• "Poche chiacchiere e primitivo"

    "Poche chiacchiere e primitivo"

    La filosofia della Mangusta 07.01
    Oct 26 2021

    Capitolo VII - Thoreau

    Perché abbiamo bisogno di Thoreau oggi? Perché si batte per la Natura e contro le leggi che limitano la nostra libertà. Perché ama le strade periferiche e non quelle principali. Perché rifiuta tutti gli inviti atti solo a perder tempo. Perché non c'è niente di più bello che passeggiare nel bosco o nuotare. Perché la sua frase: "Bisogna succhiare tutto il midollo della vita" è uno dei più bei motti di tutta la letteratura internazionale. Perché i tatuaggi li ha sull' anima e non sul collo. Perché è un uomo tutto di un pezzo che non rifiuta di assumersi le sue responsabilità. Perché è la dimostrazione vivente che si può esser poeti e saper costruire capanne, armadi, cancelli e tavoli. Perché la sua intimità con gli animali era di un livello superiore. Perché si prende una polmonite per contare l'età di un albero. Che sarà pure una cosa stupida, ma è la maniera più poetica, altruista e generosa di ritornare da colei che ci ha messo al mondo.

    Episodio 1 - "Poche chiacchiere e primitivo"

    H. D. Thoreau arriva al mondo nel 1817, nella tranquilla cittadina di Concord, nel Massachusetts, dove trascorre gran parte della sua esistenza. Figlio di una modesta famiglia di origini franco-scozzesi, a 10 anni vince un piccolo premio letterario. Tuttavia, da giovane curioso, marina spesso la scuola per andarsene a zonzo col fratello, a godersi le meraviglie della natura. Innamorato della conoscenza, impara precocemente sei lingue, tanto che grazie ai suoi meriti studenteschi a sedici anni ottiene una borsa di studio che gli permette di entrare ad Harvard. Pratica canottaggio, nuoto e podismo e si avventura spesso da solo nel bosco, affascinato dalla natura e per niente preoccupato dalle sue insidie.

    Nella sua vita più che i sorrisi delle ragazze sembrano trovar posto le marmotte e i grilli. È attratto anche dalla cultura dei Nativi Americani, non capisce perché quel popolo venga esiliato dai suoi territori. Ottenuta la laurea va a lavorare come insegnante, ma dopo qualche mese, a causa del suo rifiuto di assegnare le punizioni corporali ad un allievo, rassegna le dimissioni. Carattere indipendente, fonda una nuova scuola, dove insieme al fratello John applica una didattica progressista. La sua pedagogia consiste anche nel far intraprendere ai propri studenti lunghe camminate nel bosco, per carpirne i segreti.

    Alla morte del fratello abbandona il progetto e si unisce al nascente movimento trascendentalista. Lì conosce il filosofo R.W. Emerson e viene preso sotto la sua protezione, trasferendosi addirittura a casa sua. Nella sua biblioteca trova letture orientali che lo appassionano e che gli fanno prendere la decisione di affrontare un periodo di isolamento. Si trasferisce sul lago Walden, dove si costruisce una capanna, e vi soggiorna per due anni e mezzo. Esplora il bosco, raccoglie dati, accoglie nella sua capanna tutti gli antischiavisti della zona. Ma a metà della sua avventura un agente del fisco gli chiede il pagamento di anni di arretrati di tasse. Rifiuta di adempiere poiché non intende sovvenzionare uno stato che riconosce la schiavitù e perciò viene incarcerato e poi rilasciato, perché una zia paga la cauzione.

    Torna nella sua capanna per finire la sua esperienza, che conclude con la scrittura di un testo che diventerà uno dei dieci libri più influenti al mondo. Poi, provato dalla tubercolosi, abbandona definitivamente il suo corpo. Il suo motto "Bisogna succhiare tutto il midollo della vita" diventa il leit motiv di generazioni di americani. Tanto che "la capanna nel bosco" dopo quasi duecento anni è ancora là, a Walden Pond, collocata vicino alla statua del filosofo.

