Ogni audiolibro è molto più di un semplice testo letto ad alta voce: è un'opera collettiva che unisce talento interpretativo, competenza tecnica e cura artigianale. In questa intervista, Luca Moretti – responsabile della produzione e del casting per Audible.it – ci accompagna dietro le quinte della creazione di un audiolibro, svelandoci tutte le fasi del processo: dalla scelta della voce perfetta alla post-produzione, passando per aneddoti curiosi, sfide produttive e i trend che stanno cambiando il panorama dell’audio entertainment in Italia. Se hai premuto "play" su un audiolibro chiedendoti "come lo avranno realizzato?", questa è la lettura che fa per te.
Ciao Luca, ti va di presentarti per i lettori del blog di Audible e spiegarci qual è il tuo ruolo?
Mi chiamo Luca Moretti e sono responsabile della produzione e del casting per Audible.it, ovvero di tutti i titoli – audiolibri, podcast e serie audio – prodotti da Audible Studios per il mercato italiano.
Ho 48 anni, sono sposato e ho due figlie. Mi sono formato come economista e prima di approdare in Audible ho lavorato soprattutto nella distribuzione televisiva, in aziende come Disney, Fox e Lux Vide.
Da dieci anni sono a capo della creazione dei contenuti Audible: seleziono le voci, gli studi di registrazione e mi occupo di tutti i dettagli legati alla realizzazione di audiolibri.
Ci racconti come nasce un audiolibro? Concretamente: quali sono le fasi principali e quanto tempo richiede?
La produzione di un audiolibro si divide in tre fasi: pre-produzione, registrazione e post-produzione.
In pre-produzione si analizza il testo: si raccolgono eventuali richieste dell’editore o dell’autore (come un narratore specifico o la lettura da parte dell’autore stesso), si segnalano lingue straniere presenti e si preparano liste di pronunce. Per le lingue meno comuni, ad esempio il russo, ci avvaliamo di consulenti.
Un aspetto fondamentale è la scelta del narratore, che può essere unico o multiplo, a seconda della natura del testo. A volte ho già in mente la voce giusta, altre volte condivido con i partner produttivi un profilo (età vocale, genere, eventuali competenze linguistiche) per ricevere proposte.
Parallelamente individuiamo lo studio di registrazione più adatto: spesso scegliamo partner locali, oppure studi specializzati in generi particolari (romance, thriller, ecc.). Cerchiamo inoltre di bilanciare la presenza di voci maschili e femminili. Non mancano eccezioni: per esempio, nell’original book thriller L’ora della strage di Peter D’Angelo e Fabio Valle abbiamo scelto la voce femminile di Barbara Chichiarelli, perfetta per le atmosfere torbide del romanzo.
Stabiliti narratore e pronunce, lo studio calendarizza le sessioni di registrazione, anche in base alla durata stimata del testo, calcolata su pagine e numero di parole.
La seconda fase è la registrazione. Alcuni narratori preferiscono leggere seduti, altri in piedi; gli studi hanno approcci diversi: c’è chi lascia proseguire la lettura correggendo in post-produzione e chi, invece, preferisce fermarsi subito per mantenere continuità di tono. In ogni caso, leggere un audiolibro richiede grande intensità e concentrazione. In media, per ogni ora di durata finale occorrono due ore di registrazione e altrettante di post-produzione.
Infine, la post-produzione: si selezionano le migliori versioni, si puliscono i rumori, si correggono difetti come le “s” troppo sibilanti con l’aiuto di plug-in dedicati. Eventuali errori vengono sistemati richiamando il narratore per i cosiddetti “fix”.
Durante il missaggio, o mix, si bilanciano volumi e tracce, rendendo l’ascolto uniforme; nel mastering finale si regola la compressione e si elimina qualsiasi difformità di volume tra i capitoli.
Che tipo di figure professionali lavorano con te nella realizzazione di un audiolibro?
