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Il movente della vittima

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Il movente della vittima

Di: Giuseppe Di Piazza
Letto da: Giuseppe Di Piazza
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A proposito di questo titolo

Autunno 1984. È appena scesa la sera nella suite 224 del Grand Hotel Aziz di Palermo. Come ogni giorno, l'avvocato Prestia, che lì risiede da oltre vent'anni senza mai uscire, dopo la cena si è regalato la sua consueta partita a carte con Minico, il suo cameriere personale.

Una bella partita, combattuta fino all'ultimo. Improvvisamente risuona uno sparo. Tutti accorrono nella camera d'albergo. Le carte sparpagliate ovunque, l'avvocato riverso sulla sua poltrona di velluto, morto. A ucciderlo è stato proprio Minico, che ancora stringe in mano la pistola.

Eppure, incredibilmente, il cameriere non fugge. Si fa arrestare e rimane in silenzio. E in silenzio rimane anche di fronte alla polizia, ripetendo senza sosta solo le sue generalità. La notizia arriva presto alla redazione del giornale dove lavora Leo Salinas, detto Occhi di sonno.

Leo salta in sella alla sua Vespa e accorre subito, ma le informazioni sono poche. Ma il giovane giornalista non si arrende, gli occhi del killer sono quelli di un giovane ragazzo come lui. Un ragazzo che ama la vita, l'amore, le donne (forse troppo), il mare e la libertà, non la morte e il sangue. C'è qualcosa sotto e solo Leo è in grado di capire cosa.

©2019 HarperCollins Italia S.p.A (P)2020 HarperCollins Italia S.p.A Detective dilettante Poliziesco

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Tutte le stelle
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ottimo, intriga. letto molto bene dallo stesso autore con un piacevole accento siciliano. l'ho gradito come in arancino😁buono

giallo siciliano

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In genere non scrivo recensioni, ma sento che è giusto riconoscere i notevoli meriti di scrittore e narratore all’autore.

Complimenti

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Quando un autore legge la propria opera non ci sono mezze misure, si va dall'obbrobrio all'eccellenza. Il libro appartiene al secondo gruppo, insieme a carofiglio... Una Sicilia feroce, addolcita dalla nastogia della gioventù. Si sente l'autobiografia, si vede, quasi. Il libro ha il merito di dare una nuova voce alla Palermo della guerra di mafia, e un nuovo punto di vista: quello dei cronisti che la raccontarono e numerosi caddero vittima della violenza. Ma non ci sono eroismi troppo chiassosi nelle vicende del "biondino" Occhi di sonno. C'è la pratica quotidiana del mestiere, e la vita còlta di una borghesia sana che non vuole soccombere, che vuole amare, festeggiare, ascoltare musica, anche in tempo di guerra.

Tra il giallo e il memoir, nella Palermo anni 80

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Il libro è piacevole, la storia di mafia è narrata senza molti luoghi comuni. Riferimenti a fatti reali appena accennati. Mi sono piaciuti soprattutto alcune descrizioni di sentimenti e stati d’animo. Negativa la lettura, noiosa e inespressiva.

Buono, peccato la lettura

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Il libro è piuttosto scorrevole, la trama tipica di vicende siciliane. Ottima la lettura.

Cose nostre

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