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ArchiVino

Di: Luca Donzelli Architetto
  • Riassunto

  • ArchiVino, il podcast che trasforma le note di degustazione in architettura per il vino attraverso storie che raccontano la bottiglie e il suo produttore. Un viaggio alle scoperta del mondo del vino per tutti gli appassionati e curiosi in generale.

    Nato da un idea di luca donzelli e simone morano
    Copyright Luca Donzelli Architetto
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  • 05 - Bianco Anfora | Lammidia | Villa Celiera PE
    Jul 14 2021
    Con questa puntata rimaniamo in Italia e ci spostiamo un po’ più verso sud rispetto alle puntate precedenti, siamo in Abruzzo, nel Parco Nazionale del Gran Sasso, e la cantina, Lammidia è molto piccola, coltivano meno di 3 ettari di terreno per arrivare a produrre sulle 15.000 bottiglie. Per alcune bottiglie inoltre acquistano uva dall’esterno da produttori vicini se la coltivazione corrisponde alla loro filosofia e modo di produrre. Sono produtori che si dedicano molto alla sperimentazione, nonostante il basso numero di bottiglie hanno tante etichette, sono due amici nati e cresciuti assieme che hanno fatto delle esperienze lavorative al di fuori del mondo del vino e pochi anni fa si sono ritrovati assieme per questo progetto di vino, di sperimentazione, di territorio nei posti dove sono nati.Il vino che degustiamo oggi è uno dei loro più conosciuti, il Lammidia Anfora Bianco ed è stato scelto proprio per la particolarità del contenitore utilizzato per produrre questo vino. L’anfora è un contenitore antico, il primo che l’uomo ha utilizzato per fare il vino, che veniva usato dai greci e romani fino a quando in Francia è stata introdotta la botte di legno principalmente per una comodità di trasporto dato che le botti non si rompevano e potevano anche essere fatte rotolare. L’anfora comunque in alcune zone del mondo come la Georgia è rimasta come contenitore tradizionale e negli ultimi anni questa tradizione si è riscoperta anche grazie a nuovi materiali e alla volontà di sperimentazione di molti produttori tra cui molti italiani che partendo dal Friuli si sta diffondendo in tutta la penisola.E’ un contenitore interessante perché ha una porosità che permette di far passare un po’ di ossigeno, è più neutro rispetto al legno, specialmente quello nuovo, dato che non ha tannini da cedere e molto più duraturo. Inoltre l’anfora viene costruita e per questo c’è molta più libertà sullo spessore, grandezza, e soprattutto composizione della terracotta utilizzata permettendo una maggiore flessibilità e customizzazione in funzione delle necessità.Il vitigno utilizzato per questo vino è uno dei più diffusi a livello italiano, il trebbiano, qua proposto nella versione abruzzese. L’uva è stata direttamente fermentata in anfora, i grappoli dopo la pressatura sono stati lasciati nell’anfora per tre settimane a macerare sulle bucce. Successivamente le bucce vengono tolte e pressate per estrarre tutto il succo, il vino poi rimane in affinamento dentro l’anfora ancora per 10 mesi per essere poi imbottigliato nell’autunno successivo alla vendemmiaAlla vista il colore è molto intenso, dorato carico, tendente all’arancio come ci si aspettava dalle tre settimane di macerazione, abbastanza limpido, solo una leggera velatura per l’assenza di chiarifica e filtrazione.Al naso notiamo subito tutti gli aromi legati alla macerazione, dal miele alla pesca gialla tra il maturo ed il sotto spirito, poi leggere note di vegetali e per finire la parte minerale dal calcare e la sabbia calda. Presente ma molto ben integrata una leggerissima nota volatile che aiuta sicuramente l’espressione degli aromi.In bocca è intenso e potente, si sentono i tannini e nel retroolfatto è possibile riconoscere un aroma aggiuntivo non presente al naso ossia la parte agrumata, principalmente legata all’arancia.Se si volesse provare ad ipotizzare un abbinamento con il cibo riteniamo si possano azzardare abbinamenti in soliti come la carne o il formaggio stagionato perché riteniamo possano sopportarli egregiamente.Luca Donzelli e Simone Moranohttps://www.instagram.com/archivino.itSigla ed editing a cura di Maria Chiara Virgili, autrice e voce del podcast Dannati Architetti https://linktr.ee/dannatiarchitettipodcastBrani utilizzatiAcid Jazz di Kevin MacLeod - Creative Commons Attribuzione 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/Fonte: Free Music Archive https://freemusicarchive.org/music/Kevin_MacLeod/Jazz_Sampler/AcidJazz_1430Artista: Kevin Mcleod http://incompetech.com/Da Jazz Blues di Doug Maxwell - Creative Commons Attribuzione 2.0 Generic https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/Fonte: YouTube Media LibraryArtista: Doug Maxwell (https://goo.gl/PCLRRS) and Media Right Productions (https://goo.gl/G6KXV9)
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    27 min
  • 04 - Julie & Julià | Stefano Amerighi | Cortona AR
    May 23 2021
    Con il vino di questa puntata andiamo per la prima volta in Toscana, in una zona meno famosa rispetto a Chianti e Moltalcino ma altrettanto interessante, siamo a Cortona, in provincia di Arezzo, vicina al confine con l’Umbria.
    E’ una zona che si differenzia dal resto della Toscana perché non si basa sul vitigno sangiovese, molto diffuso in questa regione, ma sul Syrah, vitigno francese originario della valle del Rodano che ha trovato in queste zone clima e terreno ideale per potersi esprimere ad alti livelli.

