Alla ricerca di se …

Non è un giallo, non è avvincente, non c’è azione. È super lento a tratti noioso. Purtroppo il lettore peggiora la situazione perché va avanti con tono monocorde e opaco per tutto il tempo, senza distinzione fra le situazioni,
Il romanzo tratta della ricerca di se. Tre Kalle si intrecciano durante il racconto: il Kalle bambino, il giovane e l’uomo di mezza età. Si incontreranno in questo lungo viaggio metaforico. La Thailandia accomuna lui e Jenny, sua figlia, quale terra di fuga e riconciliazione. È un romanzo sugli errori, sui rimpianti, sulle fragilità, sulla dipendenza che rende incapaci di cambiare. Kalle bambino che vive un’infanzia disadattata a causa di un padre alcolista inaffidabile, che abbandona la famiglia nei momenti più inaspettati, che c’è e non c’è. Che “forgia” il carattere di Kalle che diventa scrittore di successo ma fragile e inaffidabile quanto il padre, sempre pronto a scappare. La figlia Jenny rivivrà infatti un’infanzia simile a quella del padre. Kalle è un alcolista, egoista ed indifferente al dolore altrui come solo gli alcolisti possono essere. Il tema dell’alcolismo è una presenza incombente a tratti anche noiosa.
È un romanzo scritto più per se stesso che per un publico. Le figure che transitano sono solo dei fantasmi. Non si comprende che ruolo abbia la maggior parte di loro. Anche il finale lascerà a bocca asciutta perché non ci saranno spiegazioni se non la labile speranza di un perdono. Solo per i lettori intimisti

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