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Peter Norman. Quello senza guanto
- Olimpicamente
- Letto da: Roberto Recchia, Dario Sansalone, Edoardo Lomazzi
- Serie: Olimpicamente
- Durata: 13 min
- Versione integrale Audiolibro
- Categorie: Biografie e memorie, Sport
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Ondina Valla. Il sole in un sorriso
- Olimpicamente
- Di: Mario Mucciarelli, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Cinzia Spanò, Patrizia Salmoiraghi
- Durata: 18 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
Ci sono storie che trovano il loro senso più profondo solo a riguardarle dopo tanto tempo. E ci sono altre storie che sono come prove di velocità, e quello che vogliono dire lo dicono nei pochi secondi o minuti in cui si svolgono. La storia di Ondina Valla, eclettica atleta italiana attiva negli anni '30, a quale delle due appartiene?
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Analisi interessante
- Di Elisabetta Passagrilli il 01/06/2019
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Billy Mills. Venticinque giri
- Olimpicamente
- Di: Mario Mucciarelli, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Alessandro Castellucci, Daniele Ornatelli, Nicola Stravalaci
- Durata: 19 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
Il favorito dei 10mila metri di atletica leggera, alle Olimpiadi di Tokio 1964, è Ron Clarke, australiano, detentore del record del mondo. Ma a vincere, dopo un ultimo giro pieno di colpi di scena, è Billy Mills, un atleta americano pressoché sconosciuto. Billy è un nativo americano, nato e cresciuto in una riserva, orfano dall'età di 12 anni.
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Analisi interessante
- Di Elisabetta Passagrilli il 30/05/2019
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Gabriella Dorio. Riccioli Dorio
- Olimpicamente
- Di: Gianmarco Bachi, Luca Gattuso, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Cinzia Spanò, Eleni Molos
- Durata: 14 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
La storia degli atleti è il racconto dei successi, delle medaglie, delle vittorie, dei record. Quello che spesso non si racconta però sono gli episodi. Quelle piccole cose che possono interrompere la carriera di un atleta di successo. Piccole cose che spesso non c'entrano con lo sport. Come è sucesso a Gabriella Dorio.
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Analisi interessante
- Di Elisabetta Passagrilli il 28/05/2019
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Sebastian Coe e Steve Ovett. Il campione si è perso
- Olimpicamente
- Di: Gianmarco Bachi, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Roberto Recchia, Dario Sansalone, Fabio Banfo
- Durata: 15 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
È il 25 marzo 1972 al Cross-Country Championships di Hillingdon. A vincere è un certo Kirk Dumpleton. Di lui non si parlerà mai più. Di altri due che arrivano al traguardo invece si. Secondo è un sedicenne di nome Stephen Michael James Ovett. Più indietro, in decima posizione, un quindicenne: Sebastian Newbold Coe. Sebastian Coe e Steve Ovett. Ovvero la rivalità perfetta. Non c'è sceneggiatore al mondo che avrebbe potuto immaginarla altrettanto bene. Il nice boy e il bad boy.
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Analisi interessante
- Di Elisabetta Passagrilli il 29/05/2019
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Ian Thorpe. A piedi uniti
- Olimpicamente
- Di: Antonio La Torre, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Daniele Ornatelli, Gabriele Calindri
- Durata: 13 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
Piscina Olimpica di Atene. È in programma la gara dei 200 metri stile libero uomini. È una gara molto attesa, qualcuno, forse esagerando, l'ha definita la "gara del secolo". Anche grazie a strane coincidenze anagrafiche, tre generazioni di nuotatori, passato, presente e futuro della specialità, si ritrovano schierati sui blocchi di partenza. L'attesa è altissima. I motivi di rivincita e i temi tecnici pure esaltanti.
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Analisi interessante
- Di Elisabetta Passagrilli il 02/06/2019
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Pietro Mennea. Indicando la luna
- Olimpicamente
- Di: Luca Gattuso, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Gabriele Calindri, Daniele Ornatelli
- Durata: 14 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
Se nasci in Italia, a Barletta, e decidi di intraprendere la carriera di velocista, forse fin dall'inizio intuisci che tutto sarà più difficile, complicato. E dovrai impegnarti molto più dei tuoi avversari e concorrenti per ottenere risultati di alto livello. Il talento non basta se nasci a Barletta e non hai neanche una pista su cui allenarti. Non è sufficiente se al talento non aggiungi due fondamentali elementi: un tecnico che sappia sviluppare le tue potenzialità e una dedizione al lavoro a dir poco maniacale.
