Pietra dolce
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Letto da:
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Valeria Tron
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Di:
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Valeria Tron
A proposito di questo titolo
In Val Germanasca la natura detta le proprie volontà: nella miniera di talco, negli orti, nei boschi, nelle borgate che guardano la cascata. Così accade anche il giorno del crollo: tre boati tanto forti da far tremare la montagna. Due minatori mancano all’appello e nel piazzale si scava tra i detriti. L’ultimo a uscire dal foro nella roccia è un giovane che tutti conoscono. Si chiama Lisse, senza la U, e in quella lettera mancante è già scritta gran parte della sua vita. È ferito, eppure a far sanguinare l’animo di Lisse sono ben altri tagli. Quell’uomo partorito in un prato, accolto e nutrito dalla sua gente, è anche l’invisibile, il senza-storia, esiliato entro i confini della sua Valle. Stravolto da quell’ennesima sciagura, Lisse si rifugia in una baracca a Paraut, dove è nato. Giosuè Frillobèc, l’amico di sempre che zoppica sulle parole, non può stare a guardare. E con lui nemmeno Mina, che ha cresciuto entrambi come una madre; e Lumière, il gigante che fa oracoli; e Tedesc, il vecchio liutaio che parla tre lingue. Insieme escogiteranno un piano per riportare Lisse a casa e restituirgli speranza, immaginarsi ancora possibile. L’arrivo di Alma, partita dall’Argentina con una chitarra in spalla, porterà nelle loro vite il canto delle Ande e un sogno gentile da coltivare.
Passano molti anni, Frillobèc ha lasciato la Valle e vive isolato tra le colline, con la sola compagnia di una corva. A spezzare la sua solitudine è l’improvvisa visita di un ragazzo, Jul, venuto dalle montagne a riportargli un oggetto che gli è appartenuto. Insieme cuciranno la storia, gli amori distanti un oceano, le libertà sfilacciate dal tempo, le promesse incompiute. Una miniera di piccole cose, incise nella pietra dolce.
©2024 Salani (P)2024 Adriano Salani Editoreche una corva si posasse sulla mia spalla, regalandole bottoni. Ho vissuto la storia di Lisse, Frillo, Tedesco e Lumiere, sono stata nelle mani di Mina, nella sua cura, nel suo amore, al sole nell'orto, tra i fiori e nel buio della miniera. Un storia che ti esplode dentro, brilla tra le mani di uomini che cercano la vena bianca, dolce e riservata come solo chi nasce in terre dure sa essere. Avrei voluto non finissero mai le loro patole, avrei voluto una bella fine ma la vita non è mai un filo dritto che corre senza intoppi, la vita annoda lacrime e sorrisi perché, consumata la matassa, le storie e i suoi personaggi non possano fuggire. Trattenere per lasciar andare, anche coi libri che abbiamo amato. Libri, libre, " quaggiù abbiamo bisogno di angeli".
meraviglioso
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Suoerconsigliato.
Commovente e coinvolgente
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Stupendo
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Valeria Tron accompagna il lettore in un mondo passato, anche attraverso una lingua poco conosciuta e quasi dimenticata, di cui si è fatta custode.
È un libro fatto apposta per essere ascoltato. Splendido.
Pura poesia
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Libro consigliato per coloro che amano il racconto profondo
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