• I distretti industriali simbolo Made in Italy, fatturato +0,8%

  • Apr 17 2024
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I distretti industriali simbolo Made in Italy, fatturato +0,8%

  • Riassunto

  • Lunedì è stata presentata la sedicesima edizione del rapporto annuale realizzato dalla direzione studi e ricerca di Intesa Sanpaolo sui distretti industriali. Oreficeria di Valenza. E poi macchine agricole dell'Emilia-Romagna, i vini del bresciano, la gomma del Sebino Bergamasco. Nell'analisi 2023 di Intesa Sanpaolo sono i distretti migliori in Italia per performance, crescita e redditività. Dati che spiccano all'interno di un quadro che è comunque mediamente positivo, nonostante tutto. L'analisi dei bilanci di quasi 21mila imprese evidenzia infatti nel 2023 ancora un piccolo progresso del fatturato a valori correnti (+0,8%), dopo il balzo registrato nel biennio 2021-22. Il che significa che rispetto ai livelli pre-Covid il sistema si trova con un livello di vendite del 20% superiore. Performance positiva e superiore a quella delle imprese non distrettuali, con risultati ai vertici europei per 14 dei 19 settori analizzati. Tutti i settori mostrano valori del fatturato maggiori rispetto a quelli del 2019 anche se spiccano, in particolare, i distretti specializzati nella meccanica e nell'agro-alimentare che anche nel 2023 hanno registrato una buona crescita del fatturato, grazie alle performance ottenute sui mercati internazionali (+7,9% e +4,5% rispettivamente la crescita dell'export).

    Nel 2023 l'export distrettuale è rimasto sostanzialmente stabile, confermando i livelli record toccati nel 2022 quando per la prima volta si era superata di slancio la quota dei 150 miliardi di euro esportati. Tenuta realizzata superando la debolezza del mercato tedesco e cogliendo le opportunità di crescita presenti in altri mercati, come ad esempio, la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti, il Messico, l'Arabia Saudita, la Cina.

    Ne parliamo con Gregorio De Felice, capo economista e responsabile Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.


    Confindustria stima +0,9% Pil 2024, 'crescita sorprende'

    Nel 2024 il Pil italiano farà segnare +0,9%, mentre nel 2025 la crescita è attesa al +1,1%. Sono le stime del Centro Studi Confindustria per gli scenari economici di primavera: in particolare per l'anno in corso le previsioni sono superiori di 0,4 punti percentuali rispetto a quanto indicato nello scenario di ottobre scorso. Nel biennio di previsione 2024-2025, oltre al miglioramento della domanda globale che darà nuovo impulso all'export, due fattori potranno sostenere ancora la crescita italiana su ritmi significativi: il taglio dei tassi di interesse da parte della Bce e l'attuazione del Pnrr che sta entrando nel vivo. Il CsC sottolinea come la crescita italiana abbia sorpreso in positivo nel 2023, arrivando al +0,9% annuo nonostante i tassi e l'inflazione alti. In decelerazione dai ritmi altissimi del 2021-2022 che incorporavano il recupero post-pandemia ma molto meglio dei modesti ritmi italiani pre-pandemia. Una crescita 2023 che è pari al doppio di quella media dell'Eurozona. Da notare, peraltro, che, se non si fosse verificato uno straordinario decumulo delle scorte (-1,3 il contributo al PIL), la crescita del Pil italiano sarebbe arrivata al +2,2%. Stime però che non trovano conferma nei numeri della Banca d'Italia: l'istituto oggi ribadisce le stime del Pil diffuse lo scorso 5 aprile che prevedono per l'economia italiana un aumento, nel 2024, dello 0,6% dopo un primo trimestre 'debole' (dello 0,8 escludendo la correzione per le giornate lavorative). Nel bollettino economico dell'istituto centrale viene confermata anche la stima del Pil di un +1% nel 2025 e di +1,2% nel 2026.

