Angelo Rizzoli (1889 - 1970) è stato al centro di una delle principali dinastie editoriali non solo italiane ma mondiali; la sua storia si presta decisamente ad essere raccontata in un libro: dall’infanzia in povertà alla creazione di un impero imprenditoriale, la vicende di quest’uomo basterebbero per tenere i lettori incollati alle pagine. Se poi alla sua esistenza eccezionale uniamo l’abilità letteraria di Chiara Bianchi, il gioco è fatto. Il canto della fortuna, fresco di pubblicazione, sta ricevendo una calorosissima accoglienza da parte di pubblico e critica. È un’opera straordinaria, che appassionerà gli amanti del genere storico, delle epopee familiari e tutti coloro che ricercano la poesia del quotidiano.

Il canto della fortuna

In occasione della pubblicazione dell’audiolibro Il canto della fortuna, abbiamo intervistato l’autrice, che ci ha parlato di questo viaggio emozionante e dei retroscena del libro.

Ciao Chiara, come stai? Come stai vivendo il successo del libro?

Ciao! Benone, grazie. Sto ancora cercando di capire cosa stia accadendo. Sicuramente sono molto felice e grata alle persone che ho incontrato in casa editrice. 

Come mai, per il tuo primo libro, hai scelto come tema la storia dei Rizzoli? Sei un'appassionata di saghe familiari, volevi raccontare una vicenda all’interno del mondo dell’editoria o dove hai trovato l’ispirazione?

Ho scoperto la vita di Angelo Rizzoli davvero da poche pennellate sparse qua e là sui libri che parlano di editoria. Riportavano tutti questo riferimento alla sua infanzia fatta di miseria. Ecco, la miseria alla fine dell’Ottocento non era una condizione straordinaria, a meno che non si nascesse aristocratici. La curiosità di conoscere quali erano stati i passi di quest’uomo che ha cambiato la sua vita e il modo in cui conosciamo l’editoria oggi mi ha spinta a saperne di più. Ed è così che è iniziato il viaggio nelle mille vite di un personaggio straordinario, che non ha fatto di sé soltanto il re dei periodici e dei libri, ma è stato produttore cinematografico, ha scoperto Ischia e l’ha resa l’isola del turismo internazionale negli anni del boom economico, ed è stato un nome importante persino per il calcio, con il Milan. 

Come si è svolto il lavoro di ricerca delle informazioni sulla famiglia Rizzoli? È stato complicato?

Poche fonti e molta fantasia. Per la ricostruzione cronologica mi sono affidata ad alcuni saggi, per il resto a foto, video, articoli di giornale.  

Da bambino povero e analfabeta, Angelo Rizzoli diventa nel giro di pochi decenni il re delle riviste, dei libri e del cinema. Sembra una storia da “sogno americano” più che italiano. Che uomo era Angelo e che idea ti sei fatta, scrivendone, delle ragioni del suo successo?

Angelo è un visionario, un uomo dal fiuto eccezionale. Incontra uomini intellettuali e di cultura che innestano in lui un moto di curiosità e di sfida verso “l’ignoto”. Ed è così che Angelo diventa il Commenda, grazie all’audacia e alla fortuna. 

Hai detto di aver ritratto, nel tuo libro, una famiglia imprenditoriale che ha incarnato le contraddizioni di un secolo ma anche tutto il suo fascino. Quali sono le contraddizioni più evidenti di questa famiglia? E in che modo sono un riflesso della società italiana? 

Le generazioni di una famiglia sono lo specchio dei tempi in cui vivono. Tra padre e figli si percepisce già la fine di un mondo, quello che ha attraversato Angelo, in mezzo alle due guerre mondiali, dove tutto seppur difficile aveva ancora la magia del sogno. Mentre con la generazione dei figli tutto è ormai destinato a trasformarsi in quella società molto più vicina alla nostra, in cui fanno da padrone le banche. 

Che effetto ti fa vedere il tuo libro prendere vita in un formato diverso, quello audio? Che relazione hai con gli audiolibri?

C. Una sorpresa graditissima. Personalmente preferisco la carta, il libro ha su di me un fascino primordiale. Ma riconosco l’importanza dell’audiolibro che avvicina lettori e lettrici alle storie che raccontiamo aggiungendo la voce di chi le interpreta. 

Oltre che scrittrice, sei editor freelance e redattrice. Ho capito dal tuo sito che vivi a Berlino, ami i cani e leggi “troppo”... quali sono i tuoi libri preferiti, o semplicemente i titoli o gli autori che ti hanno ispirato a scrivere Il canto della fortuna?

Sì, hai descritto perfettamente la mia vita. Prima di essere scrittrice sono una lettrice vorace. Mi piace scoprire le piccole realtà editoriali e i loro cataloghi. Più che libri preferiti ho scritture preferite e penso a quanto mi affascinano ancora oggi le pagine scritte da Anna Maria Ortese, Goliarda Sapienza, Elsa Morante, Christa Wolf, J. Rodolfo Wilcock, Giorgio Manganelli. Pochi nomi su mille altri che potrei citare. Probabilmente, la mia scrittura è frutto di un insieme di influenze inconsapevoli che vengono da lontano, ma non saprei dirti quali titoli e autori mi abbiano ispirata. Scrivere è una magia che si compie ed è davvero difficile per me spiegare il momento creativo. Succede, e quando accade è come incontrare l’inconscio. 


Se ti abbiamo incuriosito con questa intervista, inizia subito ad ascoltare Il canto della fortuna e scopri altre vite straordinarie nella nostra sezione dedicata alle biografie, diari e memorie.