
Ferite ancora aperte
Guerre, aggressioni e congiure
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A proposito di questo titolo
"Le ferite del passato non si cicatrizzano mai. Niente può considerarsi definitivo per quel che attiene alla "guarigione", più o meno apparente, dalle lesioni prodottesi anni, decenni, secoli, addirittura millenni fa" scrive Paolo Mieli.
E la verità delle sue parole la stiamo constatando in questi mesi, di fronte all’aggressione russa in Ucraina e al sangue che scorre da quella frattura storica mai rimarginata. Proprio da un lungo saggio sui rapporti tra Kiev e Mosca prende avvio il percorso allestito in questo volume. Così, analizzando la congiura che portò all’assassinio di Giulio Cesare e le leggende che fondano la storia di Roma; soffermandosi su personaggi ed episodi del Medioevo, come Cosimo de’ Medici e la caccia agli eretici; approfondendo i temi centrali del Risorgimento italiano e della storia europea del Novecento, Mieli ci guida con l’abilità del grande saggista alla ricerca di quelle lesioni del passato che ancora oggi fanno sentire le proprie conseguenze.
Lesioni che, scrive ancora l’autore, "se tenute sotto sorveglianza sono parte della "salute" dell’umanità. Servono a farci capire che i problemi non si risolvono mai una volta per tutte. Si ripresentano, spesso in modo tale da apparire nuovi, laddove invece sono nient’altro che una riproposizione di antichi traumi. Traumi che abbiamo conosciuto, affrontato, in un certo senso risolto. Facendo però poi l’errore di dimenticarcene". Ed è compito della storia e dello storico ricordarci che i fatti del passato, all’apparenza così lontani, ci riguardano da vicino. E che delle ferite ancora aperte occorre prendersi cura.
©2022 Rizzoli (P)2022 RizzoliIgnote e riflettere sul tempo in cui viviamo
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deludente
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Ferite ancora aperte
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OTTIMO
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Questo libro fa amare la storia
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ma mantiene le promesse? non sempre.
Salvo per alcuni capitoli, la scelta delle ferite sembra dettata più da un intento compilatorio che dal rispetto delle premesse. Se quasi ogni fatto del passato può considerarsi una ferita ancora aperta, avendo spesso avuto vinti e vincitori e discendenti di queste due categorie, la scelta delle ferite ricordate in questo libro, nella maggior parte dei casi (non certamente nel primo e nell'ultimo), sembra cicatrizzata. Si trascurano, invece, altre che sanguinano ancora (qualche esempio? il banditismo nel mezzogiorno, il bloody sunday, Timor Est o la questione razziale negli USA...ma c'è l'imbarazzo della scelta). Metto in conto, per la pressoché sconfinata stima nei confronti di Mieli (che io credo in possesso di una sfera di cristallo vista, in genere, l'affidabilità delle sue analisi), di non aver capito io il libro...però sembra tanto un'operazione editoriale. Legittima, erudita ma un po' mercenaria. Magari bastava cambiare titolo e non se ne sarebbe accorto nessuno.
una promessa (mi pare) mancata
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Una noiosa e confusa ricostruzione di eventi storici
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Non l’ho terminato
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Ho abbandonato
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