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La donna della mansarda

I casi del commissario Arcadipane e Corso Bramard, Vol. 6

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La donna della mansarda

Di: Davide Longo
Letto da: William Angiuli
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A proposito di questo titolo

Nell'ottobre del 2013, mentre il commissario Vincenzo Arcadipane e il suo mentore Corso Bramard indagavano su un omicidio in una valle del cuneese, a Torino una donna di trentasette anni scompariva senza lasciare tracce. Niente di clamoroso, se la donna in questione non fosse stata Tina, pittrice di fama internazionale che da tempo viveva rinchiusa nel suo appartamento-studio all'interno della Prora, il bizzarro palazzo progettato dal bisnonno architetto. Quando il caso viene archiviato come allontanamento volontario, Muriel Gallirossi - agente, confidente e tuttofare di Tina - si rivolge a Bramard: è sicura che l'amica sia stata assassinata. Corso sa che le indagini sono state approfondite e che il presunto responsabile ha un alibi di ferro eppure, nemmeno lui saprebbe dire perché - forse a turbarlo sono i quadri di Tina, forse la bellezza di Muriel -, decide di parlarne con Arcadipane.

Corso toglie dalla tasca del giaccone la cartolina del dipinto Chabod's Hanggirl e gliela mostra. Leonardo Claretta la osserva a lungo.
- Follia.
- Come ha detto?
- Dal latino follis: otre, mantice, ma anche sacco vuoto da cui "folle", nel senso di "testa vuota". Corso guarda gli occhi dell'uomo richiudersi piano, eppure la bocca cercare ancora le parole.
- La Prora, - sussurra infine.
- La Prora? Claretta apre uno degli occhi e annuisce.
- Vada a vederla.
- Va bene.
- Le cose costruite da chi è a un passo dal talento, ma non ce l'ha, hanno sempre qualcosa di grandioso.

©2025 Giulio Einaudi editore (P)2025 Giulio Einaudi editore
Poliziesco Procedure di polizia Thriller di crimini Thriller e suspense

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Più rilevanti
Un caso intricato attorno il macro e microcrocosmo di una artista. Architettura perfetta di arte follia storia, tra vecchie credenze e nuove consapevolezze, fragilità e tenerezza umana. La lettura rende giustizia al 100% complimenti!

Geniale

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i personaggi sono descritti con sapienza,la storia intrigante e originale, la lettura perfetta e appropriata al contesto

l'ambientazione

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non mi è piaciuta la findondanza di frasi in certi dialoghi da parte di arc

precisione di descrizione dei personaggi

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La serie è bellissima. L'ho letta tutta d'un fiato. I dialoghi sono fulminati, i personaggi ben caratterizzati, le loro riflessioni chirurgiche e interessanti. C'è da chiedersi se davvero, per chiudere un'indagine, occorrano persone che si muovono fuori dalle regole... Speriamo di no! Ho apprezzato molto William Angiuli, anche se dissento su parecchie pronunce. I tavoli, ad esempio, penso siano di fòrmica, non di formíca... Per il resto, lo trovo davvero bravo. Aspettiamo con trepidazione il matrimonio di Ariel

La serie è bellissima

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Ho letto tutti i libri di Davide Longo e mi sono piaciuti tutti anche quelli che non hanno per protagonisti Bramard e Arcadipane. Sono scritti con grande capacità ad usare le parole, con un tocco personale che non si può confondere con altri. Personaggi che diventano tuoi amici, dialoghi sempre perfetti nella scelta dei tempi e che ti appaiono come scene sullo schermo della mente. Fanno da sfondo e da comprimari quei luoghi piemontesi che conosco e riconosco. Ti tagliano nel profondo mentre sorridi.

Scrittura affilata che ti taglia nel profondo con ironia e grande conoscenza dei rapporti umani.

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