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Giorgio Colli Podcast

Di: archiviocolli
  • Riassunto

  • L'Archivio del filosofo Giorgio Colli è stato fondato nel 1979 dal figlio Enrico Colli. Alla direzione di Enrico Colli, scomparso nel 2011, va il merito essenziale di aver fatto conoscere il pensiero del padre oltre alle opere pubblicate in vita attraverso un'attenta cura dei suoi scritti postumi. I materiali dell'Archivio sono disponibili agli studiosi presso la Fondazione Mondadori di Milano.
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  • Chi non spera l'insperabile non lo scoprirà (Il Nietzsche di Colli, 18/18)
    Mar 21 2021

    Per l’uscita del primo volume dell’edizione francese Giorgio ed il Nou sono a Parigi, ospiti dell’editore Gallimard. È il maggio del 1968. Giorgio e Annamaria si ritrovano in mezzo ai cortei degli studenti che auspicano in coro l’immaginazione al potere. La coppia si rifugia all’Olimpia dove si può sognare ascoltando la calda voce di Yves Montand. Colli ha chiuso con la sua vita “d’azione” è lontano anche dal mondo accademico, a cui è invece approdato Montinari. Nella sua villa di San Domenico, attorniato dai figli più piccoli, discretamente venerato da una schiera di giovani allievi, conclude il suo saggio teoretico più impegnato: “ Filosofia dell’espressione ”. Nel 1971-72 lavora intensamente a un ambizioso piano editoriale, quello di una «Enciclopedia dell’antichità classica» in 25 volumi. Non riesce però a trovare un editore. Nel 1974 esce “Dopo Nietzsche”, un libro che rappresenta il punto di arrivo del rapporto di Colli col filosofo tedesco. Il Nietzsche con cui Colli continua dopo decenni a confrontarsi è un Nietzsche esoterico, molto diverso dal pensatore mirabolante ed eccessivo generalmente conosciuto, un Nietzsche “greco”, inattuale ed antistorico, che indica la via che porta agli antichi maestri. Dopo Nietzsche si torna al prima originario: il mondo greco, la filosofia presocratica. Nel 1976 Colli inizia a lavorare a una grande impresa di carattere scientifico: si tratta di una nuova edizione critica dei Presocratici, prevista in 11 volumi, che intende soppiantare quella di Diels-Kranz. Nel 1977 esce il primo volume de “La sapienza greca”; nel 1978 il secondo. Il cerchio si chiude. Esattamente novant’anni dopo il giorno in cui Nietzsche, a Torino, in piazza Carignano, ha abbracciato il cavallo, Giorgio Colli, nel suo studio di San Domenico di Fiesole, sta lavorando al terzo volume de “La sapienza greca”.  È pomeriggio, l’ora del tè. All’improvviso ed in pochi istanti muore davanti ad Annamaria, sua moglie, ed alla figlia Camilla. Sulla sua scrivania rimane un libro aperto su cui è riportato un frammento di Eraclito, quasi una testimonianza del suo modo di essere, quello che dice: “Chi non spera l’insperabile non lo scoprirà, poiché è chiuso alla ricerca, e a esso non porta nessuna strada”.

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  • La volontà di potenza non esiste (Il Nietzsche di Colli, 17/18)
    Mar 13 2021

    Estate 1964. L’Azione Nietzsche ha messo tutti alla prova. Per la consegna del primo volume ad Adelphi nella “Villa delle Fontanelle” è stato istituito lo stato di emergenza. Giorgio, dal suo studio, avvolto dal fumo delle sue sigarette turche, conduce l’operazione. I suoi contatti epistolari con Mazzino, a Weimar, sono quotidiani. Angela Terzani, Claudia Muller, la signora Coccolo battono incessantemente a macchina. Sossio e Marilù correggono le bozze. Il Nou prepara di continuo tazze di tè e di caffè, panini e dolci. Enrico e Marco, i figli adolescenti, sono alle prese con una gigantesca fotocopiatrice Xeros. A luglio, con Mazzino, Giorgio si recherà a Royaumont, per i “Colloqui internazionali di filosofia”. Ci sono anche Foucault, Derrida, Klossowski, Deleuze e tanti altri nietzschiologi. Davanti a quella platea prestigiosa Colli e Montinari demoliscono per sempre l’equivoco del Nietzsche precursore del nazismo, fondato su “La volontà di potenza”.  Affermano  che: “La volontà di potenza non esiste”. L’eco del convegno si propaga in tutta Europa e finalmente anche i tedeschi, la casa editrice De Gruyter, entrano nell’edizione che, così, esce contemporaneamente in Italia, Francia e Germania. De Gruyter impone all’edizione una svolta “filologica” che non dispiace a Montinari, mentre Colli, ormai pago del risultato raggiunto dopo vent’anni di lotta, si muove verso altri orizzonti. Con i suoi corsi universitari torna a studiare i filosofi presocratici, i “sapienti”. Giorgio si distacca da quel presente che si annuncia con gli slogan del '68. Cerca profondità e leggerezza.

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    19 min
  • Weimer (Il Nietzsche di Colli, 16/18)
    Mar 7 2021

    Luciano Foà, lasciata la casa editrice Einaudi, già pensa a fondarne una sua: l’Adelphi. Nell’estate fiorentina Colli lavora alla sua filosofia, a quel sistema che troverà spazio nel suo più importante libro teorico: “Filosofia dell’espressione”. Proprio in quei giorni a Roma si riuniscono i consiglieri di Giulio Einaudi, invitati a dichiararsi pro o contro l’edizione nietzschiana. Vincono i no, con il voto decisivo dello storico Delio Cantimori. La rottura fra Giulio e Giorgio è inevitabile e definitiva. Ma Giorgio non demorde. A Mazzino Montinari, tornato a Weimar, affianca due giovani collaboratori: Marilù Pampaloni e Sossio Giametta. Il lavoro sui manoscritti nietzschiani ha inizio. Intanto Foà fonda la sua “Adelphi” e si dichiara disposto, se troverà un adeguato partner in affari, a sposare il progetto nietzschiano. Ferragosto 1962, Giorgio è in vacanza con la famiglia nella villa canavesana di suo padre Giuspin. La notizia arriva come un colpo di fulmine. Il prestigioso editore francese Gaston Gallimard ha firmato un contratto con l’Adelphi per sostenere “l’azione Nietzsche”. Due anni dopo, nella prima sede dell’Adelphi, in via Santa Marta 23, a Milano, Foà presenta il primo volume dell’edizione nietzschiana dato alle stampe: si tratta di “Aurora” e dei frammenti postumi 1880-1881. Più di 1.000 frammenti sono inediti, rintracciati da Montinari negli archivi di Weimar.

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    18 min

Sintesi dell'editore

L'Archivio del filosofo Giorgio Colli è stato fondato nel 1979 dal figlio Enrico Colli. Alla direzione di Enrico Colli, scomparso nel 2011, va il merito essenziale di aver fatto conoscere il pensiero del padre oltre alle opere pubblicate in vita attraverso un'attenta cura dei suoi scritti postumi. I materiali dell'Archivio sono disponibili agli studiosi presso la Fondazione Mondadori di Milano.
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