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Quel direttore copertina

Quel direttore

Di: Silvia Giralucci
Letto da: Silvia Giralucci
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  • Riassunto

  • Pianosa, uno scoglio piatto di fronte all'isola d'Elba, nel mar Tirreno, è sempre stata "l'isola del diavolo", sin dai tempi dei romani: una prigione, un "altrove" dove mandare chi era sgradito. Nei suoi 150 anni di storia carceraria, ha attraversato gli snodi fondamentali della storia del nostro Paese: dalle sperimentazioni liberali di fine Ottocento, quando diventata la prima Colonia penale agricola in Italia, al fascismo, dall'antifascismo al contrasto delle emergenze di terrorismo e mafia.

    Silvia Giralucci, giornalista, il cui papà fu vittima del primo omicidio delle Brigate Rosse, ci capita in vacanza e ne rimane affascinata. La storia di Pianosa la cattura ancora di più quando scopre che nella sezione di massima sicurezza sono stati detenuti anche alcuni degli assassini di suo padre, insieme ai vertici del terrorismo rosso, e in quelle stesse celle è stata poi imprigionata la cupola della mafia dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio. Il carcere duro lenisce il dolore delle vittime? A cosa serve davvero la pena? Che cosa succede alle persone dentro un carcere di massima sicurezza? Silvia Giralucci ritorna sugli interrogativi che l'assillano fin da bambina, e attraverso le voci di chi ha abitato Pianosa - da bambino, da detenuto, da agente, da guida turistica, da avvocato - racconta i segreti di un luogo sospeso tra inferno e paradiso, esplorando allo stesso tempo il nostro compli-cato rapporto con la pena.

    Al centro dell'isola di Pianosa la sezione Agrippa, abbandonata dal 1998, rappresenta, anche visivamente, le contraddizioni delle prigioni italiane e del nostro rapporto con la pena. Il carcere serve alla rieducazione: lo insegnano a scuola con l'articolo 27 della Costituzione. Ma il regime di 41 bis serve davvero a questo scopo? Che ruolo ha avuto nella storia del nostro Paese? E che cosa lascia, dopo, a chi lo ha subito? Silvia Giralucci incontra Luigi Pagano, per un ventennio direttore di San Vittore e ideatore del carcere aperto di Bollate, che proprio a Pianosa ha iniziato la sua carriera nell'amministrazione penitenziaria come vicedirettore nel 1979. Dialogando con lui, con Gaetano Murana e con la sua avvocata Rosalba di Gregorio, Silvia Giralucci riflette sul senso del 41 bis oggi.

    ©2021 Audible Originals (P)2021 Audible Studios
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Sintesi dell'editore

Pianosa, uno scoglio piatto di fronte all'isola d'Elba, nel mar Tirreno, è sempre stata "l'isola del diavolo", sin dai tempi dei romani: una prigione, un "altrove" dove mandare chi era sgradito. Nei suoi 150 anni di storia carceraria, ha attraversato gli snodi fondamentali della storia del nostro Paese: dalle sperimentazioni liberali di fine Ottocento, quando diventata la prima Colonia penale agricola in Italia, al fascismo, dall'antifascismo al contrasto delle emergenze di terrorismo e mafia.

Silvia Giralucci, giornalista, il cui papà fu vittima del primo omicidio delle Brigate Rosse, ci capita in vacanza e ne rimane affascinata. La storia di Pianosa la cattura ancora di più quando scopre che nella sezione di massima sicurezza sono stati detenuti anche alcuni degli assassini di suo padre, insieme ai vertici del terrorismo rosso, e in quelle stesse celle è stata poi imprigionata la cupola della mafia dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio. Il carcere duro lenisce il dolore delle vittime? A cosa serve davvero la pena? Che cosa succede alle persone dentro un carcere di massima sicurezza? Silvia Giralucci ritorna sugli interrogativi che l'assillano fin da bambina, e attraverso le voci di chi ha abitato Pianosa - da bambino, da detenuto, da agente, da guida turistica, da avvocato - racconta i segreti di un luogo sospeso tra inferno e paradiso, esplorando allo stesso tempo il nostro compli-cato rapporto con la pena.

Al centro dell'isola di Pianosa la sezione Agrippa, abbandonata dal 1998, rappresenta, anche visivamente, le contraddizioni delle prigioni italiane e del nostro rapporto con la pena. Il carcere serve alla rieducazione: lo insegnano a scuola con l'articolo 27 della Costituzione. Ma il regime di 41 bis serve davvero a questo scopo? Che ruolo ha avuto nella storia del nostro Paese? E che cosa lascia, dopo, a chi lo ha subito? Silvia Giralucci incontra Luigi Pagano, per un ventennio direttore di San Vittore e ideatore del carcere aperto di Bollate, che proprio a Pianosa ha iniziato la sua carriera nell'amministrazione penitenziaria come vicedirettore nel 1979. Dialogando con lui, con Gaetano Murana e con la sua avvocata Rosalba di Gregorio, Silvia Giralucci riflette sul senso del 41 bis oggi.

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