomi vivere ogni emozione.
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Generale
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Lettura
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Storia
- Antonio
- 19/11/2021
la forza dell' umiltà
Un mirabile ritratto della società contadina, dei suoi valori autentici, malinconico ma allegro, struggente ma vivido e fiero. Letto con tenerezza, lasciando percepire all'ascoltatore tutto l'amore di Pasolini per questo mondo in perenne bilico tra la miseria e la sopravvivenza. Stupendo ❤️
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2 persone l'hanno trovata utile
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Generale
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Lettura
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Storia
- Luigi
- 22/07/2022
Se ti interessa vale la pena
Grandissimo Pasolini. Leggere oggi un romanzo d'attualità del 1948 è una difficile operazione d'archeologia letteraria che non può essere alla portata di chiunque, serve una salda motivazione. Guanciale è sublime.
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Generale
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Lettura
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Storia
- Trileonis69
- 24/01/2022
Emozionante
La bravura interpretativa di Lino Guanciale rende l'esperienza di questo libro indimenticabile. La prosa di Pasolini è unica e talmente realistica che soffri, ridi e lotti assieme al Nini, Milio, Eligio, Pia e Cecilia. Ricordi dell'Italia dei nostri nonni, che non c'è più. Imperdibile.
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Generale
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Lettura
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Storia
- Jacopo
- 22/02/2023
Anche Pasolini non è infallibile!
Ripetitivo e pesante nella descrizione e nei dialoghi. Il racconto del mondo pasoliniano in questo caso a mio avviso non è riuscito in maniera vincente. Poco altro da dire: Pasolini rimane sempre Pasolini.
Alle prossime letture.
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