Le principali sono i fonici, che si occupano di registrazione e post-produzione. Cerchiamo però di non affidare entrambe le fasi alla stessa persona, così da avere un ascolto “fresco” in grado di individuare meglio eventuali errori.
Per alcune produzioni lavoriamo anche con registi, che guidano i narratori nell’interpretazione, e con editor che revisionano le registrazioni. Se servono effetti sonori ci affidiamo a sound designer, mentre musiche e colonne sonore vengono composte da musicisti. Per podcast e serie audio intervengono anche altre figure artistiche e organizzative.
Cosa rende una voce “giusta” per un libro?
Dipende dal genere e dalle caratteristiche del testo. Alcune voci sono più adatte alla narrativa, altre alla saggistica, magari per una dizione particolarmente pulita o per affinità con l’argomento. Rispettiamo anche le preferenze dei narratori sui generi in cui si sentono più a loro agio.
Un altro aspetto importante è la continuità: quando possibile, cerchiamo di affidare le opere di uno stesso autore alla stessa voce, così da mantenere l’affiatamento a cui i nostri ascoltatori si affezionano.
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Hai un aneddoto curioso legato a una registrazione?
Ce ne sono tanti. Ricordo un autore che, leggendo il proprio libro, si rese conto delle difficoltà di lettura causate dalle frasi troppo lunghe e cambiò in parte il suo modo di scrivere. Molti autori che registrano i propri testi mi hanno confermato che leggere ad alta voce cambia il modo di pensare alla scrittura dei successivi libri.
C’è stato un audiolibro particolarmente complesso da produrre?
Sì, la serie di Harry Potter, che ho seguito personalmente. È stata impegnativa sia per la lunghezza dei sette libri, sia perché l’editore Pottermore ci chiese di produrne tre in pochi mesi. Abbiamo avuto la fortuna di lavorare con Francesco Pannofino, straordinario nel dare voce a centinaia di personaggi, e con un’assistente di studio che aveva scritto la tesi proprio su Harry Potter e ci ha aiutato moltissimo nelle pronunce.
È mai capitato che un autore volesse leggere il proprio libro senza esserne adatto?
Raramente. Di solito l’esperienza è positiva: anche chi non è un professionista della voce sopperisce con la conoscenza approfondita del testo.
Come sta evolvendo il mondo degli audiolibri in Italia?
Negli ultimi anni è cambiato molto l’approccio di autori ed editori. All’inizio c’era diffidenza: qualcuno temeva che l’audio fosse solo per persone ipovedenti o che cannibalizzasse il cartaceo. In realtà è avvenuto il contrario: audiolibri e libri stampati si rafforzano a vicenda.
Oggi sempre più editori credono nel formato e gli ascolti crescono di anno in anno. Gli audiolibri stanno entrando stabilmente nella “dieta culturale” degli italiani. Anche gli attori sono sempre più coinvolti e molti mi confidano che leggere un audiolibro, con la sola voce e senza corpo, è una delle esperienze artistiche più gratificanti.
Questi sono sicuramente i trend principali che osservo dal mio punto di vista privilegiato.
Tu ascolti audiolibri? Hai un titolo o un genere preferito?
Sì, ascolto molto sia per lavoro sia per piacere. Mi piacciono in particolare gli audiolibri thriller e i podcast che raccontano fatti del passato, come 121269 sull’attentato di Piazza Fontana o Buio di Pablo Trincia. Amo gli Audible Original multivoce, con musiche e sound design che mi fanno immergere ancora di più nella storia.
Detto questo, la vera ascoltatrice di famiglia è mia figlia maggiore: divora audiolibri, da Agatha Christie ai grandi classici.
Sono felice di poter parlare del mio lavoro, che amo perché mi mette in contatto con scrittori, attori, artisti e mi permette di contribuire a diffondere la cultura.
Ti abbiamo incuriosito? Non ti resta che immergerti nell’ascolto del tuo prossimo audiolibro e scoprire tutte le sfumature che una grande interpretazione è in grado di dare a una storia.