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    23 min
  • Elogio di un rustico sentimentale

    Elogio di un rustico sentimentale

    La filosofia della Mangusta 07.02
    Oct 26 2021

    Capitolo VII - Thoreau

    Perché abbiamo bisogno di Thoreau oggi? Perché si batte per la Natura e contro le leggi che limitano la nostra libertà. Perché ama le strade periferiche e non quelle principali. Perché rifiuta tutti gli inviti atti solo a tempo. Perché non c'è niente di più bello che passeggiare nel bosco o nuotare. Perché la sua frase: "Bisogna succhiare tutto il midollo della vita" è uno dei più bei motti di tutta la letteratura internazionale. Perché i tatuaggi li ha sull' anima e non sul collo. Perché è un uomo tutto di un pezzo che non rifiuta di assumersi le sue responsabilità. Perché è la dimostrazione vivente che si può esser poeti e saper costruire capanne, armadi, cancelli e tavoli. Perché la sua intimità con gli animali era di un livello superiore. Perché si prende una polmonite per contare l'età di un albero. Che sarà pure una cosa stupida, ma è la maniera più poetica, altruista e generosa di ritornare da colei che ci ha messo al mondo.

    Episodio 2 - Elogio di un rustico sentimentale

    La notte del 16 dicembre del 1860, H. D. Thoreau, già affetto da tubercolosi, deve uscire. Lo sorprende una tempesta di pioggia: l'impegno a cui non può sottrarsi è quello di contare gli anelli su un tronco d'albero per determinarne età. La bronchite contratta quella sera lo accompagna all'altro mondo. Al funerale l'elogio funebre viene pronunciato dal suo amico Ralph Waldo Emerson, ed è uno degli elogi più belli di tutti i tempi. Nel quale, il filosofo riassume la complessa figura di Thoreau, non risparmiandogli le critiche per il suo carattere ma esaltandone le qualità morali. Dice: "Il paese non sa ancora quanto sia grande il figlio che ha perso. Era un ribelle, un lavoratore mai indulgente con se stesso.

    Appassionato della libertà, preferiva, quando aveva bisogno di denaro, guadagnarlo con qualche lavoretto manuale, come costruire una barca o una recinzione, piuttosto che affrontare mansioni lucrose. Non aveva tentazioni: per lui una bella casa, un vestito ricercato e le chiacchiere dei salotti non valevano granché. Preferiva parlare con un nativo indiano e considerava la forma, un ostacolo alla conversazione. Per questo rifiutava inviti ma intratteneva i giovani con i racconti delle sue avventure. Era sempre pronto a metter su una caccia al mirtillo o una spedizione per recuperar castagne. Un giorno gli dissi che invidiavo gli scrittori che avevano tanti lettori, ma lui mi disse che le storie migliori non possono che raggiungere poche persone. Henry era ispido, se qualcuno gli chiedeva di passeggiare insieme, rifiutava. Preferiva farlo da solo e dedicare le sue attenzioni ai campi e alle acque azzurre della sua città. Tanto da rendere quei posti famosi.

    Non aveva tempo per chiacchierare. Le sue passeggiate nella foresta erano sacre. Poteva accompagnarti ovunque: al ritrovo dell'airone, o dentro la palude più fangosa. La sua intimità con gli animali poi era di un livello superiore. Eppure nessun college gli ha mai offerto una cattedra; nessuna accademia lo ha avuto come rappresentante, né lo ha accolto come semplice membro. Temevano la sua libertà di pensiero. In compenso oggi a Concord tutti conoscono la cultura dei nativi americani. Amava i suoi luoghi ma ne temeva il destino. L'ascia stava ormai distruggendola la sua foresta. Grazie a Dio, disse un giorno, "non possono usarla per abbattere le nuvole!" Era un poeta. La sua anima era fatta per una società più nobile. Che non ha mai conosciuto. Ma ovunque ci sia conoscenza e bellezza, io sono sicuro che Henry David Thoreau, là troverà una casa".