    Il produttore scelto per questa degustazione è stefano Amerighi, uno dei più importanti produttori della DOC Cortona, piccolo produttore biodinamico e naturale che a differenza dei produttori di cui abbiamo parlato in precedenza non solo rivendica la denominazione ma addirittura è il presidente del consorzio, sicuramente di buon auspicio anche per altre denominazioni.

    Il vino è Julie & Julià 2018, originariamente pensato per il mercato canadese che la pandemia e la conseguente diminuzione delle esportazioni ha permesso a noi di trovarlo anche negli shop nostrani.
    Versione di Syrah più giovane e fresca, pressatura manuale, fermentazione con lieviti indigeni e affinamento solo in acciaio.

    Il colore è molto intenso, quasi impenetrabile, rubino che tende al violaceo.

    Al naso la prima nota che si sente è un fruttato intenso, ciliegia e amarena, quasi sottospirito con delle note eteree, si continua con note balsamiche di eucalipto per arrivare al marchio di fabbrica del Syrah, la parte speziata legata principalmente al pepe nero. In conclusione si possono percepire delle sensazioni terrose, quasi di torba.

    In bocca è l’acidità la prima caratteristica ad essere percepita per la giovinezza del vino per poi far uscire la struttura e potenza del Syrah

    Luca Donzelli e Simone Morano

    https://www.instagram.com/archivino.it

    Sigla ed editing a cura di Maria Chiara Virgili, autrice e voce del podcast Dannati Architetti https://linktr.ee/dannatiarchitettipodcast


    Brani utilizzati

    Acid Jazz di Kevin MacLeod - Creative Commons Attribuzione 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
    Fonte: Free Music Archive https://freemusicarchive.org/music/Kevin_MacLeod/Jazz_Sampler/AcidJazz_1430
    Artista: Kevin Mcleod http://incompetech.com/

    Da Jazz Blues di Doug Maxwell - Creative Commons Attribuzione 2.0 Generic https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/
    Fonte: YouTube Media Library
    Artista: Doug Maxwell (https://goo.gl/PCLRRS) and Media Right Productions (https://goo.gl/G6KXV9)
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    25 min
  • 03 - #Secondome Bianco | Maurizio Ferraro | Montemagno AT
    Mar 28 2021
    Il produttore di di cui parleremo in questa puntata è Maurizio Ferraro Vignaiolo a Montemagno, piccolo paese in provincia di Asti, titolare di una cantina storica che 2 anni fa ha compiuto ben 200 anni di storia rimasta di proprietà sempre della stessa famiglia fino ad oggi.

