Vuoti di memoria copertina

Vuoti di memoria

Un'indagine del commissario Soneri

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Vuoti di memoria

Di: Valerio Varesi
Letto da: Andrea Failla
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A proposito di questo titolo

Sono mesi che Romeo Calandri è stato ucciso - o meglio, giustiziato, considerata la brutalità dell'omicidio. A valle di una rapida indagine, dietro le sbarre è finito Carmelo Musci, killer professionista al soldo della 'ndrangheta, incriminato anche per il probabile assassinio di Luciano Orsi, socio di Calandri e scomparso lo stesso giorno dell'esecuzione. E invece, per una curiosa, grottesca e vagamente macabra coincidenza, proprio mentre si sta celebrando una messa in suffragio per la sua presunta morte, Orsi ricompare su una barca al largo di Cesenatico. Dove è stato per tutto questo tempo? Perché è su quella barca? È scampato a un omicidio, o è implicato in quello del socio? Soltanto lui può dirlo. Orsi, però, è affetto da amnesia. Per Soneri, che da settimane si interroga sulla memoria e sulla sua fatale inattendibilità, l'indagine diventa non solo uno stimolo a chiedersi quanto di vero c'è nei nostri ricordi - che tutti, involontariamente, manipoliamo -, ma si rivela anche l'occasione per scoprire che la tecnologia può gettare una nuova, sorprendente luce su casi forse archiviati troppo in fretta. Come è successo per l'omicidio di Romeo Calandri, perché più Soneri scava, più emergono incongruenze, molte delle quali riguardano Musci, che forse non è così coinvolto nel delitto come sembrava... Torna finalmente in libreria il commissario Soneri, la creatura letteraria più longeva e amata del maestro del noir italiano Valerio Varesi, tra i pochissimi oggi a saper indagare gli angoli più scuri dell'essere umano e della società in cui vive.

©2024 Mondadori Libri (P)2025 Mondadori Libri
Narrativa di crimini Noir Poliziesco

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Questo capitolo delle indagini del commissario Soneri si presenta come un giallo dalle premesse interessanti, ma che purtroppo inciampa spesso, soprattutto nella sua resa. La sensazione predominante è che gran parte del tempo dedicato all'ascolto non sia speso nell'avanzamento dell'indagine, quanto piuttosto nelle lunghe e ripetitive rimostranze di Soneri contro la modernità. Il commissario si erge a strenuo difensore della "vecchia scuola", ma le sue lamentele verso l'introduzione del computer e delle nuove tecnologie nell'ufficio non fanno che appesantire il ritmo. Questa sua crociata contro l'informatica si traduce spesso in un atteggiamento di superiorità malcelata. Sebbene il suo fastidio possa essere un tratto caratteriale, non gli conferisce in alcun modo il diritto di offendere o sminuire i colleghi più giovani e capaci che, semplicemente, utilizzano gli strumenti a disposizione per svolgere meglio il loro lavoro. Queste divagazioni irritanti finiscono per distogliere l'attenzione dal caso vero e proprio.

Quanto alla trama investigativa in sé, l'indagine procede con un ritmo discontinuo e, parafrasando il titolo, il finale lascia una sensazione di vuoto e insoddisfazione. Dopo tanti giri a vuoto e lamentele, l'epilogo risulta frettoloso o, peggio, non all'altezza delle aspettative create. Ci si aspetterebbe una risoluzione più netta e incisiva, non un'uscita di scena così poco memorabile.

AP

Vuoti di memoria, come la fine

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L'autore aveva proprio voglia di filosofeggiare e rimuginare e ha pensato che fosse una buona idea farlo con la scusa di un giallo...su questo dissento. Bravo il lettore, unica ragione che mi ha fatto finire di ascoltare.

La filosofia da bar è presente, il giallo poco.

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