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    22 min
  • Un paladino romantico in difesa della natura

    Un paladino romantico in difesa della natura

    La filosofia della Mangusta 07.03
    Oct 26 2021

    Capitolo VII - Thoreau

    Perché abbiamo bisogno di Thoreau oggi? Perché si batte per la Natura e contro le leggi che limitano la nostra libertà. Perché ama le strade periferiche e non quelle principali. Perché rifiuta tutti gli inviti atti solo a perder tempo. Perché non c'è niente di più bello che passeggiare nel bosco o nuotare. Perché la sua frase: "Bisogna succhiare tutto il midollo della vita" è uno dei più bei motti di tutta la letteratura internazionale. Perché i tatuaggi li ha sull' anima e non sul collo. Perché è un uomo tutto di un pezzo che non rifiuta di assumersi le sue responsabilità. Perché è la dimostrazione vivente che si può esser poeti e saper costruire capanne, armadi, cancelli e tavoli. Perché la sua intimità con gli animali era di un livello superiore. Perché si prende una polmonite per contare l'età di un albero. Che sarà pure una cosa stupida, ma è la maniera più poetica, altruista e generosa di ritornare da colei che ci ha messo al mondo.

    Episodio 3 - Un paladino romantico in difesa della natura

    Il futurologo Gerd Leonard nel 2019 ha detto: Siamo arrivati ad uno snodo cruciale dell'evoluzione tecnologica. Il cambiamento futuro della società diventerà esponenziale, e irreversibile. Stiamo per arrivare allo scontro essenziale: Tecnologia contro Natura. È stato calcolato infatti che nella giornata media di un individuo compiamo dalle 60 alle 150 azioni che ci mettono in contatto con la tecnologia e con la tecnica. Nel 1980 erano 20. Ma per quanto noi si possa apparire tecno dipendenti e lontani dalla dimensione idilliaca del verde, sentiamo che la natura è nostra Madre e che senza di lei non possiamo far nulla. E il Covid-19 ce lo ha confermato.

    La frequentazione della natura è di vitale importanza per il nostro corpo e per il nostro equilibrio psichico. Ma quanto sappiamo dei paladini che si sono battuti in sua difesa? Di quelli che hanno organizzato sit-in, convegni, manifestazioni, per richiamare l'attenzione sulla sua importanza? I nomi di questi apologeti ci sono sconosciuti. Sappiamo qualcosa di Greta Thunberg e nient'altro. Eppure sono tanti: eroi senza nome, gentiluomini del Creato. Tra questi ce n'è uno, poco noto in Europa, ma molto amato negli USA, un uomo difficile da classificare: individualista, anarchico, anticonformista, un filosofo-poeta che diceva di sé: "Un carattere si forgia continuamente nella corrente del mondo: è impossibile individuarlo".

    Il suo nome è H. D. Thoreau, un pensatore che ha legittimato con la pratica l'ormai abusata definizione di "ambientalista" che tutti aspirano ad ottenere. Thoreau è l'alfiere di una filosofia libertaria che si batte contro lo strapotere del denaro e si ribella allo sviluppo della civiltà che in America andava cancellando paesaggi, spazzando via etnie e culture, imponendo ritmi forsennati ad una terra che, sino ad allora, era stata attraversata più che altro dai bisonti. Thoreau contrappone agli "affaristi" il romantico "camminatore errante" che può andare dove vuole, prediligendo i boschi, le praterie, le strade dove i cartelli indicatori sono assenti e dove ad ogni bivio si prospetta un'eccitante avventura.

    Come Springsteen non ama le strade principali, preferisce quelle che non si sa dove portano, ma ricche di suggestioni. E lì che si ritrova l'essenza della razza umana, in quegli spazi incontaminati che stanno oltre il profitto, oltre il controllo delle istituzioni: quella è "la terra promessa" cui hanno accesso i "camminatori selvaggi". Questa è la storia di Thoreau, un utopista romantico che pensa che un obiettivo sincero e la fiducia di raggiungerlo siano virtù indispensabili per una vita giusta.

