Novecento italiano - 1968. La grande contestazione
Lezioni di Storia
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Letto da:
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Marco Revelli
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Di:
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Marco Revelli
A proposito di questo titolo
Il corteo risale da Piazza di Spagna e arriva a Valle Giulia. Sulle scale della Facoltà di Architettura di Roma, sgomberata il giorno prima per ordine del Rettore, ad attendere le migliaia di studenti c'è la Celere della Polizia di Stato. È una battaglia epica, alla fine della quale si contano quasi 500 feriti tra i manifestanti e più di 100 tra le forze dell'ordine. La notizia occupa le prime pagine dei giornali: è esploso il Sessantotto italiano. Passa un mese da quel 1° marzo 1968 e scene simili si ripetono a Berlino, di fronte alla sede dell'editore Springer, in reazione all'attentato contro il leader studentesco Rudi Dutschke (una settimana dopo l'assassinio di Martin Luther King). Passa un altro mese e a Parigi il cuore del Quartiere Latino, di fronte alla Sorbona, brucia di altri scontri. Arriva agosto: sono i giorni dell'invasione della Cecoslovacchia e dell'inutile resistenza ai carri armati russi. A ottobre è la Piazza delle tre culture di Città del Messico, i pugni chiusi nel guanto nero di due atleti di colore sul podio delle Olimpiadi gridano sulla scena del mondo la lotta delle Pantere nere.
Il Sessantotto è questo: la prima, esplosiva manifestazione della globalizzazione, la prima, inedita dimensione mondiale della protesta giovanile. La contestazione di quei giorni è "globale" non solo per l'estensione geografica, ma anche per l'ampiezza dei rapporti di potere che mette in discussione. Cosa rimane, oggi, di quei valori e di quella generazione? Quanto del nostro (buono o cattivo) presente ne porta i segni? È stato "tradito", quel movimento, o "ha vinto"?
©2019 Gius. Laterza & Figli S.p.a. (P)Emons 2019. Edizione su licenza di Gius. Laterza & Figli S.p.a.Rivoluzione e contraddizioni, in una splendida sintesi.
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conoscere il passato per capire il presente
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