    Maurizio Ferraro inizia a lavorare nella cantina nei primi anni 2000 e da subito dà un impostazione “naturale” al lavoro delle sue vigne associandosi anche ai francesi di S.A.I.N.S. che hanno il protocollo di vinificazione più stringente in assoluto, solo piccole quantità di rame e zolfo in vigna e nessuna aggiunta in cantina, neanche i famosi solfiti.

    La cantina lavora le uve dai 7.5 ettari di proprietà con vitigni del territorio astigiano, Barbera, Nebbiolo, Ruchè, Grignolino come rossi e Timorasso come bianco oltre all’unico internazionale, lo Chardonnay.

    La particolarità su cui ci vogliamo soffermare oggi è la volontà del produttore di fare qualcosa di diverso e personale, e questo aspetto è evidente anche dal nome: ogni vino prodotto infatti si chiama #secondome prima di un secondo nome che lo differenzi dagli altri della stessa cantina.

    La diversità inizia direttamente dalla bottiglia che non è una classica bottiglia da vino, ma è addirittura una bottiglia da birra con il tappo a corona, da 0.5l al posto del classico 0.75l, per poi continuare con la scelta enologica: i vitigni sono 4, Nebbiolo e Grignolino tra le uve nere e Chardonnay e Timorasso tra le uve bianche, ma le uve nere sono vinificate in bianco ossia senza contatto con le bucce mentre le uve bianche sono vinificate in rosso quindi a contatto con le bucce per 30 giorni.

    Iniziamo quindi la degustazione: il colore è un dorato molto intenso tendente al ramato molto luminoso e limpido nonostante non sia filtrato e chiarificato.

    Al naso è abbastanza delicato, non esplosivo, i sentori iniziali sono tipici dei vini bianchi che subiscono lunghe macerazioni sulle bucce, quindi dal miele a note di paglia, fieno cereale che ricordano quasi la birra. Subito dopo affiorano note di sottobosco, terra e foglie bagnate, solo alla fine arriva la parte di frutta con una grande varietà a rappresentare tutti i vitigni presenti, dalla frutta bianca come la pesca e la mela fino ad arrivare a quella rossa come la ciliegia e piccoli frutti di bosco.

    In bocca è pieno, intenso, di carattere, l’acidità è delicata e il tannino non invadente e la secchezza pulisce bene la bocca tanto da poter essere apprezzato da solo senza abbinamento proprio per questo suo grande equilibrio tra tutte le suo componenti.


    Luca Donzelli e Simone Morano

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    Sigla ed editing a cura di Maria Chiara Virgili, autrice e voce del podcast Dannati Architetti https://linktr.ee/dannatiarchitettipodcast


    Brani utilizzati

    Acid Jazz di Kevin MacLeod - Creative Commons Attribuzione 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
    Fonte: Free Music Archive https://freemusicarchive.org/music/Kevin_MacLeod/Jazz_Sampler/AcidJazz_1430
    Artista: Kevin Mcleod http://incompetech.com/

    Da Jazz Blues di Doug Maxwell - Creative Commons Attribuzione 2.0 Generic https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/
    Fonte: YouTube Media Library
    Artista: Doug Maxwell (https://goo.gl/PCLRRS) and Media Right Productions (https://goo.gl/G6KXV9)
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    32 min

Sintesi dell'editore

ArchiVino, il podcast che trasforma le note di degustazione in architettura per il vino attraverso storie che raccontano la bottiglie e il suo produttore. Un viaggio alle scoperta del mondo del vino per tutti gli appassionati e curiosi in generale.

Nato da un idea di luca donzelli e simone morano
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