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    26 min
  • Come scappare dalla civiltà e vivere felici nel bosco
    Oct 26 2021

    Capitolo VII - Thoreau

    Perché abbiamo bisogno di Thoreau oggi? Perché si batte per la Natura e contro le leggi che limitano la nostra libertà. Perché ama le strade periferiche e non quelle principali. Perché rifiuta tutti gli inviti atti solo a perder tempo. Perché non c'è niente di più bello che passeggiare nel bosco o nuotare. Perché la sua frase: "Bisogna succhiare tutto il midollo della vita" è uno dei più bei motti di tutta la letteratura internazionale. Perché i tatuaggi li ha sull' anima e non sul collo. Perché è un uomo tutto di un pezzo che non rifiuta di assumersi le sue responsabilità. Perché è la dimostrazione vivente che si può esser poeti e saper costruire capanne, armadi, cancelli e tavoli. Perché la sua intimità con gli animali era di un livello superiore. Perché si prende una polmonite per contare l'età di un albero. Che sarà pure una cosa stupida, ma è la maniera più poetica, altruista e generosa di ritornare da colei che ci ha messo al mondo.

    Episodio 4 - Come scappare dalla civiltà e vivere felici nel bosco

    Quella di Thoreau è una personalità versatile il cui il filo conduttore è l'amore per la natura, il desiderio di indipendenza e la ricerca della Verità. Thoreau fa della "coerenza" una ragione di vita. Crede nella potenza dell'azione, pensa che un uomo "è quello che fa e non quello che dice". Ama la terra, pensa che l'uomo che aspira a vivere pienamente "deve" vivere in armonia con lei. Forte di questa convinzione si "rifugia" nella foresta isolandosi per più di due anni in una capanna vicino ad un lago. Esperienza che compie in solitudine, poiché crede che questa condizione favorisca un approccio privilegiato con ciò che ci circonda, aiutandoci a comprendere meglio noi stessi.

    Thoreau ritiene che l'incessante incedere del progresso ci stia "snaturando" e che i ritmi lenti e arcaici della natura possano guarirci dai mali endemici della modernità. Il suo approccio filosofico privilegia l'esperienza e per questo può definirsi "orientale", in Oriente infatti non vi è differenza tra corpo e mente, entrambi fanno parte della totalità dell'essere umano. In quell'emisfero, l'esempio e l'azione costituiscono la via migliore per il raggiungimento di una vita completa. La sua filosofia si organizza intorno ad alcune linee guida fondamentali: 1) rifiutare le abitudini, 2) cambiare prospettiva, 3) dar voce alla natura e a quello che ci suscita dentro, 4) andare in cerca della Verità, nascosta in ogni cosa, 5) ridurre la vita ai suoi termini più essenziali, 6) abbattere ogni discriminazione, 7) vivere felicemente in modo spartano e consapevole.

    Thoreau invita i suoi interlocutori a contrapporre alla macchina impetuosa del progresso, della mappatura delle città e del moltiplicarsi di recinzioni, l'ascolto della propria dimensione interiore. Esperienza che è impossibile fare vivendo in città, circondati dai pali della luce o guardando il panorama da una terrazza. Bisogna immergersi nella Natura per "vedere", allarga la coscienza e ci fa sentire meglio. A seguito della sua esperienza nel bosco scriverà "Walden ", che diventerà un punto di riferimento ideale per intere generazioni di ecologisti, radicali ed anticonformisti: un volume che è stato definito "uno tra i dieci libri più influenti del mondo occidentale moderno". Il testo, ormai un classico della letteratura americana, contiene la frase su cui si regge, in equilibrio, tutta la retorica yankee e non solo: "Io voglio vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, vivere in modo risoluto e spartano, tanto da sbaragliare tutto quanto non sia vita".

