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L'uomo agricoltore (10.000 - 5.000 anni fa)
- La nostra grande storia 8
- Letto da: Guido Barbujani, Mario Tozzi
- Durata: 1 ora e 21 min
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Sintesi dell'editore
Quanto sono interrelate la storia della Terra e la storia dell'umanità? L'uomo è davvero la specie in cima alla piramide della vita? Con quale diritto ha conquistato questa posizione? L'utilizzo smisurato delle risorse dove ci porterà?
Queste solo alcune delle domande a cui il genetista Guido Barbujani e il geologo Mario Tozzi provano a dare una risposta, in un dialogo avvincente, fatto di punti di incontro e di scontro, di curiosi aneddoti e nuove scoperte scientifiche. Da due posizioni diverse ma complementari (quella dell'essere umano da un lato e quella del pianeta dall'altro) ricostruiranno La nostra grande storia, intrecciando la storia dell'uomo, iniziata milioni di anni fa in Africa quando i nostri lontani antenati sono scesi dagli alberi avventurandosi a passo ancora incerto nel grande mondo, con la storia della Terra, le sue trasformazioni e le vicende della geosfera e della biosfera - delle rocce e della materia vivente - che ha trasformato il globo in qualcosa di unico nel Sistema solare, se non nel cosmo intero.
Un racconto a due voci che in tono vivace e approccio scientifico mette in luce curiosità sui fenomeni naturali e sui comportamenti umani, sfata alcuni falsi miti, e lancia interessanti spunti di riflessione sulla nostra specie, sul concetto di evoluzione, razza, ecosistema, sulle straordinarie risorse e le pericolose minacce del nostro pianeta, i punti di forza e le debolezze dell'essere umano. Un podcast di Frame-Festival della Comunicazione.
L'uomo agricoltore (10.000 - 5.000 anni fa)
Forse il passaggio più importante in tutta la storia umana è quello che ha segnato il passaggio dalla caccia e dalla raccolta all'agricoltura e all'allevamento. L'umanità inizia a produrre il cibo di cui ha bisogno, e ad accumularlo, anziché cercare di procurarselo giorno per giorno. Ma per coltivare la terra non si può essere nomadi: si formano i primi villaggi, le prime città. Una rivoluzione, la rivoluzione neolitica. L'agricoltura e la domesticazione degli animali nascono solo in certi siti con certe caratteristiche, e non tutte le specie vege-tali si prestano ad essere coltivate, così come pure non tutti gli animali si possono addomesticare. Ma ben presto questa rivoluzione si diffonde ovunque: 10mila anni fa nella mezzaluna fertile, qualche millennio più tardi in Cina, poi negli altipiani della Nuova Guinea e nelle Americhe, dove le prime attività agricole sono documentate a partire da 5 mila anni fa.
Le conseguenze sono impressionanti: la popolazione cresce, nascono le grandi città stato e civiltà complesse in cui si formano diverse classi sociali, ma nello stesso tempo aumentano le malattie e la diffusione dei micro parassiti. Inoltre, i primi agricoltori neolitici introducono per primi i geni della pelle chiara nella popolazione europea, in cui fino a 6000 anni fa le pelli erano scure o scurissime. Ma come è avvenuta la diffusione delle pratiche di coltivazione e di allevamento? E con quali implicazioni? È una questione di DNA, di ecosistema, di regimi alimentari, di sostenibilità e di prospettive per il nostro futuro.