    Ne parliamo con Alessandro Fontana, direttore del Centro studi di Confindustria.

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Sintesi dell'editore

Lunedì è stata presentata la sedicesima edizione del rapporto annuale realizzato dalla direzione studi e ricerca di Intesa Sanpaolo sui distretti industriali. Oreficeria di Valenza. E poi macchine agricole dell'Emilia-Romagna, i vini del bresciano, la gomma del Sebino Bergamasco. Nell'analisi 2023 di Intesa Sanpaolo sono i distretti migliori in Italia per performance, crescita e redditività. Dati che spiccano all'interno di un quadro che è comunque mediamente positivo, nonostante tutto. L'analisi dei bilanci di quasi 21mila imprese evidenzia infatti nel 2023 ancora un piccolo progresso del fatturato a valori correnti (+0,8%), dopo il balzo registrato nel biennio 2021-22. Il che significa che rispetto ai livelli pre-Covid il sistema si trova con un livello di vendite del 20% superiore. Performance positiva e superiore a quella delle imprese non distrettuali, con risultati ai vertici europei per 14 dei 19 settori analizzati. Tutti i settori mostrano valori del fatturato maggiori rispetto a quelli del 2019 anche se spiccano, in particolare, i distretti specializzati nella meccanica e nell'agro-alimentare che anche nel 2023 hanno registrato una buona crescita del fatturato, grazie alle performance ottenute sui mercati internazionali (+7,9% e +4,5% rispettivamente la crescita dell'export).

Nel 2023 l'export distrettuale è rimasto sostanzialmente stabile, confermando i livelli record toccati nel 2022 quando per la prima volta si era superata di slancio la quota dei 150 miliardi di euro esportati. Tenuta realizzata superando la debolezza del mercato tedesco e cogliendo le opportunità di crescita presenti in altri mercati, come ad esempio, la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti, il Messico, l'Arabia Saudita, la Cina.

Ne parliamo con Gregorio De Felice, capo economista e responsabile Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.


Confindustria stima +0,9% Pil 2024, 'crescita sorprende'

Nel 2024 il Pil italiano farà segnare +0,9%, mentre nel 2025 la crescita è attesa al +1,1%. Sono le stime del Centro Studi Confindustria per gli scenari economici di primavera: in particolare per l'anno in corso le previsioni sono superiori di 0,4 punti percentuali rispetto a quanto indicato nello scenario di ottobre scorso. Nel biennio di previsione 2024-2025, oltre al miglioramento della domanda globale che darà nuovo impulso all'export, due fattori potranno sostenere ancora la crescita italiana su ritmi significativi: il taglio dei tassi di interesse da parte della Bce e l'attuazione del Pnrr che sta entrando nel vivo. Il CsC sottolinea come la crescita italiana abbia sorpreso in positivo nel 2023, arrivando al +0,9% annuo nonostante i tassi e l'inflazione alti. In decelerazione dai ritmi altissimi del 2021-2022 che incorporavano il recupero post-pandemia ma molto meglio dei modesti ritmi italiani pre-pandemia. Una crescita 2023 che è pari al doppio di quella media dell'Eurozona. Da notare, peraltro, che, se non si fosse verificato uno straordinario decumulo delle scorte (-1,3 il contributo al PIL), la crescita del Pil italiano sarebbe arrivata al +2,2%. Stime però che non trovano conferma nei numeri della Banca d'Italia: l'istituto oggi ribadisce le stime del Pil diffuse lo scorso 5 aprile che prevedono per l'economia italiana un aumento, nel 2024, dello 0,6% dopo un primo trimestre 'debole' (dello 0,8 escludendo la correzione per le giornate lavorative). Nel bollettino economico dell'istituto centrale viene confermata anche la stima del Pil di un +1% nel 2025 e di +1,2% nel 2026.

Ne parliamo con Alessandro Fontana, direttore del Centro studi di Confindustria.

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