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    28 min
  • H.D. Thoreau e R.W. Emerson: I gemelli diversi

    H.D. Thoreau e R.W. Emerson: I gemelli diversi

    La filosofia della Mangusta 07.05
    Oct 26 2021

    Capitolo VII - Thoreau

    Perché abbiamo bisogno di Thoreau oggi? Perché si batte per la Natura e contro le leggi che limitano la nostra libertà. Perché ama le strade periferiche e non quelle principali. Perché rifiuta tutti gli inviti atti solo a perder tempo. Perché non c'è niente di più bello che passeggiare nel bosco o nuotare. Perché la sua frase: "Bisogna succhiare tutto il midollo della vita" è uno dei più bei motti di tutta la letteratura internazionale. Perché i tatuaggi li ha sull' anima e non sul collo. Perché è un uomo tutto di un pezzo che non rifiuta di assumersi le sue responsabilità. Perché è la dimostrazione vivente che si può esser poeti e saper costruire capanne, armadi, cancelli e tavoli. Perché la sua intimità con gli animali era di un livello superiore. Perché si prende una polmonite per contare l'età di un albero. Che sarà pure una cosa stupida, ma è la maniera più poetica, altruista e generosa di ritornare da colei che ci ha messo al mondo.

    Episodio 5 - H.D. Thoreau e R.W. Emerson: I gemelli diversi

    Nel 1837 Thoreau diventa amico del filosofo trascendentalista Emerson. I due si sono già incrociati all'Università di Harvard, ma si conoscono grazie a una signora a cui Thoreau ha mandato alcune poesie. Che non fanno breccia nel cuore della tipa, ma svolgono un ruolo importante, poiché le fanno notare che ci sono affinità tra quel giovane e un filosofo che va per la maggiore. La tipa organizza l'incontro con Emerson.

    Thoreau è più giovane di quasi una ventina d'anni, è un ragazzo intraprendente che vuole far carriera nelle lettere, Emerson è un professore "mistico" che con le sue idee influenzerà un'intera generazione di intellettuali americani, da Hawthorne a John Dewey. Anche Nietzsche ne apprezzerà l'opera, a causa delle molte analogie col suo pensiero. Thoreau viene affascinato dalle riflessioni del prof che esaltano l'indipendenza dello spirito contro i pregiudizi dell'abitudine. Emerson lo invita ad una delle sue "cene filosofiche". Thoreau pensa che "il genio d'America" lo possa aiutare. Infatti gli offre di collaborare al giornale. Il giovane accetta. Emerson lo invita a trasferirsi da lui. Thoreau in cambio svolge lavori di restauro e gli cura il giardino. Emerson gli propone poi di andare a New York a fare il precettore di suo nipote.

    Thoreau, capisce che se vuole vivere dei suoi scritti deve acquisire notorietà nelle grandi città e dunque accetta. Ma non fa colpo sui damerini dell'intellighenzia newyorchese. Anzi, attira su di sé diffidenze, riuscendo a piazzare qualche articolo. Decide di rientrare a Concord, dove si tuffa nella libreria del maestro che è ricca di volumi orientali. Lo segue in alcuni "campi trascendentalisti" dove si insegna canto, e ginnastica ritmica. Una sorta di eco-villaggi dove ci si ritrova per sviluppare l'esperienza dei sensi e favorire una percezione migliore della natura. La comunità adotta principi vegani, vengono bandite tutte le bevande tranne l'acqua.

    La frugalità è la regola: si studia, si lavora nei campi, le pause sono dedicate alla lettura. Vi si insegna il cucito, la falegnameria, il giardinaggio. Thoreau trova molte affinità con le sue idee: "Natura è ordine" dice Emerson: "non è stata progettata dall'uomo quindi non è inquinata dai suoi pregiudizi. L'uomo comune è pigro e non vuole comprendere". Come Emerson anche Thoreau è convinto che non ci sia migliore maestra della Natura e vuole provare nella pratica quello che condivide in teoria. Forte di questi principi, si costruirà una capanna, vicino alle sponde del lago di Walden. Esperienza che unirà i due geni della cultura americana in un rapporto proficuo e indissolubile.

