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Neri Marcorè racconta la sua esperienza come narratore di Marvel's Wastelanders

Neri Marcorè racconta la sua esperienza come narratore di Marvel's Wastelanders

Hulk, Spider-Man, Thor, gli X-Men… sono solo alcuni dei tantissimi e indimenticabili supereroi nati dalla fantasia di Stan Lee, che compongono il magico universo Marvel. Un universo amato da milioni di fan in tutto il mondo, fatto di fumetti, film, serie tv, videogames e serie audio. Di quest’ultima categoria fa parte l’attesissima Marvel’s Wastelanders, la nuova serie Audible Original che ti permetterà di incontrare di nuovo, in un futuro apocalittico dove i cattivi governano, personaggi mitici Marvel come Star-Lord, Peter Quill e Rocket Raccoon.

La prima stagione della serie, Marvel’s Wastelanders: Star-Lord, narrata in italiano da uno spettacolare cast di interpreti tra cui Neri Marcorè (Peter Quill) e Corrado Guzzanti (Rocket Raccoon), sarà disponibile solo su Audible dal 28 giugno. In attesa di ascoltarla, abbiamo incontrato al Salone del libro, proprio per il lancio della serie, Neri Marcorè, attore, doppiatore, conduttore radio e tv e apprezzato narratore di audiolibri.

Intervista realizzata da Teresa Iannotta

Partiamo da una domanda facile: cosa si prova a vestire i panni di un supereroe?

Nella serie, Peter Quill è un supereroe un po’ imbolsito, che ha perso un po’ di potere, quindi non è molto distante da quello che sono io nella realtà (ride). Se mi avessero chiesto di interpretare l’Uomo Ragno al massimo delle sue possibilità, allora ci sarebbe stata molta distanza tra me e il personaggio!

In ogni caso, quando finisci di registrare finiscono anche i superpoteri. Sarebbe bello interpretare un supereroe e poter avere i suoi poteri per qualche ora, fino a che poi non svaniscono e tu ritorni ad essere normale. Un po’ come con le famose “spagnolette” di Super Pippo (noccioline che crescono nel giardino di Super Pippo e che, una volta ingerite, fanno acquisire al personaggio dei super poteri simili a quelli di Superman, ndr): quando spariva l’effetto, Super Pippo tornava ad essere solo Pippo e a vestire il pigiama e la calzamaglia.

Visto che hai citato, nella stessa risposta, l’Uomo Ragno e Super Pippo, sfatiamo il mito che i supereroi siano solo amati dai bambini? C’è un supereroe che ami particolarmente?

Seguo fino a un certo punto il mondo dei supereroi, non so se sia un fatto anagrafico.

Però mi sono sempre piaciuti molto i supereroi “normali”, perché considero la normalità la dote più difficile da portare avanti.

Sono comunque sempre stato un grande lettore di fumetti, e i miei personaggi preferiti sono sempre stati personaggi che con la forza della loro intelligenza, con le loro capacità fisiche, riuscivano a sconfiggere i cattivi. Perché poi alla fine è sempre così: i supereroi sconfiggono i cattivi e il bene vince sempre.

I miei riferimenti sono i fumetti che ho letto da piccolo, a partire dal comandante Mark, Zagor e Tex Willer. Persone appunto “normali”, che avevano queste capacità da supereroi di non invecchiare mai, anche dopo 30-40 anni di pubblicazioni, di non ferirsi e non morire mai.

Parliamo del formato di questa nuova uscita. Si tratta di un formato audio un po’ diverso rispetto al normale audiolibro, con effetti sonori e tante voci; sappiamo che è un genere molto amato dai nostri ascoltatori, e ne abbiamo avuto un assaggio durante l’evento al Salone. Com’è stata per te l’esperienza di lavorare a un formato audio così corale?

La premessa da fare è che io ho fatto per tanti anni il doppiatore, quindi non si tratta di un’esperienza nuova per me, anche se poi il formato nel quale confluisce è diverso. Negli ultimi anni infatti si parla di podcast, però prima esistevano i famosi radiodrammi. È un po’ come chiamare uno sceneggiato fiction, il concetto è lo stesso.

Trovarsi al leggio con altri attori e attrici è una cosa che ho fatto durante la mia carriera, anche se orientata a film o serie tv, quindi non c'è stata nessuna sorpresa o novità per me da questo punto di vista; per chi invece non ha mai fatto doppiaggio e fa solo teatro e cinema, questa situazione può rappresentare una novità, o quantomeno una variazione sul tema.

Durante la registrazione di Marvel’s Wastelanders: Star-Lord, noi interpreti siamo stati al leggio da soli; insieme al direttore di doppiaggio, al tecnico e al fonico, ma incidendo uno per volta. Quando io ho cominciato a fare doppiaggio invece, si stava ancora al leggio in 3,4 o 5, e a seconda delle scene si incideva insieme e non a colonna separata.

Poi, il modo di lavorare è cambiato in questi ultimi anni; anche a causa del Covid, le modalità si sono evolute e adesso ci si trova quasi sempre da soli a incidere. Il che che fa un po’ tristezza, perché la cosa bella del doppiaggio, o degli audiodrammi, era proprio quella di poter condividere una sensazione insieme ad altri colleghi. 

E con Corrado Guzzanti, che nella serie interpreta un altro personaggio chiave, c’è stato almeno un incrocio?

Con Corrado ci siamo incrociati in un turno soltanto. Nonostante abbiamo lavorato distintamente e in tempi diversi, abbiamo cercato la soddisfazione di condividere il leggio; quindi abbiamo inciso qualche “anello”, come si dice nel gergo del doppiaggio, insieme.

Ci siamo poi ritrovati quando abbiamo partecipato alla promozione della serie insieme.

Tu hai narrato numerosi audiolibri sia per adulti che per ragazzi, tra gli altri titoli citiamo Ogni coincidenza ha un’anima di Fabio Stassi, o Come fermare il tempo di Matt Haig... comunque titoli molto diversi tra di loro. Quali sono le differenze, secondo la tua esperienza di interprete, tra le due modalità di intrattenimento sonoro dell’audiolibro e della serie?

La differenza sostanziale è che quando leggi un libro, nel quale possono esserci anche dialoghi e quindi discorsi diretti, tendenzialmente la maggior parte della narrazione consiste proprio nella lettura del libro, di quello che lo scrittore ha scritto. Naturalmente, si può leggere un libro anche interpretando; io per esempio, potendo cambiare un po’ le voci, di solito cerco sempre di dare una connotazione vocale a ogni personaggio, così da diversificarli anche se chi ascolta non li vede, come si farebbe guardando un film.

Nelle serie invece, in questa esperienza di Wastelanders, è praticamente tutto un discorso diretto; quelle che leggi sono battute - che si tratti di voce o pensiero - che scambi con i personaggi interpretati da Corrado Guzzanti, Roberta Greganti e tutti gli altri.

Perciò si tratta sempre di un dialogo e, nel caso di un multivoice, si recita soltanto il proprio personaggio mentre gli altri fanno le altre voci, in un insieme di discorsi diretti che poi vengono successivamente assemblati in post-produzione.

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