Beni in rete 2.0: il podcast copertina

Beni in rete 2.0: il podcast

Di: Libera contro le mafie
  • Riassunto

  • Un racconto, composto da 7 puntate, per fotografare l’infiltrazione, il radicamento e il contrasto alle mafie in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, puntando la lente sul patrimonio sottratto al crimine organizzato di stampo mafioso.
    Sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.
    Scritto da Davide Pecorelli con la voce narrante di Viviana Marrocco
    Libera contro le mafie
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  • Beni comuni, di tutte e tutti: prospettive di rilancio
    Mar 6 2024
    La confisca dei beni confiscati rappresenta un pilastro del contrasto alle mafie, perché ne colpisce la ricchezza intaccando il loro potere territoriale. La “Rognoni-La Torre” ha ormai 40 anni e la 109/96 ha superato il quarto di secolo. Considerato il tempo trascorso dall’entrata in vigore di queste leggi, confiscare e restituire a tutte e tutti questi luoghi dovrebbe essere pratica rodata. Ma il condizionale è d’obbligo perché sono ancora molti gli ostacoli da superare per vedere questi spazi ritornare a nuova vita. Per comprendere meglio quali siano le difficoltà e come poterle superare proponiamo una serie di interviste a vari attori che giocano un ruolo in questo percorso per analizzare le difficoltà riscontrate e proporre delle modalità per superarle.
    Interviste:
    Francesco Profumo, ex Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo.
    Tatiana Giannone, responsabile di Libera dei beni confiscati.
    Francesco Menditto, componente del Consiglio Direttivo dell’Agenzia Nazionale per i beni Sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
    Scritto da Davide Pecorelli con la voce narrante di Viviana Marrocco.
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    15 min
  • Presenti ma sottovalutate: la lunga storia delle mafie in Valle d’Aosta
    Mar 6 2024
    Il 13 dicembre 1982 un’autobomba esplode nel centro di Aosta. Il dispositivo è stato piazzato sull’auto di Giovanni Selis, pretore della città. La bomba esplode e, miracolosamente, il magistrato si salva. La Valle d’Aosta è luogo di storico radicamento delle mafie e l’episodio che ha coinvolto Selis ne rappresenta un chiaro segnale. Nonostante le chiare evidenze della presenza ‘ndranghetista in Regione, il fenomeno è stato per anni sottovalutato. A gennaio del 2019, una vasta operazione della DDA di Torino scoperchia il potere reale della ‘ndrangheta in questa regione. Un’inchiesta che coinvolge anche settori della politica e dell’imprenditoria, rivelando il vero potere mafioso in questo territorio.
    Interviste:
    Joselle Dagnes, professoressa associata dipartimento Culture, politiche e Società Università di Torino. Dagnes, originaria della Valle D’Aosta, da accademica ha studiato i processi attraverso i quali le mafie si sono radicate nel territorio. Dagnes ripercorre le inchieste anti-mafia concluse negli ultimi anni, gli esiti alle quali si è giunti e traccia alcune caratteristiche della politica valdostana che hanno permesso la diffusione del fenomeno.
    Donatella Corti, referente di Libera in Valle d’Aosta. Corti dipinge il contesto del territorio, tra sottovalutazioni, complicità e le difficoltà di costruire percorsi di consapevolezza tra la popolazione. Veronica Ruberti, responsabile Beni in Rete VdA. Ruberti traccia il quadro dell’aggressione patrimoniale alle mafie dal punto di vista quantitativo. Numeri, dati, stime per dipingere la quantità di beni presenti in Valle d’Aosta e il loro utilizzo.
    Il caso positivo Lo “Tsan” è uno sport tipico valdostano molto diffuso in regione. . Oggi ha una “casa” nata dalle ceneri di quello che era parte del patrimonio di un boss. La casa dello “Tsan” ” è un progetto nel quale trovano spazio 4 squadre che ora hanno lì la propria sede. L’edificio rappresenta un’altra sfaccettatura del riutilizzo sociale, puntando sulla valorizzazione dello sport.
    Scritto da Davide Pecorelli con la voce narrante di Viviana Marrocco.
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    16 min
  • Liguria, dal riscatto alla rinuncia. Casi virtuosi o luoghi abbandonati, la fotografia dei beni confiscati in regione
    Mar 6 2024
    Ingente è il patrimonio immobiliare sottratto alle mafie in Liguria, ma ciò che è ancor più impressionante è l’aumento vertiginoso registrato dal 2014 al 2021. Con un +193% in questa regione si è registrato un incremento, senza pari in Italia, dei beni sottratti al crimine organizzato di stampo mafioso. Sono molti i casi positivi, ma altrettante sono le storie dove non si può raccontare un lieto fine.
    Intervista:
    Marco Lorenzo Baruzzo, responsabile Beni in Rete Liguria. Baruzzo traccia il quadro dell’aggressione patrimoniale alle mafie dal punto di vista quantitativo. Numeri, dati, stime per dipingere la quantità di beni presenti in Liguria e il loro utilizzo. Dall’analisi complessiva a quella di casi particolari, per rappresentare il destino del patrimonio sottratto alle mafie
    Il caso positivo
    A Bordighera per anni la società civile ha aspettato che una splendida villa venisse sgomberata dagli occupanti illegittimi. Confiscata a una delle più potenti famiglie di ‘ndrangheta della Liguria, la famiglia Pellegrino, l’edificio è stato liberato grazie alla grande mobilitazione della società civile che è stata in grado di spingere le istituzioni competenti a far rispettare le decisioni prese dalla giustizia. Il percorso di restituzione sociale, seppur all'inizio, rappresenta una vittoria dello Stato in un territorio in cui questa famiglia ha, per lungo tempo, dominato il mercato dell’illegalità.
    Il caso negativo A Genova per i beni di una delle più importanti confische registrate nel nord Italia non esiste alcun progetto di riutilizzo. Tra i “carruggi” della città ligure, le proprietà dei Canforotta, storica famiglia di Cosa nostra trapiantata in città, sono abbondonati e versano in condizioni di degrado.
    Scritto da Davide Pecorelli con la voce narrante di Viviana Marrocco.
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    11 min

Sintesi dell'editore

Un racconto, composto da 7 puntate, per fotografare l’infiltrazione, il radicamento e il contrasto alle mafie in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, puntando la lente sul patrimonio sottratto al crimine organizzato di stampo mafioso.
Sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.
Scritto da Davide Pecorelli con la voce narrante di Viviana Marrocco
Libera contro le mafie

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