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La masnà

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La masnà

Di: Raffaella Romagnolo
Letto da: Evelina Nazzari
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A proposito di questo titolo

Che cos'è la libertà? Difficile dirlo per Emma Bonelli, che sulle colline del Monferrato piemontese, nell'aprile del 1935, per la prima volta varca la soglia della casa dei Francesi, sposa al ciabattino zoppo che le hanno dato per marito. Emma ha la terza elementare. La sua dote è misera. Di bello ha solo una massa di riccioli rossi, che presto taglierà senza pietà. Però è una gran lavoratrice, e per questo i Francesi, che hanno tanta terra e poche braccia, l'hanno voluta come nuora.

Anche per sua figlia Luciana libertà non è che una parola lontana, mai sperimentata sulla pelle. Solo una volta l'ha quasi assaporata, quando le è stata offerta l'occasione di diventare sarta, ma poi il marito, la figlia, la casa, la vita hanno preso il sopravvento. Forse solo Anna, nata negli anni Settanta, l'unica donna nella famiglia a poter proseguire gli studi, spezzerà la catena di rinuncia e sottomissione a cui ha visto piegarsi la madre e la nonna.

Emma, Luciana, Anna, tre donne diverse, ugualmente legate alla vecchia casa in collina, obbligate a lasciarla dai rivolgimenti della Storia e dalla durezza dei rispettivi destini. Tutte desiderose di tornarvi. E tutte, in modi diversi, masnà, bambine. In un gioco di sorprendenti rivelazioni, miserie quotidiane e commoventi eroismi, questo romanzo è allora anche la storia di una scelta difficile e coraggiosa: rompere l'esilio, tornare alla casa dei Francesi, sentirsi libere. Perfino di sbagliare. E smettere, finalmente, di essere masnà.

©2020 Grandi & Associati S.r.l. (P)2021 Audible Studios
Letteratura mondiale Narrativa femminile Narrativa storica

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Ottima lettura, ma due precisazioni: il fiume è il Tànaro non Tanàro e si pronuncia méliga non melìga…

Ottima lettura

Si è verificato un problema. Riprova tra qualche minuto.

sarà l'interpretazione, ma ho capito poco di questo.libro, a parte il ruolo della masná, che è questa figlia mai cresciuta. un appunto per la signora Nazzari: il fiume Tanaro si pronuncia con l'accento sulla prima a.

confusione

Si è verificato un problema. Riprova tra qualche minuto.

Ascoltato quasi metà, purtroppo sebbene ci tenessi molto ad ascoltarlo (in cartaceo al momento è fuori catalogo) e mi sembrasse promettente, ho smesso a causa della voce narrante che trovavo decisamente piatta e insopportabile. No comment poi per il fiume Tanaro pronunciato in modo scorretto (programma di terza elementare) e delle poche frasi in piemontese dette in maniera atroce.

Per me è no

Si è verificato un problema. Riprova tra qualche minuto.

diciamo che è un peccato che una bella storia di donne d'altri tempi sia stata scritta in questo modo confusionario.

confusione

Si è verificato un problema. Riprova tra qualche minuto.

Sono stata lì lì per abbandonare la lettura intorno al primo terzo del libro, ma poi ho deciso di non demordere, ed in parte sono stata premiata.
La vicenda di tre donne di una famiglia piemontese è interessante, ma il libro genera confusione, perché alterna passaggi al presente ad altri al passato, con tempi dei verbi non sempre concordanti con il momento della narrazione.
La lettura potrebbe definirsi discreta, se non fosse che diversi accenti (non solo nel caso del fiume Tànaro) sono errati, e molte parole del dialetto non hanno nulla a che vedere con la corretta pronuncia dei termini.
Faccio sempre molta fatica a comprendere come un professionista non si documenti accuratamente prima di prodursi nella lettura di un testo...

Mai demordere.

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