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Il carattere del ciclista
- Letto da: Stefano Mondini
- Durata: 7 ore e 25 min
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Sintesi dell'editore
Il "Cannibale" Eddie Merckx, il più forte di tutti, e il "Pirata" Marco Pantani, un magnifico testardo che ci ha lasciato troppo presto. Beppe Saronni e la perfetta strategia della fucilata di Goodwood, Claudio Chiappucci e l'impresa tutta istinto del Sestrière. L'indisciplinato Peter Sagan e Laurent Fignon, il "Professore". E poi l'irrequietezza dell'enigmatico Gianni Bugno, l'impetuosa forza tranquilla di Miguel Indurain, il fascino di Fabian Cancellara e la spavalderia di Lance Armstrong, al centro dello scandalo più grande della storia del ciclismo. Il pistard dal passato difficile Bradley Wiggins, icona pop che sembra uscita dagli anni settanta, e l'ipertecnologico record dell'ora di Francesco Moser, uomo che al futuro si è sempre affidato. Un campione nato nel periodo sbagliato come Felice Gimondi e un campione, Bernard Hinault, che nel proprio tempo ha dettato legge.
Che cosa hanno in comune questi assi delle due ruote? Ce lo svela Giacomo Pellizzari: ognuno, a suo modo, ha saputo rappresentare più di chiunque altro un aspetto peculiare dell'essere ciclista, ognuno ha incarnato, appunto, un carattere e lo ha portato ai suoi massimi livelli, accettandone tutte le conseguenze.
Nelle vittorie straordinarie quanto nelle sconfitte più brucianti; sulle terribili salite alpine e pirenaiche dei grandi giri come nei rettilinei finali della Milano-Sanremo o del Mondiale. Nel fango e nella polvere degli infernali settori della Parigi-Roubaix, nel vento delle côte della Liegi-Bastogne-Liegi; sull'asfalto appiccicoso per il caldo o sulle strade scivolose per la pioggia. E anche nelle cadute, quelle evitate per un soffio e quelle rovinose, che lasciano il segno nel corpo e nella mente. Emozioni autentiche che ne hanno forgiato il carattere, permettendo loro di distinguersi fra centinaia di grandi atleti. Emozioni che hanno saputo trasmettere a tutti noi che li abbiamo seguiti, ammirati e amati. Perché in fondo, ricorda Pellizzari, anche noi siamo stati come loro, almeno una volta.
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- Cliente Amazon
- 24/11/2022
Per appassionati di ciclsmo e non...
Simpatico, leggero, facile da seguire, a volte un po' retorico ma piacevole e di compagnia. Da appassionato e del mestiere, sentire pronunciati male i nomi di atleti famosi fa un po' sorridere, come alcuni errori tecnici o storici. Nonostante questo, il narratore é piacevole e si fa apprezzare.
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Storia
- Utente anonimo
- 20/09/2023
Non solo per appassionati
Storie di uomini prima che di atleti, piacevole ascolto. In alcune parti commovente, almeno per me innamorar del ciclismo. Bravo anche il lettore.
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Storia
- Utente anonimo
- 24/11/2022
fantastico!!!
bellissimo, consigliatissimo per gli amanti delle 2 ruote,in alcuni tratti mi scendevano le lacrime.
Avrei magari inserito anche Binda,coppi e Bartali e.... tolto Armstrong
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Storia
- Cliente Amazon
- 18/01/2024
Bello eh, storie carine e presentate bene
Ma l’ho trovato un po’ troppo scontato come format. Non che sia un ascolto spiacevole, ma non so se lo consiglierei a meno di non essere molto appassionati di cicliamo e molto poco preparati sulle storie dei grandi ciclisti
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Storia
- Utente anonimo
- 31/03/2024
La storia del ciclismo dal punto di vista della personalità
Se siete appassionati di ciclismo, vi piacerà. Il libro ripercorre le vicende di alcuni tra i più grandi ciclisti della storia per evidenziarne il carattere particolare che gli ha resi delle icone di questo sport. Si narrano sia vicende di corsa che scorci di vita personali. Certo, ci sono dei piccoli errori qua e là (per esempio, Stephen Roche è irlandese non olandese e Juan Antonia Flecha è sì argentino, ma naturalizzato spagnolo) e si tende a stereotipare troppo i ciclisti trasformandoli più in personaggi di finzione piuttosto che persone reali (e complesse in quanto tali). Però, rivivere la vittoria di Bugno al mondiale o ascoltare le vicende di Pantani, provoca sempre grandi emozioni.
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