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    30 min
  • La rivoluzione negli zaini

    La rivoluzione negli zaini

    La filosofia della Mangusta 07.06
    Oct 26 2021

    Capitolo VII - Thoreau

    Perché abbiamo bisogno di Thoreau oggi? Perché si batte per la Natura e contro le leggi che limitano la nostra libertà. Perché ama le strade periferiche e non quelle principali. Perché rifiuta tutti gli inviti atti solo a perder tempo. Perché non c'è niente di più bello che passeggiare nel bosco o nuotare. Perché la sua frase: "Bisogna succhiare tutto il midollo della vita" è uno dei più bei motti di tutta la letteratura internazionale. Perché i tatuaggi li ha sull' anima e non sul collo. Perché è un uomo tutto di un pezzo che non rifiuta di assumersi le sue responsabilità. Perché è la dimostrazione vivente che si può esser poeti e saper costruire capanne, armadi, cancelli e tavoli. Perché la sua intimità con gli animali era di un livello superiore. Perché si prende una polmonite per contare l'età di un albero. Che sarà pure una cosa stupida, ma è la maniera più poetica, altruista e generosa di ritornare da colei che ci ha messo al mondo.

    Episodio 6 - La rivoluzione negli zaini

    Thoreau è un filosofo molto amato, che i lettori non avvertono come un pensatore inaccessibile ma come un amico. Infatti per quanto la sua scrittura non sia facile, i suoi scritti sono adorati dai "saccopelisti" che se lo infilano negli zaini. Oggi si direbbe: "Henri David, uno di noi!". Ma perché è così amato? Perché è diverso da tutti gli altri pensatori. Eppure come loro si fa in continuazione delle domande. Ma a differenza di questi, cerca delle risposte pratiche. E agisce per renderle operative. Thoreau si fa quelle domande che da giovani ci facciamo tutti ma che la maggior parte di noi lascia cadere nel vuoto. Lui continua a farsele. E non si quieta sino a quando non riesce a trovare una risposta.

    Quali domande? Chi siamo? Che c'è nel mare? E nel centro della Terra? Che ne sappiamo del Grande Mistero che ci circonda? Perché non viviamo in armonia con le altre creature del pianeta? La sua voglia di sapere è enorme, la sua indole coriacea. Non indietreggia mai di fronte alla radicalità delle sue idee e nemmeno ne teme i contraccolpi. Rischia e agisce. Si ritira dall'insegnamento. Va a vivere in mezzo al bosco. Non paga le multe, si fa incarcerare. Attacca i paladini della Costituzione. Si mette di traverso ai poteri forti. Non ha paura di assumersi la responsabilità delle sue idee.

    La sua stessa vita ne è testimonianza. Il suo è un breve ma intenso viaggio verso la consapevolezza in cui non si ha paura di abbandonare i sentieri conosciuti, per incamminarsi verso le strade che conducono alla Verità. Che il filosofo vede nella Natura. Tra le meraviglie del bosco di Walden e le sponde del lago che lo circondano. Le studia, ne rimane incantato e si rende conto di quanto sia sciocco sottomettersi alle stupide leggi degli uomini che ottemperano a regole ottuse senza tener conto delle leggi della Natura.

    E non importa che la capanna non sia poi così isolata (è a soli 3 chilometri da casa Emerson), è la radicalità della sua scelta che conta, la determinazione del suo pensiero, il rifiuto delle convenzioni e la decisione di affrontare trenta mesi nel bosco. A dimostrazione che quando sì è motivati, ci si può incamminare lungo percorsi sconosciuti. Infischiandosene dei rischi. Non c'è da meravigliarsi che un personaggio così puro sia stato amato dai giovani di mezzo mondo e che sia stato maggiormente celebrato negli anni '60, in un momento storico in cui ogni giovane andava a caccia della Verità e un'intera generazione cercava di oltrepassare le frontiere dell'omologazione, pur di raggiungere quelle ideali dell'Assoluto.

