• Episodio 5 - Il vescovo insabbiatore

  • Apr 9 2024
  • Durata: 46 min
  • Podcast
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Episodio 5 - Il vescovo insabbiatore

  • Riassunto

  • Il quinto episodio del podcast La Confessione, intitolato Il vescovo insabbiatore, descrive l'impianto etico del vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana. Quando il prelato siciliano viene torchiato per tre ore dalla procura di Enna che indaga sulle accuse di violenza sessuale contro un parroco dei suoi, Giuseppe Rugolo (che verrà poi condannato a 4 anni e 6 mesi), è sorpreso dalle domande dei magistrati. Da una soprattutto. Vogliono sapere perché, quando ha saputo degli abusi di Rugolo sul giovane Antonio Messina, non si è rivolto alla magistratura. Non è un reato, i vescovi non sono pubblici ufficiali e non hanno l'obbligo legale di denuncia. Ma i magistrati sembrano incuriositi proprio dall'etica di Gisana. Gli chiedono come mai, quando ha saputo, non si è premurato almeno di chiamare i genitori di Messina e invece ha aspettato che fossero loro a interpellarlo un anno dopo. L'idea del vescovo è che i reati sessuali del clero vadano coperti, insabbiati, occultati. E su questa linea - anche se questo può sorprendere - ha il pieno ed esplicito consenso di papa Francesco, e nei colloqui privati se ne vanta. La regola dei vescovi è l'omertà, e Gisana lo spiega a Rugolo in un colloquio privato: "Io ti potrei fare il nome di una persona, nostro confratello, che non viene fuori, e io non so perché non viene fuori, la problematica molto ma molto peggiore della tua, io conosco tutto per filo e per segno e chiaramente finché non viene fuori, non pozzo dire a chistu”. La regola è "finché non viene fuori", il sottinteso è che nella Chiesa tutti sanno tutto e usano semmai le intemperanze sessuali e criminali dei confratelli come armi nelle loro guerre di potere. Anche qui è Gisana a dirlo, rappresentando Rugolo come vittima che si sta guadagnando la santità: "Gente che lo osteggia, i fratelli! Lo calunniano". Rugolo è vittima perché si trova inopinatamente a dover rispondere dei suoi reati, mentre l'altro sacerdote peccatore la fa franca (e per il vescovo il fatto che sia lui a fargliela fare franca sembra non rilevare ai fini etici). Ecco ancora le parole di Gisana a Rugolo: “Se tu mi fai la domanda: perché X (perché non posso dire il nome) è ancora a galla e io no, non so risponderti. Certo il rapporto di Dio con noi è molto variegato”. Difficile capire se questa frase contenga una sottile ironia. Sicuramente non c'è nessuna ironia nel vicario di Gisana, don Nino Rivoli, quando il vescovo gli racconta delle tre ore di faccia a faccia con i magistrati. Per lui la colpa di Rugolo non è di aver abusato sessualmente di ragazzini che gli sono stati affidati, fatto noto a tutto il clero di Enna. La colpa di Rugolo è essersi fatto beccare, mettendo in imbarazzo il vescovo che lo aveva protetto: “Ma vidi ‘stu cretinu, in quale guaio c’ha messo”. Naturalmente in dialetto, come la drammaticità del momento impone. Episodio cinque di sette. La Confessione è un podcast di giornalismo investigativo in 7 puntate disponibile su Spotify e tutte le principali piattaforme Autori: Stefano Feltri Giorgio Meletti Federica Tourn Con la collaborazione di Carmelo Rosa Consulenza musicale e sonora: Stefano Tumiati Produzione: Il podcast La Confessione è possibile grazie al sostegno degli abbonati alla newsletter Appunti Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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Sintesi dell'editore

Il quinto episodio del podcast La Confessione, intitolato Il vescovo insabbiatore, descrive l'impianto etico del vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana. Quando il prelato siciliano viene torchiato per tre ore dalla procura di Enna che indaga sulle accuse di violenza sessuale contro un parroco dei suoi, Giuseppe Rugolo (che verrà poi condannato a 4 anni e 6 mesi), è sorpreso dalle domande dei magistrati. Da una soprattutto. Vogliono sapere perché, quando ha saputo degli abusi di Rugolo sul giovane Antonio Messina, non si è rivolto alla magistratura. Non è un reato, i vescovi non sono pubblici ufficiali e non hanno l'obbligo legale di denuncia. Ma i magistrati sembrano incuriositi proprio dall'etica di Gisana. Gli chiedono come mai, quando ha saputo, non si è premurato almeno di chiamare i genitori di Messina e invece ha aspettato che fossero loro a interpellarlo un anno dopo. L'idea del vescovo è che i reati sessuali del clero vadano coperti, insabbiati, occultati. E su questa linea - anche se questo può sorprendere - ha il pieno ed esplicito consenso di papa Francesco, e nei colloqui privati se ne vanta. La regola dei vescovi è l'omertà, e Gisana lo spiega a Rugolo in un colloquio privato: "Io ti potrei fare il nome di una persona, nostro confratello, che non viene fuori, e io non so perché non viene fuori, la problematica molto ma molto peggiore della tua, io conosco tutto per filo e per segno e chiaramente finché non viene fuori, non pozzo dire a chistu”. La regola è "finché non viene fuori", il sottinteso è che nella Chiesa tutti sanno tutto e usano semmai le intemperanze sessuali e criminali dei confratelli come armi nelle loro guerre di potere. Anche qui è Gisana a dirlo, rappresentando Rugolo come vittima che si sta guadagnando la santità: "Gente che lo osteggia, i fratelli! Lo calunniano". Rugolo è vittima perché si trova inopinatamente a dover rispondere dei suoi reati, mentre l'altro sacerdote peccatore la fa franca (e per il vescovo il fatto che sia lui a fargliela fare franca sembra non rilevare ai fini etici). Ecco ancora le parole di Gisana a Rugolo: “Se tu mi fai la domanda: perché X (perché non posso dire il nome) è ancora a galla e io no, non so risponderti. Certo il rapporto di Dio con noi è molto variegato”. Difficile capire se questa frase contenga una sottile ironia. Sicuramente non c'è nessuna ironia nel vicario di Gisana, don Nino Rivoli, quando il vescovo gli racconta delle tre ore di faccia a faccia con i magistrati. Per lui la colpa di Rugolo non è di aver abusato sessualmente di ragazzini che gli sono stati affidati, fatto noto a tutto il clero di Enna. La colpa di Rugolo è essersi fatto beccare, mettendo in imbarazzo il vescovo che lo aveva protetto: “Ma vidi ‘stu cretinu, in quale guaio c’ha messo”. Naturalmente in dialetto, come la drammaticità del momento impone. Episodio cinque di sette. La Confessione è un podcast di giornalismo investigativo in 7 puntate disponibile su Spotify e tutte le principali piattaforme Autori: Stefano Feltri Giorgio Meletti Federica Tourn Con la collaborazione di Carmelo Rosa Consulenza musicale e sonora: Stefano Tumiati Produzione: Il podcast La Confessione è possibile grazie al sostegno degli abbonati alla newsletter Appunti Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

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