• Un acrobata controcorrente sospeso tra aforismi e poesia

  • La filosofia della Mangusta 07.10
  • Di: Zap Mangusta
  • Letto da: Zap Mangusta
  • Durata: 31 min

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Un acrobata controcorrente sospeso tra aforismi e poesia

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Sintesi dell'editore

Capitolo VII - Thoreau

Perché abbiamo bisogno di Thoreau oggi? Perché si batte per la Natura e contro le leggi che limitano la nostra libertà. Perché ama le strade periferiche e non quelle principali. Perché rifiuta tutti gli inviti atti solo a perder tempo. Perché non c'è niente di più bello che passeggiare nel bosco o nuotare. Perché la sua frase: "Bisogna succhiare tutto il midollo della vita" è uno dei più bei motti di tutta la letteratura internazionale. Perché i tatuaggi li ha sull' anima e non sul collo. Perché è un uomo tutto di un pezzo che non rifiuta di assumersi le sue responsabilità. Perché è la dimostrazione vivente che si può esser poeti e saper costruire capanne, armadi, cancelli e tavoli. Perché la sua intimità con gli animali era di un livello superiore. Perché si prende una polmonite per contare l'età di un albero. Che sarà pure una cosa stupida, ma è la maniera più poetica, altruista e generosa di ritornare da colei che ci ha messo al mondo.

Episodio 10 - Un acrobata controcorrente sospeso tra aforismi e poesia

Sebbene Thoreau scriva di laghi, passeggiate e mirtilli è a tutti gli effetti un autore rivoluzionario. Basta leggere qualche pagina per accorgersene. Tuttavia non è uno studioso. Legge molti libri ma ne termina pochi. Spazia da Goethe ai testi di botanica, da Shakespeare a Darwin. È un raffinato gourmet della letteratura "fusion" e passa con facilità dai classici ai testi di agricoltura, mescolando storie cittadine a saggi sulle tribù pellerossa.

Legge però con passione. Nel suo diario scrive: "che i libri vanno letti con la stessa consapevolezza con cui sono stati scritti". Dal lettore Thoreau si aspetta la stessa concentrazione che lui mette nello scrivere. Per restar sulle metafore, la lettura di un libro, secondo Thoreau, non va affrontata come un podista da scampagnata ma come un alpinista da montagna rocciosa. Con la stessa determinazione. Questo minuzioso osservatore, dalla scrittura evocativa e concisa, dice: "Se non c'è nulla di nuovo sotto il sole, c'è sempre qualcosa di nuovo sopra il sole. Ma bisogna alzare la testa".

Questa sua spontaneità gli procura tanti ammiratori ma altrettanti denigratori. Melville ad esempio, quello di "Moby Dick" e Stevenson, l'autore del "Dottor Jekyll" non gli accordano gran simpatia. Come farà Joyce. Molti altri scrittori invece cercheranno di prendere qualcosa da lui. Mark Twain e Jack London tenteranno addirittura di imitarlo. Come Conrad ed Hemingway, sino ad arrivare ad Alice Munroe. Tutti cercano di trovare un punto di contatto con l'isolamento di Thoreau e si affannano a tentare di trasformare la letteratura in vita e viceversa. Lo farà anche Kerouac, che qualche anno più tardi definisce Thoreau "come una droga", confessando di averlo divorato. Ma soprattutto l'autore americano viene amato da Nietzsche, che seguirà le vicende di Thoreau e di Emerson con grande attenzione.

Del resto Nietzsche gli assomiglia molto negli atteggiamenti. Ne è testimonianza la sua frase: "Se guarderai a lungo nell'abisso, l'abisso poi guarderà in te". Che rappresenta la condizione esistenziale di cui parla Thoreau: quella di un uomo che, sviluppando una sensibilità fuori dal comune, riesce a recepire tutte le sfumature della vita. Anche Nietzsche esplora sentimenti e emozioni, scandagliandoli nei loro lati più oscuri e cercando di non rimanerne divorato. Non a caso, a proposito della presunta "incomprensibilità" degli scritti di Thoreau, della qual cosa veniva accusato anche lui, l'inventore del Superuomo dirà: "Scriviamo così, perché chi scrive per aforismi, non vuole essere letto, ma studiato ed imparato a memoria". E chissà, forse è giusto così.

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