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    34 min
  • "Succhiare tutto il mirtillo della vita"

    "Succhiare tutto il mirtillo della vita"

    La filosofia della Mangusta 07.07
    Oct 26 2021

    Capitolo VII - Thoreau

    Perché abbiamo bisogno di Thoreau oggi? Perché si batte per la Natura e contro le leggi che limitano la nostra libertà. Perché ama le strade periferiche e non quelle principali. Perché rifiuta tutti gli inviti atti solo a perder tempo. Perché non c'è niente di più bello che passeggiare nel bosco o nuotare. Perché la sua frase: "Bisogna succhiare tutto il midollo della vita" è uno dei più bei motti di tutta la letteratura internazionale. Perché i tatuaggi li ha sull' anima e non sul collo. Perché è un uomo tutto di un pezzo che non rifiuta di assumersi le sue responsabilità. Perché è la dimostrazione vivente che si può esser poeti e saper costruire capanne, armadi, cancelli e tavoli. Perché la sua intimità con gli animali era di un livello superiore. Perché si prende una polmonite per contare l'età di un albero. Che sarà pure una cosa stupida, ma è la maniera più poetica, altruista e generosa di ritornare da colei che ci ha messo al mondo.

    Episodio 7 - "Succhiare tutto il mirtillo della vita"

    Thoreau scrive apparentemente di cose bizzarre. Si può trattare di mirtilli e dell'atto del camminare? Beh, lui lo fa. E uno scritto incisivo sull'azione del "camminare" trasmette un senso di libertà e di pienezza della vita così convincente che dopo che se ne sono lette cinque pagine si viene travolti dall'entusiasmo al punto che ci si sente in colpa per essere rimasti seduti a leggere, invece di esser usciti a passeggiare per boschi o in riva al mare, annusando gli odori dei cespugli o il profumo della salsedine.

    In "Camminare" la libertà della natura viene messa a confronto con le troppe regole della società civile, piena di divieti e compromessi. Thoreau paragona un sistema di valori basato sul profitto a un ordine più efficiente incentrato sulla libertà e rivendica per sé le necessità primarie dell'essere umano, quali la libertà di percorrere un territorio dove la proprietà privata è limitata a pochi ettari, dando così a tutti la possibilità di camminarci sopra. Lo ritiene un diritto e dice: "Io penso di non poter conservare la mia salute e il mio spirito, senza passare almeno quattro o più ore al giorno girovagando per boschi e colline, affrancato da tutti gli impegni del mondo".

    Afferma che la libertà si ritrova nell'atto del camminare, che non va inteso come il semplice esercizio di mettere un piede davanti all'altro, con l'obiettivo di svagarsi o di raggiungere una meta, no, camminare significa "andare", diventare un pellegrino che vuol conoscere, una persona che ha casa ovunque e in nessun luogo. Di un argomento simile tratta un altro testo, incentrato però su un frutto minuscolo quanto succoso, il mirtillo. È convinto che osservando meticolosamente le caratteristiche di ogni cosa, emerga la loro essenza, rivelando i piani segreti della Natura e di conseguenza dell'Universo. Perché, come recita il motto degli indiani Lakota, di cui Thoreau era un profondo conoscitore "Mitakuye Oyasìn" ("Tutto è strettamente collegato").

    Il mirtillo è una bacca blu porpora che proviene da un arbusto ingarbugliato ricco di fiori, un frutto piccolo e tondo di 4-5 centimetri. Che il viaggiatore naturalista Josselyn nel 1633 descrive come "una prelibatezza che indiani e inglesi bolliscono con lo zucchero per ottenerne una densa salsa da accompagnare alla carne di cervo". In America è un'istituzione. Ancora oggi per il Thanksgiving su ogni tavola non manca la cranberry sauce che fa da cornice ad ogni incolpevole tacchino. Ognuno di noi del resto ha il suo "frutto proibito". Quello per cui sarebbe disposto a fare giuramenti falsi (Nda Il mio è la nespola e ci ho scritto anche un libro). E il vostro?

