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Testa o croce copertina

Testa o croce

Di: Mauro Pescio
Letto da: Francesco Montanari, Stefano De Sando, Gino La Monica, Emiliano Coltorti, Stefano Crescentini, Alessandro Quarta, Guido di Naccio, Simone Mori, Elio Zamuto, Andrea Mete
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  • Riassunto

  • Una sera di gennaio del 1993 in una remota provincia italiana, due giovani carabinieri, fermano un'auto. Una settimana dopo, il 15 gennaio 1993, Totò Riina viene arrestato, dopo 24 anni di latitanza. La cattura è il racconto di quella settimana decisiva. Quei pochi giorni fanno da cornice al racconto della sanguinaria stagione della mafia corleonese, di chi quella stagione l'ha vissuta e del gruppo di uomini che ha catturato Riina. Una settimana che diventa il racconto di un'epoca.

    Testa o croce

    La sera dell'8 gennaio 1993 in una remota provincia italiana, due giovani carabinieri in servizio su una strada provinciale. Passano poche auto. Ammazzano il tempo giocando a testa o croce, fino a quando più per noia che per un controllo vero e proprio, fermano un'auto.

    Sull'auto non c'è una persona qualsiasi, ma un uomo che chiede di poter parlare col Generale di Brigata. I due carabinieri sono impreparati a fronteggiare la situazione. Sono in un piccolo paese, dove non succedono certe cose. Non sanno nemmeno chi sia il Generale di Brigata, ma il fermato insiste e dice di voler accedere al trattamento riservato ai collaboratori di giustizia.

    Dopo parecchie telefonate riescono ad arrivare al numero dell'hotel sulle alpi in cui il generale sta trascorrendo una settimana bianca con la moglie. Terminata la telefonata coi carabinieri di provincia, il generale di Brigata sveglia nel cuore della notte la moglie per metterla al corrente del suo impegno improvviso e si allontana. L'azione riprende in caserma dove il fermato racconta al generale di Brigata di essere Balduccio Di Maggio, un killer di mafia scappato al nord, per sfuggire alla sentenza di morte decisa da Totò Riina e di essere disposto, in cambio di denaro e protezione, a collaborare alla cattura del boss dei boss, latitante da 24 anni.

    Di Maggio dice di essere stato un uomo di Riina fino a pochi mesi prima, di conoscerlo bene e di conoscere gli uomini che lo proteggono e lo coprono. Il generale di Brigata, non sapendo decidere da solo, contatta il procuratore Caselli che a sua volta dice di avere la persona giusta per interrogare il fermato, il capitano Ultimo, che da mesi è a Palermo in missione per catturare Riina. Contattato la notte stessa da Caselli, il capitano Ultimo chiede che gli venga mandato Di Maggio immediatamente a Palermo.

    ©2022 Audible Studios (P)2022 Audible Studios
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Sintesi dell'editore

Una sera di gennaio del 1993 in una remota provincia italiana, due giovani carabinieri, fermano un'auto. Una settimana dopo, il 15 gennaio 1993, Totò Riina viene arrestato, dopo 24 anni di latitanza. La cattura è il racconto di quella settimana decisiva. Quei pochi giorni fanno da cornice al racconto della sanguinaria stagione della mafia corleonese, di chi quella stagione l'ha vissuta e del gruppo di uomini che ha catturato Riina. Una settimana che diventa il racconto di un'epoca.

Testa o croce

La sera dell'8 gennaio 1993 in una remota provincia italiana, due giovani carabinieri in servizio su una strada provinciale. Passano poche auto. Ammazzano il tempo giocando a testa o croce, fino a quando più per noia che per un controllo vero e proprio, fermano un'auto.

Sull'auto non c'è una persona qualsiasi, ma un uomo che chiede di poter parlare col Generale di Brigata. I due carabinieri sono impreparati a fronteggiare la situazione. Sono in un piccolo paese, dove non succedono certe cose. Non sanno nemmeno chi sia il Generale di Brigata, ma il fermato insiste e dice di voler accedere al trattamento riservato ai collaboratori di giustizia.

Dopo parecchie telefonate riescono ad arrivare al numero dell'hotel sulle alpi in cui il generale sta trascorrendo una settimana bianca con la moglie. Terminata la telefonata coi carabinieri di provincia, il generale di Brigata sveglia nel cuore della notte la moglie per metterla al corrente del suo impegno improvviso e si allontana. L'azione riprende in caserma dove il fermato racconta al generale di Brigata di essere Balduccio Di Maggio, un killer di mafia scappato al nord, per sfuggire alla sentenza di morte decisa da Totò Riina e di essere disposto, in cambio di denaro e protezione, a collaborare alla cattura del boss dei boss, latitante da 24 anni.

Di Maggio dice di essere stato un uomo di Riina fino a pochi mesi prima, di conoscerlo bene e di conoscere gli uomini che lo proteggono e lo coprono. Il generale di Brigata, non sapendo decidere da solo, contatta il procuratore Caselli che a sua volta dice di avere la persona giusta per interrogare il fermato, il capitano Ultimo, che da mesi è a Palermo in missione per catturare Riina. Contattato la notte stessa da Caselli, il capitano Ultimo chiede che gli venga mandato Di Maggio immediatamente a Palermo.

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