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Sulla pietra

I casi del commissario Adamsberg - Vol. 10

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A proposito di questo titolo

Il guardacaccia Gaël Leuven era un marcantonio solido come uno scoglio bretone, ma per ucciderlo sono bastate due coltellate al torace. A Louviec lo conoscevano tutti. Compreso Josselin de Chateaubriand (forse discendente di quel Chateaubriand), il nobilastro dall'abbigliamento eccentrico che adesso è il principale sospettato. Richiamato in Normandia dal commissario locale, Adamsberg si addentra nelle numerose ramificazioni del caso. Ma pur perdendosi come di consueto in false piste e digressioni mentali, in osservazioni prive di qualunque nesso con l'indagine, c'è da scommettere che anche questa volta verrà a capo del groviglio di omicidi ed efferatezze. Grazie alle sue illuminazioni proverbiali ma anche, forse, all'energia ancestrale dei menhir.

- Il dolmen di cui mi hai parlato è sulla strada del ponticello?
- Due chilometri dopo il ponticello, non sbagliarti. Sulla sinistra, non puoi non vederlo. È splendido, con tutte le pietre ancora in piedi. - A che epoca risale un dolmen?
- A un'epoca antichissima! Circa quattromila anni fa.
- Dunque sono pietre intrise di secoli. Perfetto per me.
- Ma perfetto per cosa?
- E a che cosa servivano questi dolmen? - domandò Adamsberg senza rispondere.
- Sono dei monumenti funerari. Delle tombe, se preferisci. Fatte di pietre verticali ricoperte da lastroni. Spero che questo non ti metta a disagio.
- Per niente. Ho intenzione di andare a sdraiarmi sul lastrone in alto, sotto il sole.
- E che cavolo ci vai a fare là sopra?
- Non lo so, Johan.

©2024 Giulio Einaudi editore (P)2024 Giulio Einaudi editore
Investigatori tradizionali Poliziesco Suspense Thriller di crimini Thriller e suspense

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L'uomo dei cerchi azzurri copertina
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Trama che si sviluppa lenta, piena di dettagli e sotto-trame parallele, noiosa, priva di ritmo. Questo romanzo è peggiorato, se possibile, dalla lettura perché il narratore, pur bravo, ha caratterizzato i personaggi rendendone molti in modo macchiettistico, facendoli sembrare stupidotti alla Stanlio e Ollio. Chiaramente, questo rende ancora meno verosimile la trama da giallo, qui scaduta a sequenze prolisse da siparietto da avanspettacolo.

Inutilmente complicato

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Fred Vargas è unica. Adamsberg pure. Ho letto tutti i suoi romanzi e questo è l'unico che ho ascoltato. Lettura perfetta. È un bel romanzo ma a differenza dei precedenti forse destabilizza un poco che a metà della narrazione una brusca virata metta in stallo argomenti e personaggi. La chiusura ripone tutto in ordine ma restano ore di ascolto su cui incombe un vago, leggero ma persistente staniamento. La componente "fantastica" che aleggia sempre nei gialli con protagonista Adamsberg è leggermente forzata. Insomma bello ma non del tutto riuscito a mio parere.

Bello ma...

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mi e piaciuto tutto il racconto e anche nelle pause necessarie a presentare le situazioni o i personaggi non mi sono annoiato non mi e piaciuto il fatto che sia terminato

la bellezza del susseguirsi degli eventi

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quella di Fred Vargas è, come sempre, una scrittura originale e fuori dagli schemi. Non si deve avere fretta, la risoluzione finale del giallo è meno importante della sua stesura con divagazioni, situazioni e personaggi secondari inconsueti, che arricchiscono l'affresco complessivo. Adamsberg e la sua squadra sono unici nel cosmo dei gialli recenti, inutilmente popolato da commissari ed investigatori fotocopiati. Il lettore invece è, secondo me, troppo lento, ho preferito accelerare un po' la velocità

imprevedibile

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Adamsberg sempre una garanzia, l'ambientazione nel paesino bretone assolutamente caratteristica, personaggi dai contorni vividi, animati dalla sapiente voce del lettore! interessante l'intreccio, anche se non ai livelli magistrali di altre opere della Vargas

Ascolto davvero piacevole!

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Non uno dei suoi libri migliori, ma piacevole soprattutto per la lettura di Paolo Triestino.
Un libro piacevole, ma a mio parere un po' troppo lungo e forse con una seconda parte migliore della prima.

Non uno dei suoi libri migliori

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La lettura inficia un bel racconto! per leggere questo libro sarebbe necessario conoscere almeno un po' di Francese!!!

bello!

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Questo è il mio secondo libro della Vargas. Il primo (l’uomo dei cerchi azzurri) mi era piaciuto moltissimo. Questo invece non mi ha convinto, è inutilmente arzigogolato, con una sotto-storia del tutto superflua e una spiegazione finale così peregrina da risultare deludente. Spero che le storie intermedie di Adamsberg somiglino più alla prima che a quest’ultima. Lettura piacevole, anche se un po’ troppo macchiettistica per certi personaggi.

Troppo cervellotico

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Sono storie sempre un po’ contorte,barocche, cupe. Questa però mette in evidenza aspetti come l’imperfezione, la solidarietà, la comprensione. Mi è piaciuto questo aspetto e alcuni personaggi li ho proprio amati.
La lettura è semplicemente strepitosa : caratterizza in modo eccellente ogni personaggio. Chapeau

Sempre un po’ macchinoso

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sono una lettrice di Fred Vargas da sempre. Un puzzle inestricabile, come in ogni buon giallo, ma non solo. Una grande scrittrice

la miglior giallista

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