L'uomo che piantava gli alberi
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Letto da:
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Bruno Alessandro
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Di:
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Jean Giono
A proposito di questo titolo
Durante una delle sue passeggiate in Provenza, Jean Giono ha incontrato una personalità indimenticabile: un pastore solitario e tranquillo, di poche parole, che provava piacere a vivere lentamente, con le pecore e il cane. Nonostante la sua semplicità e la totale solitudine nella quale viveva, quest'uomo stava compiendo una grande azione, un'impresa che avrebbe cambiato la faccia delle sua terra e la vita delle generazioni future. Una parabola sul rapporto uomo-natura, una storia esemplare che racconta "come gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre la distruzione".
Titolo dell'originale francese: L'homme qui plantait des arbres, Copyright © Editions Gallimard 1980.
Tutti i diritti riservati. Solo per uso privato. Riproduzione, diffusione e trasmissione non autorizzati sono tassativamente proibiti e perseguibili ai sensi di legge.
©1996 Salani (P)2022 Adriano Salani EditoreRecensioni della critica
La speranza nella sua versione originaria. Giono non fa che sviluppare qualcosa che la lingua italiana ci suggerisce in continuazione, ovvero che la speranza, soprattutto, la si coltiva.
- La Repubblica
Bellissima lezione di vita
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trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole.
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poetico e toccante
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"L'uomo che piantava gli alberi" di Jean Giono, narra di un viaggiatore che, nel 1913, in cammino in un'area desolata e brulla, delle Alpi provenzali, abitata da una umanità imbruttita, si imbatte in un pastore solitario, che quotidianamente pianta cento ghiande per ridare vita alla regione. Il viaggiatore - narratore diventa così testimone di questa impresa, seguendola fino alla conclusione della vita del pastore.
Il libro è nel tempo diventato un manifesto della cura dell'ambiente e sicuramente è un bel testo, anche per bambini e ragazzi, per introdurre l'importanza del legame tra uomo e ambiente, l'importanza degli alberi e della vegetazione negli ecosistemi, gli esiti nefasti della deforestazione ecc., ma come dicevo all'inizio credo che vada ben oltre questo.
La cifra distintiva di Elzéard Bouffier, questo il nome del pastore, è la cura con cui compie tutto, dalla ricostruzione della casa in cui vive, alla rasatura, al rammendo dei suoi abiti. È un inno a fare tutto per bene, a mettere il meglio di noi in tutto, nelle piccole cose, così come nelle grandi e a essere così portatori di speranza, come questo pastore che nel nascondimento, ha ridato vita a un luogo desolato. Io ci vedo quasi un'eco della piccola via di Santa Teresina.
"Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole"
Ottima la narrazione
Un inno alla cura
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Capolavoro e lettore meraviglioso.
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