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Il dito verso il cielo!
- Di The Snow il 19/05/2018
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Ondina Valla. Il sole in un sorriso
- Olimpicamente
- Di: Mario Mucciarelli, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Cinzia Spanò, Patrizia Salmoiraghi
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Storia
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È il 25 marzo 1972 al Cross-Country Championships di Hillingdon. A vincere è un certo Kirk Dumpleton. Di lui non si parlerà mai più. Di altri due che arrivano al traguardo invece si. Secondo è un sedicenne di nome Stephen Michael James Ovett. Più indietro, in decima posizione, un quindicenne: Sebastian Newbold Coe. Sebastian Coe e Steve Ovett. Ovvero la rivalità perfetta. Non c'è sceneggiatore al mondo che avrebbe potuto immaginarla altrettanto bene. Il nice boy e il bad boy.
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Storia
Piscina Olimpica di Atene. È in programma la gara dei 200 metri stile libero uomini. È una gara molto attesa, qualcuno, forse esagerando, l'ha definita la "gara del secolo". Anche grazie a strane coincidenze anagrafiche, tre generazioni di nuotatori, passato, presente e futuro della specialità, si ritrovano schierati sui blocchi di partenza. L'attesa è altissima. I motivi di rivincita e i temi tecnici pure esaltanti.
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Pietro Mennea. Indicando la luna
- Olimpicamente
- Di: Luca Gattuso, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Gabriele Calindri, Daniele Ornatelli
- Durata: 14 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
Se nasci in Italia, a Barletta, e decidi di intraprendere la carriera di velocista, forse fin dall'inizio intuisci che tutto sarà più difficile, complicato. E dovrai impegnarti molto più dei tuoi avversari e concorrenti per ottenere risultati di alto livello. Il talento non basta se nasci a Barletta e non hai neanche una pista su cui allenarti. Non è sufficiente se al talento non aggiungi due fondamentali elementi: un tecnico che sappia sviluppare le tue potenzialità e una dedizione al lavoro a dir poco maniacale.
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Il dito verso il cielo!
- Di The Snow il 19/05/2018
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Louis Zamperini. Il finale veloce
- Olimpicamente
- Di: Gianmarco Bachi, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Fabio Banfo, Roberto Recchia
- Durata: 21 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
L'uomo che nel 1997 corre lungo le strade di Tokyo portando la torcia dei giochi invernali di Nagano non è una leggenda olimpica. O perlomeno non lo è in senso classico. Non ha realizzato imprese colossali, frantumato record mondiali o dato vita a duelli memorabili in pista. Grazie a una storia che se non fosse vera sarebbe un romanzo d'avventura.
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Analisi interessante
- Di Elisabetta Passagrilli il 29/05/2019
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Samia Yusuf Omar. Fermatevi stelle
- Olimpicamente
- Di: Gianmarco Bachi, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Cinzia Spanò, Linda Caridi
- Durata: 20 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
È il 19 agosto del 2008. C'è il sole a Pechino. Nello stadio olimpico a forma di nido si corre la quinta batteria dei 200 metri donne. La prima a tagliare il traguardo è la giamaicana Veronica Campbell Brown in 23"04. L'ultima è una ragazza di 17 anni, alta e magra, con i pantaloncini lunghi fino alle ginocchia, una fascia tergisudore sulla fronte e le scarpe regalatele da un'atleta della squadra sudanese. Chiude in 32"16.
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Analisi interessante
- Di Elisabetta Passagrilli il 04/06/2019
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Aleksandr Popov. Solo il mio corpo
- Olimpicamente
- Di: Gianmarco Bachi, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Roberto Recchia, Edoardo Lomazzi
- Durata: 16 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
Lo zar semplicemente era imbattibile. E lo zar era Aleksandr Popov. Per tutti era lo zar, ma per gli americani era Big Dog, il cagnaccio. Perché non ti mollava mai. Inesorabile. Nel 2000 Popov si presenta a Sidney per affrontare la sua terza olimpiade. Può diventare l'unico nuotatore nella storia a vincere tre ori di fila nella stessa specialità. Il traguardo è lì ad un passo.
