C’è chi considera la cosiddetta cancel culture come una forma di giustizia tardiva che prova a correggere il passato, chi invece ci vede un meccanismo di censura che rischia di appiattire la complessità della storia. Tra statue abbattute, libri riscritti e parole contestate, il dibattito è acceso e spesso polarizzato. Proviamo ad aiutarti a capirci qualcosa con alcuni strumenti utili per farsi un’opinione critica, arricchirla o persino metterla in discussione.
Cancel culture, in breve (e senza sconti)
Il termine nasce nel dibattito statunitense e si è diffuso con i social: indica campagne pubbliche di boicottaggio/censura contro opere o figure considerate offensive o “non allineate”. La discussione tocca scuole, editoria, musei e media: dagli adattamenti ai testi di Roald Dahl alle statue abbattute o rimosse durante le proteste del 2020, fino a casi italiani che hanno acceso piazze e bacheche.
Uno sguardo utile per capire pro e contro
Secondo alcuni, “correggere” il canone è necessario per allargare la rappresentanza; per altri, il rischio è scivolare in moralismi e cancellazioni che semplificano la storia. Anche in ambito educativo si discute se rompere simboli del passato o contestualizzarli per costruire competenze critiche. mondadorieducation.it
C’è chi sposta l’obiettivo: lo storico Germano Maifreda sostiene che la formula “cancel culture” sia un ombrello polemico che miscela fenomeni molto diversi; e ricorda che cancellazioni, manipolazioni e riscritture della memoria sono sempre esistite, perché le immagini e i testi sono da sempre parte di relazioni di potere.
Audiolibri e saggi per orientarsi (anche quando non la pensiamo allo stesso modo)
La storia cancellata degli italiani di Dino Messina, letto da Jerry Mastrodomenico, racconta casi, polemiche ed effetti del revisionismo “dal basso” in Italia, dalle statue imbrattate ai nomi delle strade, fino alle riletture di opere d’arte e classici della nostra tradizione. Un saggio che mette in fila episodi, argomenti e conseguenze, invitando a misurarsi con le “asperità” del passato senza appiattirle con la sensibilità del presente.
Perché ascoltarlo: mette a fuoco casi italiani (statue, toponomastica, ricorrenze civili, architetture) e ne mostra i paradossi e gli effetti collaterali.
Punti chiave
Dalla contestazione di Indro Montanelli ai “Quattro Mori” di Livorno: quando il simbolo diventa terreno di scontro.
Revisionismo vs. rilettura critica: dove passa il confine?
Il rischio di appiattire la complessità del passato sulle sensibilità del presente.
Tutte storie di maschi bianchi morti… di Alice Borgna, letto da Carolina Zaccarini, smonta con taglio da fact checking l’idea (molto mediatizzata) che la “cancel culture” stia cancellando i classici: ricostruisce il dibattito sulle discipline greco-latine, soprattutto negli Stati Uniti, distinguendo tra narrazioni allarmistiche e problemi reali (accesso, élitarismo, curricoli che cambiano). Un saggio breve e serrato (circa 4 ore e 42 minuti in audio) che invita a ripensare il canone non come lista immutabile, ma come spazio di contestualizzazione, ampliamento e responsabilità educativa.
Perché ascoltarlo: un “fact checking” storico che attraversa alcuni tranelli del dibattito, decostruendo slogan e semplificazioni.
Punti chiave
Come si costruisce (e si critica) il canone.
Inclusione e memoria: aggiungere voci senza cancellarne altre.
Dati e casi che invitano a sospendere il giudizio prima del linciaggio digitale.
Chiamami così. Normalità, diversità e tutte le parole nel mezzo di Vera Gheno, letto dall’autrice, affronta uno dei terreni più sensibili del dibattito sulla cancel culture: il linguaggio. Se da un lato le richieste di parole più inclusive sono viste da alcuni come un passo necessario verso una società più equa, dall’altro vengono percepite come un segnale di “politicamente corretto” spinto fino alla censura. Con chiarezza e competenza, Gheno mostra che non si tratta di cancellare termini o imporre nuove regole, ma di prendere coscienza del potere delle parole e di come esse possano escludere o includere. Un ascolto che invita a spostare la discussione dal terreno dello scontro ideologico a quello della responsabilità comunicativa, dove il linguaggio diventa un ponte invece che una barriera.
