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A Trieste
- Passeggiate letterarie da James Joyce a Claudio Magris
- Letto da: Daniele Crasti
- Durata: 3 ore e 13 min
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Sintesi dell'editore
A Trieste la posizione geografica non è solo collocazione spaziale, ma è la coscienza stessa della città. È così da sempre: non sono i confini tanto agognati, ma il mare, il golfo, gli altipiani del Carso a far infiammare le tante anime di Trieste. Anime che vibrano insieme alle spire della bora, che parlano lingue e dialetti differenti e che ricordano una storia fatta di sacrifici ed eccellenze.
A Trieste bisognerebbe arrivarci dal mare per godere al meglio della sua bellezza nobile e decadente e poi aggirarsi per le sue strade che la fanno somigliare a Lisbona o a San Francisco per quanto sono ripide a volte, tra caffè che hanno visto storia e letteratura e un’architettura elegante e senza tempo. A Trieste è anche bene perdersi, per poi farsi guidare dalla linea del Carso che si estende fino al golfo. E poi fermarsi, per ascoltare i sussulti della sua storia, per comprendere il baratro delle foibe e dell’intolleranza. Aristocratica, nobile, austriaca o balcanica; delle tante anime di cui si fregia Trieste ce n’è una, però, che sovrasta le altre, ed è l’anima letteraria.
A Trieste è il racconto di una passeggiata per la città che diventa, appunto, l’occasione di incontro con il multiforme sostrato letterario che la pervade; da Italo Svevo a James Joyce,da Umberto Saba a Carlo Michelstaedter fino a Claudio Magris, ultimo tassello di una narrazione cosmopolita ma fortemente identitaria. Matteo Chiavarone ci guida in questa passeggiata per Trieste identificandola come meta di un viaggio perlopiù esistenziale e raccontandola con gli occhi di chi triestino non è; una geografia di immagini che si sovrappone ai numerosi riferimenti letterari, obbligando il lettore a superare ogni confine,sia esso fisico o immaginifico.