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Analisi interessante
- Di Elisabetta Passagrilli il 29/05/2019
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Dave Wottle. Giù il cappello
- Olimpicamente
- Di: Mario Mucciarelli, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Gabriele Calindri, Dario Sansalone, Daniele Ornatelli
- Durata: 22 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
Nel 1972 Dave Wottle ha poco più di vent'anni. È un bravo ragazzo dell'Ohio, è un atleta, Dave. Un mezzofondista. E va forte. Si è qualificato per le Olimpiadi di Monaco '72 in due specialità: 800 e 1500 metri piani. Nei trials americani, pochi mesi prima delle Olimpiadi, Dave ha fatto segnare il record del mondo degli 800 metri, in modo del tutto inatteso. Ma Dave è un ragazzo particolare. In quello stesso anno si è laureato alla Bowling Green State University. E subito dopo i trials si sposa con la fidanzata Jan. Dave gareggia sempre con uno scalcinato berretto a visiera sulla testa. Per tutti, Dave Wottle è "quello con il berretto da golf". I giochi del 1972 , a Monaco, potrebbero essere la sua consacrazione.
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- Di Elisabetta Passagrilli il 28/05/2019
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Cathy Freeman. I'm free
- Olimpicamente
- Di: Antonio La Torre, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Cinzia Spanò, Eleni Molos
- Durata: 13 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
25 settembre 2000, stadio olimpico di Sydney. Finale dei 400 mt femminili. 112000 spettatori, centododicimila presenti, una finale che per l'Australia assume un significato particolare. Può essere la finale della riconciliazione, può essere la finale della restituzione, del superamento di una storia di razzismo, di segregazione, di isolamento nei confronti della popolazione Aborigena.
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- Di Elisabetta Passagrilli il 30/05/2019
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Jesse Owens. Sei nero anche tu
- Olimpicamente
- Di: Mario Mucciarelli, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Daniele Ornatelli, Roberto Recchia
- Durata: 19 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
È il 22 luglio 1945. Siamo in Nord Dakota, ed è in corso una partita di baseball. Il pubblico è composto da bianchi. Nell'intervallo un corridore di colore sfida prima i più veloci tra i giocatori delle due squadre, poi addirittura un cavallo da corsa. Fa caldo, ma Jesse, trentatrè anni e un fisico invidiabile, sembra pronto a ripetere il solito spettacolo: l'uomo che corre più veloce del cavallo.
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Analisi interessante
- Di Elisabetta Passagrilli il 02/06/2019
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Edwin Moses. Tredici passi
- Olimpicamente
- Di: Gianmarco Bachi, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Edoardo Lomazzi, Dario Sansalone
- Durata: 16 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
Dire che Edwin Moses sia stato il più grande interprete dei 400 ostacoli di ogni tempo è dire tanto. Ma è anche non dire abbastanza. Per più di un decennio è stato semplicemente un'altra cosa. Non tanto per i due ori olimpici, per i record mondiali battuti. Nemmeno per quell'imbattibilità durata esattamente nove anni, nove mesi e nove giorni che gli ha fruttato una sequenza interminabile di 122 vittorie consecutive.
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Analisi interessante
- Di Elisabetta Passagrilli il 02/06/2019
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Andy Murray. Ti porto al pub
- Olimpicamente
- Di: G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Alessandro Castellucci, Daniele Ornatelli, Nicola Stravalaci
- Durata: 14 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
Olimpiadi di Londra 2012. La finale per l'oro maschile del tennis si gioca a Wimbledon. Si sfidano Andy Murray, scozzese, e lo svizzero Roger Federer. Roger viene raccontato come l'anello di congiunzione tra un tennis antico e questo contemporaneo. Sulla carta Federer è favorito. Ma per Murray, oltre a giocare in casa, la finale per l'oro offre molte motivazioni, anche nascoste nel suo passato. E' ad un passo dalla vittoria. Gli basta un solo game per vincere la medaglia d'oro.