Perché ascoltarlo: un saggio breve sul linguaggio inclusivo (uno snodo del dibattito) che invita a scegliere le parole con cura e prudenza, non per moda ma per efficacia comunicativa.
Punti chiave
Come cambiano le parole (e perché).
Inclusione vs. “eccessi” del politicamente corretto: istruzioni per discutere senza demonizzare.
Strumenti pratici per argomentare senza cancellare.
Leggi anche: Podcast e audiolibri per appassionati del linguaggio
Altri libri sulla cancel culture
La correzione del mondo. Cancel culture, politicamente corretto e i nuovi fantasmi della società frammentata – Davide Piacenza (disponibile su Amazon)
La correzione del mondo. Cancel culture, politicamente corretto e i nuovi fantasmi della società frammentata di Davide Piacenza (Einaudi, 2023) è un saggio agile ma denso (circa 320 pagine) che attraversa casi simbolici per mappare conflitti linguistici e culturali dell’ultimo decennio. Piacenza evita slogan e opposte caricature, mostrando come media e piattaforme alimentino polarizzazioni, rituali di espiazione online e “gare alla purezza”, e invita a distinguere tra censura, editing e contestualizzazione per ricostruire spazi di discussione reale.
Perché leggerlo: una mappa agile delle controversie (Dahl, statue, linguaggio) e delle polarizzazioni che le alimentano, utile per farsi un quadro aggiornato dei casi più citati.
Punti chiave
La corsa alla purezza e i suoi costi sociali.
Media e amplificazione della collera.
Quando “correggere” diventa marketing.
Immagini contese. Storia politica delle figure dal Rinascimento alla cancel culture – Germano Maifreda (disponibile su Amazon)
Immagini contese. Storia politica delle figure dal Rinascimento alla cancel culture di Germano Maifreda ricuce il dibattito sulla cancel culture dentro una storia lunga delle immagini come linguaggio del potere. Attraverso casi di pitture, statue, fotografie e cinema “contesi”, il libro mostra che cancellazioni, conservazioni e riscritture sono pratiche ricorrenti: più che chiedersi se rimuovere o no un simbolo, Maifreda invita a capire chi lo rimodella, come e perché, e a leggere ogni intervento (o mancato intervento) come un atto politico. Una prospettiva storica che sposta la discussione dall’allarme del presente alla genealogia dei conflitti sulle immagini, aiutando a distinguere tra censura, contestualizzazione e uso strumentale della memoria.
Perché leggerlo: riporta la discussione su un terreno storico: cancellazioni e reiscrizioni di immagini ci sono sempre state; la domanda è chi cancella che cosa e perché.
Punti chiave
Le immagini come tecnologia del potere.
Dalla ghettizzazione nella Mantova dei Gonzaga al Pasolini di Salò: casi che mostrano continuità storiche.
Attenzione alle parole etichetta (“cancel culture”) che accorpano fenomeni diversi.
Domande utili per tenere vivo il dibattito
Aggiungere voci al canone implica togliere qualcun altro? Se sì, con quali criteri?
Qual è la differenza tra contestazione di un’opera e censura dell’opera?
La contestualizzazione storica è sufficiente per opere che contengono linguaggi e stereotipi offensivi?
Chi decide cosa si “cancella” o cosa si “corregge”: istituzioni, comunità professionali, piazze digitali?
Le piattaforme social hanno responsabilità editoriali quando un’ondata di indignazione diventa gogna?
Quali pratiche concrete possono favorire disaccordi produttivi (ascolto, replica, revisione) al posto di etichette e anatemi?
Chiudiamo con qualche consiglio dal blog Audible
I migliori libri di storia contemporanea: una selezione per leggere il presente con la bussola del passato.
I migliori libri di Oriana Fallaci: giornalista e scrittrice che ha polarizzato (e continua a polarizzare) il dibattito pubblico.
Donne nella storia: i libri che le raccontano: per ampliare il canone con voci femminili spesso rimaste ai margini.
La cancel culture divide, scuote e a volte semplifica, ma di certo ci costringe a fare i conti con il modo in cui guardiamo al passato e al presente. Per continuare a costruirti un’opinione critica – o magari a mettere in discussione la tua – il modo migliore è continuare ad ascoltare audiolibri di storia, politica e scienze sociali su Audible, lasciandoti guidare da voci diverse, prospettive contrastanti e punti di vista che non sempre coincidono. Perché il dibattito resta vivo solo se siamo disposti ad ascoltare.







