Utu. L'eredità del sangue
L'eredità del sangue
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Irene Giuliano
A proposito di questo titolo
Hana Westerman è una donna tenace. A quarant'anni non ancora compiuti è già capo di una squadra investigativa: una brillante carriera che rischiara l'ombra che la opprime da quando, giovanissima, si è schierata contro la comunità maori in cui è cresciuta ad Auckland, Nuova Zelanda. Un giorno come tanti, riceve una mail anonima con un filmato amatoriale in allegato. Un video apparentemente privo di senso, brevissimo, girato di notte, che inquadra l'interno di un edificio fatiscente, inagibile da anni e ormai dimora di senzatetto e tossicodipendenti. Una volta raggiunto il posto per un sopralluogo, Westerman vi trova il cadavere di un giovane uomo, impiccato.
È il primo di una serie di omicidi che d'improvviso insanguinano la città, figli di un unico schema criminale: su ogni scena del delitto il killer lascia un koru, una spirale stilizzata simbolo di rinascita, e tutte le vittime sembrano legate da un filo rosso che riporta al passato coloniale del paese, alle brutalità perpetrate dai soldati della Corona britannica arrivati su quelle terre a metà dell'Ottocento. Sono omicidi animati da uno spirito di vendetta, mossi da un fiume d'odio antico e oscuro che sembra riaffiorare nella tranquilla città per travolgere anche Westerman, colpevole di avere un conto in sospeso con la sua gente.
Un thriller unico, suggestivo, una caccia all'uomo che non perde un colpo e riporta in primo piano le ingiustizie di un passato troppo presto dimenticato.
©2023 Rizzoli (P)2023 MondadoriProprio per questo mi permetto di andare oltre la valutazione del romanzo.
Il romanzo è lentissimo, ma scritto benissimo.
La storia ha alcune lacune costruttive, ma è abbastanza originale.
Però...
Però è incoerente.
I protagonisti straordinari sono stranamente poco intelligenti.
La società presentata non è una società civile, ma una società medievale, con due popoli in guerra fra loro, dove tutti i personaggi hanno torto.
Se una guerra finisce, anche con una sconfitta, si ha la pace e si prosegue insieme. Oppure si ha l'annientamento di una delle parti.
Se le parti in causa sono due, fanno pace, ma continuano ad essere in perenne conflitto fra loro, la guerra non si è mai conclusa.
Poi la presentazione di una faida, di un contrappasso, di una vendetta come atto di riequilibrio è un'eclatante dimostrazione di come tutto il libro sia una continua ricerca ella superiorità morale di una società tribale su un'altra società tribale.
Poco conta che si abbiano i computer o si sia un impero.
Se si accetta il principio per cui a decidere cosa sia giusto o sbagliato siano i parenti delle vittime, allora siamo al medioevo.
Queste incongruenze fanno si che il libro perda mordente fino al termine, quando viene tutto parzialmente riequilibrato.
Ma rimane l'idea di un grottesco dramma, scritto molto bene, che descrive una società in guerra che è ben lontana dal capire come proseguire insieme lungo la stessa strada.
CONTRADDITORIO
Si è verificato un problema. Riprova tra qualche minuto.
Aspettativa delusa
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PURÌRI non PÙRIRI. i signori e le signore lettrici dovrebbero informarsi, e magari anche chi li registra, su come vanno pronunciati. Non si PÙO sentire!
Ma questi accenti!
Si è verificato un problema. Riprova tra qualche minuto.
mediocre
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Mi ha commosso.
Si è verificato un problema. Riprova tra qualche minuto.