Città di gatti
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A proposito di questo titolo
Un pilota cinese, durante una manovra d'emergenza, approda su Marte, e scopre che il pianeta è abitato da uomini gatto. Accolto da uno di loro, chiamato Grande Scorpione, impara a parlarne la lingua e ne scopre via via usi e cultura, apprezzando gli effetti stupefacenti delle foglie di loto di cui si nutrono. Man mano che si addentra nella conoscenza della loro società, tuttavia, si accorge che quella a cui assiste è la fase finale di una civiltà in declino, ormai irrimediabilmente corrotta, soggiogata dagli stranieri, priva di valori morali.
Scritto tra il 1932 e il 1933, Città di gatti è il primo romanzo di fantascienza della letteratura cinese e uno dei primi racconti distopici. Come una dozzina d'anni più tardi La fattoria degli animali di Orwell, anche Città di gatti adombra una feroce satira politica: del regime instaurato dal Partito nazionalista cinese di Chiang Kai-shek, oltre che della Russia sovietica e di un intero mondo in crisi. Convinto che «la satira deve in primo luogo rendere viva la favola sulla quale si appoggia», Lao She ci regala pagine illuminate da una brillante vena umoristica che diventa lucida capacità di penetrazione dell'anima e dell'evoluzione umane, al di là dei limiti nazionali e storici.
©2024 Mondadori Libri (P)2024 Mondadori LibriIl pessimismo e la disillusione di Lao She marchiano pesantemente questo testo senza redenzione, eppure le sue immagini vivide ti restano dentro; la corruzione, l'arroganza dell'ignoranza, l'individualismo cieco alle conseguenze, tutte le piaghe della società affiorano senza un riferimento temporale tanto da prescindere dal il periodo il luogo e l'oggetto della satira , restando fermi e eterni come monito per qualsiasi civiltà. E' un libro non bello ma utile che si può calare su qualsiasi realtà perchè il problema non è legato a luoghi, epoche o culture, il pericolo a se stesso, sta nel gatto.
Trovo un po' disonesto presentarlo come un romanzo di fantascienza, seguendo lo stesso rragionamento dovremmo dire che i viaggi di Gulliver è un romanzo di esplorazione, Non è nemmeno una parodia del genere fantascientifico, il viaggio spaziale è un semplice pretesto che occupa poche righe del racconto.
lettura:va bene
traduzione: alcuni passaggi non mi hanno convinto a livello sintattico in italiano, lo dico ma mi fermo li; visto che il libro è tradotto da Edoarda Masi sicuramente avrà avuto le sue ragioni legate al testo originale.
un quotidiano mondo a parte
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Fa decisamente riflettere
Contemporaneo
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La narrazione è buona, mi ha aiutata a immergermi nella mente del terrestre.
Ascolto consigliato
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lascia un po basiti
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Un’opera davvero interessante che unisce satira politica, umorismo e fantascienza e che ha suscitato in me diverse emozioni, dal riso alla tristezza.
Sicuramente una lettura consigliata.
Unica piccola pecca a mio avviso è la recitazione che a volte risulta un po’ monotona nei toni, rendendo più difficile l’immedesimazione nel protagonista e nelle suo emozioni
Una piacevole scoperta
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