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La dotta ignoranza
- La filosofia della Mangusta 02.04
- Letto da: Zap Mangusta
- Durata: 24 min
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Sintesi dell'editore
Capitolo II - Socrate
Perché abbiamo bisogno di Socrate, oggi? Per imparare a pensare. Per diventare capaci di farci le domande giuste. Per difenderci. E non farci influenzare dai media, dalle mode e dalla propaganda. Per sviluppare in modo autonomo il nostro pensiero, anche se non è in linea con le opinioni della maggioranza. Per diventare coerenti, più consapevoli dei nostri comportamenti. Per avvicinarci alla verità. Per tutelare la nostra privacy e le nostre diversità. Per accrescere la fiducia in noi stessi. Perché sotto la sua guida tutti possiamo diventare filosofi. Per superare i regionalismi; Socrate era un pensatore "globale" che a chi gli chiedeva da dove provenisse, rispondeva: "Non sono un cittadino di Atene, ma un cittadino del mondo".
Episodio 4 - La dotta ignoranza
Socrate utilizza un mezzo d'approccio insolito: ferma le persone per strada e, dopo averle incalzate con domande stringenti e conclusioni lucide, cerca di ribaltarne le convinzioni. Il suo metodo è mosso da una necessità urgente, quello di far riflettere le persone, facendo prender loro coscienza dei loro limiti e aiutandole a pensare secondo ragione, poiché, secondo quanto ha sentenziato l'Oracolo di Delfi: "il vero sapere è il sapere di non sapere". Questo diventa dunque il motto principale del metodo della "dotta ignoranza" che Socrate vuole estendere ai propri interlocutori.
Nel dialogo infatti Socrate finge, con ironia, di accogliere le idee degli intervistati, ma poi, attraverso un procedimento dialettico, procede alla confutazione di tutte le loro tesi, evidenziando così la debolezza delle loro idee, inducendoli a prendere atto della loro ignoranza e spingendoli a ricercare le risposte corrette. Socrate esercita l'arte di far partorire la verità. Come la madre, levatrice, aiutava a partorire le donne, così Socrate, l'indagatore, aiuta gli uomini a dare alla luce la verità. Un'arte nobile che però non sembrano apprezzare né le sue mogli, né gli intervistati e nemmeno, fatto assai più grave (per lui), i Trenta Tiranni che governano Atene.