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    29 min
  • Thoreau e Greta: Due eco-cervelli a confronto

    Thoreau e Greta: Due eco-cervelli a confronto

    La filosofia della Mangusta 07.08
    Oct 26 2021

    Capitolo VII - Thoreau

    Perché abbiamo bisogno di Thoreau oggi? Perché si batte per la Natura e contro le leggi che limitano la nostra libertà. Perché ama le strade periferiche e non quelle principali. Perché rifiuta tutti gli inviti atti solo a perder tempo. Perché non c'è niente di più bello che passeggiare nel bosco o nuotare. Perché la sua frase: "Bisogna succhiare tutto il midollo della vita" è uno dei più bei motti di tutta la letteratura internazionale. Perché i tatuaggi li ha sull' anima e non sul collo. Perché è un uomo tutto di un pezzo che non rifiuta di assumersi le sue responsabilità. Perché è la dimostrazione vivente che si può esser poeti e saper costruire capanne, armadi, cancelli e tavoli. Perché la sua intimità con gli animali era di un livello superiore. Perché si prende una polmonite per contare l'età di un albero. Che sarà pure una cosa stupida, ma è la maniera più poetica, altruista e generosa di ritornare da colei che ci ha messo al mondo.

    Episodio 8 - Thoreau e Greta: Due eco-cervelli a confronto

    Thoreau anticipa e propone il meglio del pensiero ecologico-ambientalista che si svilupperà nei secoli seguenti, perché sceglie una posizione di "osservatore partecipe" senza eccedere in misticismi radicali che vedono nel ritorno alle abitudini primitive l'obiettivo finale dell'uomo. No. Thoreau tiene sempre presente di essere un cittadino del suo tempo, conosce le esigenze del progresso ma ne combatte le aberrazioni. Per questo ama i nativi americani. Del resto un filosofo che ritiene che "lo spirito della Grande Madre terra possa parlare e che il vento sia il suo respiro" beh, non può non amarli.

    "Io sono nato dove non c'era alcuna costrizione" dirà Geronimo, capo degli Apache ma potrebbero essere parole di Thoreau. Che vede nella privatizzazione dei terreni e nel passaggio della ferrovia un grosso pericolo per la libertà. Teme infatti che la rivoluzione industriale snaturi la morfologia del suo territorio. Il suo pensiero non può non richiamare alla mente la battaglia ecologista di Greta Thunberg. Non solo per le idee sulle quali si basa l'attivista svedese, ma anche per come è stata portata avanti la sua "battaglia", con perseveranza e passione. Seguita da milioni di giovani, la ex sedicenne Greta ha spinto l'intera comunità mondiale a riflettere sulla questione ambientale e a perseguire obiettivi di risanamento climatico.

    Sebbene siano nati a quasi duecento anni di distanza, molte sono le analogie tra i due eco-cervelli più noti del pianeta. Entrambi determinati, entrambi molto discussi, entrambe figure romantiche, osteggiate o derise, entrambi con qualcosa di "demoniaco" nello sguardo, come se dentro di loro si agitasse un demone, più predisposto a capire ciò che scalpita dentro di loro, che non ad ascoltare ciò che dicono gli altri. Entrambi probabilmente affetti da una lieve manifestazione della sindrome di Asperger. Entrambi, Henry e Greta, non usano mezze misure e ammoniscono che se non cambiamo in fretta le nostre abitudini, ci ritroveremo a scoprire che il nostro elegante mondo perfetto sorgerà al centro di un deserto.

    Pertanto, la prossima volta che viaggiate in treno o in autobus e vedrete una discarica a cielo aperto, un fiume soffocato dalla plastica o le antenne invadenti dei ripetitori telefonici, sappiate che Henry e Greta vi sussurreranno delicatamente all'orecchio. "Non permettere questo scempio. Fai qualcosa!" In quel momento toccherà a voi decidere se dar retta a quelle due "presenze" e accoglierle come farfalle o cacciarle via come fastidiosi insetti, che si sono avvicinati troppo al vostro orecchio. Dovrete decidere. E dovrete farlo in fretta.

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    31 min