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- Di Elisabetta Passagrilli il 29/05/2019
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Dereck Redmond. A piccoli passi
- Olimpicamente
- Di: Gianmarco Bachi, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Alessandro Castellucci, Daniele Ornatelli, Nicola Stravalaci
- Durata: 14 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
1992, giochi olimpici di Barcellona. Si corre la semifinale dei 400 metri piani maschili. Dereck Redmond, ha 26 anni, è il primatista britannico. E quell'attesa l'ha già vissuta un'altra volta, quattro anni prima, sulla pista di Seoul. Era pronto, si stava riscaldando quando il tendine di achille ha fatto crack. Allo stadio, tra le 56.000 persone che affollano lo stadio del Montjuic, c'è anche il padre. Che lo ha visto partire e risollevarsi, che lo ha accompagnato fin lì e che adesso lo sta guardando dalla tribuna.
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Super!
- Di EF21 il 27/08/2020
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Paavo Nurmi. Due ori in un'ora
- Olimpicamente
- Di: Luca Gattuso, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Gabriele Calindri, Daniele Ornatelli
- Durata: 18 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
Fai una cosa che ti sembra straordinaria. E ti rendi conto che non è proprio la cosa più semplice in un'Olimpiade. Ma non ne puoi godere a pieno l'eccezionalità, perché quando verrà, non battuta, ma solo eguagliata, tu non ci sarai già più. È quello che è successo a Paavo Nurmi, il finlandese volante. Così era stato soprannominato. La cosa eccezionale che Nurmi ha fatto è stata vincere nella stessa edizione delle Olimpiadi la gara dei 1500 metri e quella dei 5000.
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- Di Elisabetta Passagrilli il 29/05/2019
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Dick Fosbury. Lo sguardo verso il cielo
- Olimpicamente
- Di: Luca Gattuso, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Gabriele Calindri, Dario Sansalone, Daniele Ornatelli
- Durata: 15 min
- Versione integrale
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Generale
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Lettura
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Storia
L'atletica leggera non è lo sport dove inventi. Guardiamo la disciplina principale: la corsa. Cosa vuoi inventare nella corsa? Scarpe, calzini, magliette traforate, integratori, contapassi, cronometri. Quasi nulla di fondamentale. Tutto è già stato definito, al massimo correggi qualcosa. Poi arriva il giorno in cui un atleta qualcosa inventa.
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- Di Elisabetta Passagrilli il 28/05/2019
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John Stephen Akhwari. Mille passi
- Olimpicamente
- Di: Gianmarco Bachi, G. Sergio Ferrentino
- Letto da: Alessandro Castellucci, Daniele Ornatelli
- Durata: 13 min
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Generale
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Lettura
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Storia
È il 27 ottobre 1968. Siamo praticamente al sipario. Si corre la gara di chiusura: la maratona. A vincerla è l'etiope Mamo Wolde, ma non sarà lui quello che verrà ricordato. Il protagonista vero è invece uno sconosciuto atleta della Tanzania che si chiama John Stephen Akhwari che al chilometro diciannove cade e si fa male. Ha una spalla malconcia, una gamba sanguinante. Non è neanche in grado di appoggiare il piede e il traguardo è lontano.
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Analisi interessante
- Di Elisabetta Passagrilli il 30/05/2019
Sintesi dell'editore
Si possono ricordare i dettagli di quella foto. 1968 Città del Messico, Tommie Smith e John Carlos sul podio. Pugno destro Smith sinistro Carlos, sguardo in basso. Smith ha una scatola nella mano sinistra tutti e due sono scalzi... Poi c'è quello che è arrivato con loro... di solito non ricordiamo il nome, ma è quello senza guanto. Un bianco in mezzo a due "negri", come si diceva senza le virgolette una volta. È Peter Norman. È prima di uscire dal tunnel indossa la coccarda dell'Olympic Project for Human Rights.
Musiche originali: Gianluigi Carlone. Adattamento e regia: G. Sergio Ferrentino.
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Generale
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Storia
- Elisabetta Passagrilli
- 02/06/2019
Analisi interessante
Bella e interessante analisi biografica di personaggi e momenti sportivi emozionanti. Anche la lettura è molto piacevole